fbpx
CAMBIA LINGUA

Morta una delle modelle testimoni di Ruby Ter, è giallo: sospetto avvelenamento

Imane Fadil, l’ex modella marocchina trentaquattrenne coinvolta nel processo Ruby ter come testimone d’accusa delle feste del bunga bunga di Arcore è morta nell’ospedale Humanitas lo scorso 1 marzo si teme per avvelenamento. La Procura di Milano ha aperto un fascicolo per omicidio volontario contro ignoti. L’autopsia è fissata in settimana. La vicenda inizia il 29 gennaio quando la ex modella arriva in ospedale in gravi condizioni: soffre di una misteriosa aplasia al midollo che distrugge il corpo giorno per giorno. La donna viene ricoverata in terapia intensiva ma non si riprende e i medici non sanno da cosa dipenda questa aplesia. Forse è compatibile con un avvelenamento. Ad un certo punto, dopo che gli esiti su esami che avevano escluso sia malattie autimmuni, che presenza di droghe nel sangue, vengono disposti esami tossicologici. Nel centro antiveleni di Pavia gli esami daranno esito solo alcuni giorni dopo il decesso ma non sono chiari. Nel sangue tracce di metalli pesanti come il cobalto, ma non si sa molto altro. La giovane in ospedale confida al fratello e ai medici che teme di essere stata avvelenata. Da chi e perché? Questo è tutto da capire…D’altronde lei era stata ormai estromessa dal processo come parte civile. Aveva scritto un libro “Ho incontrato il diavolo”, nel quale testimoni raccontano di racconti legati al satanismo nella villa di Arcore ma nessuno lo voleva pubblicare. Perché allora avvelenarla? Sta di fatto di avvelenamento ha parlato il procuratore capo di Milano Francesco Greco che insieme al pm Tiziana Siciliano hanno disposto l’autopsia che verrà effettuata presso l’Istituto di Medicina legale dal team della Proffessoressa Cristina Cattaneo in questi giorni. «La sintomatologia descritta nelle cartelle cliniche sequestrate è quella dell’avvelenamento ma ovviamente è tutto da appurare», ha ammesso il legale Paolo Sevesi .

Segui La Milano sul nostro canale Whatsapp

Riproduzione riservata © Copyright La Milano