Palermo, lancio di bottiglie “motolov” presso la Leonardo S.p.A. Eseguite misure restrittive nei confronti dei presunti responsabili
L'incendio, conseguente alla deflagrazione, è stato realizzato da un gruppo di 7 persone
Palermo, lancio di bottiglie “motolov” presso la Leonardo S.p.A. Eseguite misure restrittive nei confronti dei presunti responsabili.
La Polizia di Stato di Palermo, all’esito di una complessa attività di indagine della Sezione Antiterrorismo della DIGOS e della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Palermo, ha eseguito, questa mattinata, le ordinanze di applicazione delle misure cautelari, emesse dal Tribunale di Palermo – Sezione del Giudice per le Indagini Preliminari, nei confronti dei presunti autori, a vario titolo, del grave attentato incendiario, commesso in data 26 novembre 2022 con il lancio di alcune bottiglie del tipo “molotov” all’interno dell’area perimetrale della sede palermitana della Leonardo SPA, gruppo industriale internazionale in ambito Aerospazio, Difesa & Sicurezza, con conseguente elevata esposizione a rischio per la sicurezza pubblica.
Più specificatamente, l’incendio, conseguente alla deflagrazione, realizzato da un gruppo di 7 persone, alcune delle quali in corso di identificazione, interessava l’area antistante il sito industriale in argomento, lambendo una autovettura della società preposta alla sicurezza della struttura, con l’elevata probabilità di propagarsi ai locali adiacenti e all’attiguo Centro Commerciale “Guadagna”, con possibili conseguenze gravi per l’incolumità della popolazione residente, trattandosi di un contesto urbano ad alta densità abitativa. L’incendio non si propagava per le avverse condizioni climatiche.
Peraltro, come desunto da fonti aperte, la Leonardo S.p.A. rappresenta un sito altamente sensibile, essendo una azienda che opera in un contesto internazionale che esprime capacità tecnologiche in ambito Aerospazio, Difesa & Sicurezza, quale partner di Governi, Amministrazioni della Difesa, Istituzioni e imprese.
Nel dettaglio, sono state eseguite:
- la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di S.L., nato a Palermo cl.’82, esponente di spicco della locale area antagonista e leader del movimento indipendentista regionale “Antudo”, per aver provocato un incendio mediante l’utilizzo, in luogo pubblico, di congegni incendiari, equiparati ad armi da guerra (reato di cui all’art. 423 c.p. e all’art. 4 l. n. 895/1967);
- la misura dell’obbligo di presentazione presso i Commissariati di Pubblica Sicurezza competenti con cadenza quotidiana, alle ore 10:00 e alle ore 19:00, nei confronti di G.D., nata a Messina cl.’96 per il reato di istigazione (art. 414 c.p.) realizzato mediante la diffusione del video di rivendicazione dell’azione delittuosa e di O.M., nato a Palermo cl.’92, per il concorso nel reato di incendio (art. 423 c.p.). I predetti sono anch’essi esponenti della locale area antagonista e del movimento indipendentista “ANTUDO”.
L’attentato incendiario è stato rivendicato, attraverso la pubblicazione del video dell’azione delittuosa in argomento sul web, nonché sui canali dei social network riferibili alla piattaforma indipendentista siciliana “ANTUDO”, che si muove per l’autodeterminazione e l’autogoverno dei territori.
Il movimento “ANTUDO”, radicato su scala regionale, raccoglie l’adesione di diversi sodalizi di estrema sinistra dell’isola, nonché di esponenti della locale area antagonista, in passato autori di iniziative di piazza relative alla tematica antimilitarista.
Il tenore del messaggio di rivendicazione, dal titolo “Sanzionata la Leonardo S.p.A a Palermo #DefendKurdistan”, evidenzia come il predetto gruppo industriale sia stato individuato quale simbolo da colpire per contestare le scelte in materia di politica estera dello Stato, accusato di essere, dal 2019, il principale fornitore di armamenti alla Turchia e, per questo, ritenuto responsabile dei massacri in Kurdistan.
L’azione criminosa in argomento è stata preparata con cura da parte degli autori, adottando varie precauzioni, volte ad eludere l’operato degli investigatori, sia nella fase esecutiva, che in quella di veicolazione, tramite il web, del video contenente il messaggio di rivendicazione.
Ai fini della individuazione degli autori dell’azione criminosa, sono state condotte indagini tradizionali, utilizzati strumenti informatici e telematici, nonché effettuate analisi comparative dei profili genetici rinvenuti sulla scena del crimine con l’apporto di personale del Gabinetto Regionale della Polizia Scientifica di Palermo.
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