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Strage di Bologna, le motivazioni della sentenza: “Prove eclatanti che Gelli contribuì”

“Insieme ad una sorta di servizio segreto occulto che vede in Federico Umberto D'Amato la figura di riferimento in ambito atlantico ed europeo”

Strage di Bologna, le motivazioni della sentenza: “Prove eclatanti che Gelli contribuì”.

Licio Gelli, il capo della Loggia P2, coinvolto nella strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, in cui morirono 85 persone, con oltre 200 feriti. La Corte di Assise di Bologna non ha dubbi: “All’attuazione della strage (…) contribuirono Licio Gelli e il vertice di una sorta di servizio segreto occulto che vede in Federico Umberto D’Amato la figura di riferimento in ambito atlantico ed europeo”.

Un passaggio – quello scritto nella motivazione della sentenza di condanna all’ergastolo per Paolo Bellini (per la bomba alla stazione) – che contribuisce a ricostruire la verità sulla pagina in assoluto più nera nella storia recente del Paese.

Chiaro, dunque, il ruolo di Bellini, ex terrorista di Avanguardia Nazionale, che per la Corte “fece parte del commando che eseguì materialmente la strage del 2 agosto 1980, con mansioni esecutive e di raccordo con gli altri concorrenti”. Ed è proprio la presenza di Bellini, quel giorno su binari della stazione, a confermare il contributo decisivo di Gelli e della P2.

Oltre a Bellini, Gelli e i quattro estremisti neri già condannati (Giusva Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini e Gilberto Cavallini), la procura generale aveva ipotizzato il coinvolgimento nell’organizzazione della strage anche del braccio destro di Gelli, Umberto Ortolani, del potentissimo capo dell’ufficio Affari riservati del Viminale, Federico Umberto D’Amato, e del piduista senatore del Msi, Mario Tedeschi.

Ciò che si può dire, all’esito dell’indagine della Procura generale e del dibattimento, è che l’ipotesi sui mandanti non è un’esigenza di tipo logico-investigativo, ma un punto fermo”, scrive la Corte presieduta dal giudice Francesco Caruso.

Secondo i magistrati, “anche la causale plurima affonda radici nella situazione politico-internazionale del Paese e nei rapporti tra estremisti neri e centrali operative della strategia della tensione sul finire degli anni Settanta”.

Quindi, è nella complessa realtà politica di quegli anni che vanno trovate le causali della strage, una causale la cui individuazione va compresa allargando ancora di più il campo di osservazione cui ci si è dovuti necessariamente contenere in questo processo”.

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