Pesaro: guardie giurate in divisa senza abilitazione, tre denunce
Tre uomini pubblicizzavano con il metodo porta a porta contratti di vigilanza. Ma non potevano indossare le uniformi.
Pesaro: guardie giurate in divisa senza abilitazione, tre denunce.
La Divisione di Polizia Amministrativa della Questura di Pesaro e Urbino, dopo una intensa attività di accertamenti, è giunta, alla fine del mese di giugno, ad individuare e sanzionare 3 cittadini italiani per aver abusivamente indossato la divisa e utilizzato segni distintivi di Guardia Particolare Giurata (G.P.G.), in mancanza dell’abilitazione richiesta dalla legge.
La vicenda è nata da una attenta attività di controllo del territorio svolta dalle Squadre Volanti della Questura, che, nel mese di aprile, avevano notato due persone sospette girare per le vie della città, indossando una divisa da G.P.G. contrassegnata da marchio di un Istituto di Vigilanza.
I due uomini dichiaravano di essere dipendenti di tale Istituto e che, per lo stesso, stavano pubblicizzando contratti di vigilanza con il metodo porta a porta.
Nel corso delle settimane successive, seguivano numerose altre segnalazioni di analogo contenuto, anche da parte di cittadini, sia a Pesaro, sia in località limitrofe, dove si evidenziava anche l’utilizzo di veicoli con impressi i loghi dell’Istituto di Vigilanza.
Scattavano, così, gli accertamenti da parte della Divisione della Polizia Amministrativa della Questura nei confronti di 3 cittadini italiani, numerose volte segnalati e identificati.
All’esito dei controlli emergeva che i 3 uomini avevano stipulato con l’Istituto di vigilanza, di cui indossavano la divisa e usavano la vettura, semplicemente un contratto di agenzia commerciale. Ma non avevano la qualifica di guardia giurata (che richiede il conseguimento di una abilitazione secondo un preciso iter normativo).
Dunque, nella loro attività di pubblicizzazione di contratti di vigilanza per conto dell’Istituto, avevano abusivamente indossato la divisa e utilizzato segni distintivi da guardia giurata, violando l’art. 498 c.p.
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