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MILANO, FRODI INFORMATICHE E ATTACCHI INFORMATICI: ORGANIZZAZIONE CRIMINALE TRANSNAZIONALE SULL’ASSE MILANO-BUCAREST-REGGIO CALABRIA STRONCATA DALLA POLIZIA

OPERAZIONE CONGIUNTA DELLA POLIZIA DI STATO E DELLA POLIZIA RUMENA NEI CONFRONTI DI UN’ORGANIZZAZIONE CRIMINALE TRANSNAZIONALESULL’ASSE MILANO-BUCAREST-REGGIO CALABRIA (Operazione “Bruno”)

Oltre 100 poliziotti italiani hanno eseguito, in diverse località del territorio nazionale e in Romania,
l’Ordinanza di custodia cautelare emessa, nei confronti di 12 indagati, dal G.I.P. presso il Tribunale di
Milano a richiesta della Procura della Repubblica di Milano per i reati di associazione a delinquere
finalizzata alla falsificazione del contenuto di informazioni informatiche, falsificazione di documenti di
identità, codici fiscali e tessere sanitarie, frode informatica tramite furto ed utilizzo indebito di identità
digitale nonché utilizzo indebito di carte di credito mediante accessi abusivi ai sistemi informatici di home
banking di correntisti. Contestualmente, in Romania, con la partecipazione degli investigatori della Polizia
di Stato, si stanno eseguendo altre 8 misure cautelari e perquisizioni su provvedimento dell’Autorità
giudiziaria rumena. L’operazione “Bruno” è in corso di completamento a Milano, Rozzano, Monza, Sesto San
Giovanni, Jesolo, Trieste, Verona, Roma, Napoli, Cosenza e Reggio Calabria.

Le attività odierne sono il culmine delle indagini condotte dal Compartimento Polizia Postale e delle
Comunicazioni di Milano e sviluppate a livello internazionale dal Servizio Polizia Postale e delle
Comunicazioni, nei confronti di un’associazione per delinquere transnazionale dedita agli attacchi informatici
e alle frodi su larga scala, compiute lo scorso anno ai danni di oltre cento vittime italiane titolari di
conti accessibili via home banking e di 74 cittadini stranieri che hanno subito, all’estero, la clonazione
delle carte di credito.

Alla luce del carattere di transnazionalità accertato, la Procura della Repubblica di Milano ha attivato i
meccanismi di cooperazione giudiziaria e di coordinamento assicurati da Eurojust, che hanno portato alla
costituzione di una Squadra Investigativa Comune (di cui al d.lgs. 16 febbraio 2016, n. 34) composta da
poliziotti italiani e rumeni i quali, sotto il coordinamento dei rispettivi pubblici ministeri e con il
supporto essenziale di Eurojust, attraverso i rappresentanti nazionali italiano e rumeno dell’Agenzia
europea, hanno congiuntamente sviluppato le attività investigative, partecipando attivamente in territorio
estero e scambiando, in tempo reale, gli elementi di prova necessari a corroborare le condotte criminose
commesse in più Paesi. Durante l’organizzazione preliminare delle attività investigative è stato possibile
coinvolgere Europol, che nella fase esecutiva ha altresì assicurato il costante collegamento operativo per le
esigenze di accertamento in campo europeo.

Le attività hanno preso spunto a seguito di una notizia informalmente appresa dal Compartimento, alla fine del
2016, sul ruolo sospetto di due soggetti di origine calabrese. Le tempestive indagini sul loro conto
restituivano i sintomi di appartenenza a un’organizzazione criminale di tipo transnazionale, operante
prevalentemente in Italia e Romania, che si accertava dedita alle frodi informatiche per l’accaparramento
illecito di ingenti profitti, poi ripuliti, sui quali l’attenzione è massima per il potenziale di distorsione
che possono determinare nei mercati leciti.

Oltre al profilo di pericolosità dei numerosi indagati, taluno dei quali anche di notevole spessore criminale,
è emersa la particolare solidità che l’organizzazione è riuscita a costruirsi adottando un forte sistema di
controllo interno per la gestione delle attività illecite, talvolta sfociato in azioni di intimidazione nei
confronti di affiliati o di concorrenti, ovvero nella pianificazione di “spedizioni punitive”.

Nelle comunicazioni intercettate, non sono mancati commenti e frasi dimostrative di questo potere, tipiche
degli appartenenti a organizzazioni molto strutturate. Ad esempio, per far valere le gerarchie interne:

“Nn sai ki sono ma la cliente e la mia sax fsi il serio grazie…” “… sai ki so e io nn so n infame kiaro so de
strada no un pajsccio …” “…(…) nn fate cazzate connme” …”Te lo dico per L ultima volta nn mi mettere in mezzo
a ose che nn c entro”…”Nn sbagliare (…) con me a parlare”…

Oppure, quelle verso terzi, esterni all’organizzazione, sopraffatti in favore dei propri affiliati:

”ascolta, io sono un uomo, e qua parlo, io ho una parola sola, vai a fare l’atto, vai firmare allora se non
corrisponde (…) corrispondi tu?…sappi che comunque veniamo da te……(…) è uno di noi…tra due mesi voglio i
soldi, perchè a (…) dentro ci stiamo pensando noi, ma loro sono anche la mia famiglia gli ha detto, quindi a
loro ci pensate voi che dovete dargli i soldi…(…)!..”

Pertanto, la Polizia di Stato utilizzerà tutti gli strumenti previsti per dissolvere detta organizzazione e
impedire la prosecuzione delle attività criminali puntando, nell’immediatezza, al sequestro di tutti i
proventi illeciti.

I numerosi servizi di osservazione a carico degli indagati, in uno con le indagini tecniche (intercettazioni
telefoniche, telematiche ed ambientali) riuscivano a superare le particolari cautele a conversare, i cenni
d’intesa e le tecniche di sviamento dei contenuti, permettendo di svelare l’intera organizzazione, la
struttura (gerarchica a livello regionale), il meccanismo di raccolta dei proventi illeciti, prevalentemente
frutto di phishing su larga scala (mediante l’attivazione di carte di comodo a nome di oltre 100 soggetti
prestanome) e i vari accorgimenti adottati per interrompere la catena di identificazione dei passaggi di
denaro verso i vertici dell’organizzazione.

I proventi illeciti accertati nel solo periodo osservato dalle indagini sono di oltre 1.200.000 euro, ma si
ritiene che l’organizzazione possegga capacità di movimentazione di denaro assai superiore. Grazie al prezioso
contributo di Poste Italiane S.p.A., con cui la Polizia Postale e delle Comunicazioni vanta una pluriennale ed
efficace collaborazione anche per la prevenzione congiunta delle frodi, è stato possibile individuare una
serie di trasferimenti di denaro in Italia e verso l’estero, essenziali per ricostruire, in unico contesto, le
numerose frammentazioni appositamente apportate per muovere i proventi illeciti.

La Polizia di Stato coordina le attività grazie alla costituzione, presso il Compartimento di Milano, di
un’apposita Control Room, dove gli specialisti della Polizia Postale e delle Comunicazioni stanno operando
unitamente ad ufficiali di Europol e della Polizia rumena.

Rappresentanti della Polizia di Stato sono presenti presso la sede di Eurojust per supportare le attività di
coordinamento giudiziario, tenuto conto che il Pubblico ministero di Milano, con investigatori del
Compartimento di Milano, si trova attualmente in territorio rumeno per svolgere attività istruttoria, nella
fase dell’esecuzione delle misure cautelari, unitamente all’Autorità giudiziaria rumena.

Articolo di Laura Marinaro

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