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Naufragio nel Peloponneso, un video smentisce la versione delle autorità greche

Il mare è calmo e la nave sembra in una situazione di difficoltà. Continuano intanto le ricerche per trovare i dispersi

Naufragio nel Peloponneso, un video smentisce la versione delle autorità greche.

Mentre sono passate più di 72 ore dal naufragio a 47 miglia nautiche a sud-ovest dalla greca Pylos, continuano le ricerche in acque internazionali per individuare gli eventuali dispersi, dopo la strage che ha visto affondare il peschereccio di migranti provenienti da Tobruk, in Libia. Lo riportano i media greci, tra cui l’emittente pubblica Ert.

La tragedia ha causato la morte di almeno 78 persone, di cui sono stati ritrovati i corpi, mentre 104 sono state tratte in salvo. In totale, a bordo, erano in circa 750 persone, secondo le testimonianze. Ma è difficile sapere quanti migranti siano davvero morti a causa del naufragio. Le ultime stime confermerebbero una cifra che oscilla tra le 500 e le 600 persone annegate.

Intanto un video, girato dalla prima nave commerciale che si è avvicinata al peschereccio, metterebbe in discussione la versione della guardia costiera ellenica.

Le immagini, diffuse dal sito defenceline.gr, mostrano l’imbarcazione dei migranti in quello che sembra essere il momento del tramonto: il mare è calmo e il peschereccio sembra essere sostanzialmente fermo, ma in una situazione di difficoltà.

Il meteo, stando al video, avrebbe favorito un intervento di salvataggio, mentre la quasi immobilità del mezzo si scontrerebbe con la versione della guardia costiera per cui i migranti stavano proseguendo verso le coste italiane mentre rifiutavano i soccorsi greci.

La nave si sarebbe trovata nella cosiddetta situazione di distress (“difficoltà”), che avrebbe dovuto portare all’intervento dei soccorsi. Il portavoce della guardia costiera Nikos Alexiou, inoltre, aveva negato l’esistenza di immagini precedenti alla tragedia.

Inoltre, secondo quanto riportano diversi media greci, tra cui Ert, uno degli arrestati per il naufragio avvenuto al largo di Pylos ha confessato di essere coinvolto nel traffico di migranti.

Ha detto di essere un semplice membro del gruppo e di aver accettato di essere pagato per portare la barca dalla costa libica all’Italia, aggiungendo che la barca ha lasciato l’Egitto vuota e che ha poi raccolto centinaia di migranti a Tobruk, in Libia. Gli altri imputati negano invece di essere membri della rete di trafficanti.

pylos

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