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Milano, detenuti di San Vittore in rivolta per ore

È durata quasi tutta la giornata la rivolta dei detenuti di San Vittore a Milano. La libertà di poter vedere i parenti, dopo le restrizioni dettate dal Coronavirus, ma soprattutto la richiesta di migliori condizioni carcerarie e di accesso al lavoro esterno. Queste le richieste dei detenuti che verso le 8 del mattino, nel terzo raggio, detto «La Nave», prima hanno derubato metadone negli ambulatori, poi hanno raggiunto il tetto e hanno iniziato a bruciare oggetti. Sul posto sono arrivati gli agenti di polizia in assetto antisommossa. E i rivoltosi, sul tetto fino a tutto il primo pomeriggio hanno continuato ad urlare «Libertà, vogliamo la libertà» mostrando un lenzuolo bianco con la scritta «indulto». Sul posto, oltre ai pm milanesi  Nobili e Ruta, che hanno trattato con i detenuti, anche il questore Sergio Bracco. I due magistrati hanno incontrato la delegazione di carcerati che ha chiesto  riduzione dell’affollamento del penitenziario,  miglioramento dell’accesso al lavoro esterno, affidamento in prova e arresti domiciliari. I pm hanno assicurato ai detenuti che torneranno per monitorare la loro situazione, garantendo loro che non ci saranno irrigidimenti da parte della polizia penitenziaria nei loro confronti. La rivolta è proseguita all’esterno ma protagonisti sono stati un gruppo di anarchici entrati in contatto con la Polizia dopo che hanno cercato di impedire il passaggio di un pullman della penitenziaria che stava transitando davanti all’ingresso. Fortunatamente è durato poco e i feriti sono stati lievi.

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