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Milano, Coronavirus primi casi anche a Milano: Sesto San Giovanni, Mediglia e Lissone sotto “osservazione”. Le Università milanesi chiudono gli atenei

Milano: arriva in città e nella provincia il coronavirus, si tratta di un uomo di 78 anni. Lo fa sapere il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, che sta presiedendo, insieme all’assessore al Welfare, Giulio Gallera, l’Unità di crisi. In generale sono salite a 46 le persone risultate positive al virus in Lombardia.

Anche la donna di 76 anni deceduta al proprio domicilio a Casalpusterlengo e che è stata sottoposta a tampone post mortem.

Dei 7 nuovi casi appena confermati rispetto ai 39 già comunicati questa mattina (due dei quali in provincia di Pavia e altrettanti in provincia di Cremona), uno è residente a Sesto San Giovanni, Milano, ed è ricoverato all’Ospedale San Raffaele da una settimana, secondo le prime indiscrezioni. Gli altri 6 provengono dalle zone già interessate dall’infezione.

L’Ats si è attivata anche su Lissone (Monza-Brianza), dove vivono i nipotini del pensionato: tutti i familiari sono sottoposti alla procedure.

Nel frattempo le procedure per arginare il contagio si fanno più strette e si stanno tentando di ricostruire tutti i rapporti che ha avuto l’anziano contagiato nelle ultime due o tre settimane.

Gallera ha annunciato, in serata, il secondo caso di contagio a Milano: si tratta di un uomo di Mediglia ricoverato attualmente all’ospedale Sacco che sarà trasferito al San Matteo di Pavia.

Nel frattempo anche gli atenei milanesi provvedono a misure a tutela degli studenti e precauzionali. In una nota divulgata dall’Università Statale di Milano si legge:

“Tutte le lezioni e le attività didattiche dell’Università degli Studi di Milano, compresi gli appelli d’esame e le sedute di laurea, in tutte le sue sedi, sono sospese fino al 2 marzo, giorno in cui potranno riprendere in assenza di diverse indicazioni da parte delle Autorità. Sono sospese anche le prove di concorso scritte e orali. Vengono garantiti i servizi amministrativi che non comportino ricevimento al pubblico.

Per il personale
La sede di Lodi resterà chiusa fino a contraria disposizione, fatti salvi i servizi essenziali di pronto soccorso clinico e le attività di zootecnia, nelle modalità che saranno precisate nelle prossime ore sui siti dei Dipartimenti interessati.

Il personale tecnico amministrativo e bibliotecario che opera presso la sede di Lodi, i residenti a Lodi e nei comuni interessati dal provvedimento emanato dal Ministero della Salute in data 21 febbraio (pubblicato nei documenti), sono invitati per motivi precauzionali a restare al loro domicilio e svolgere attività lavorativa, se possibile, in collegamento web.

L’assenza dal servizio sarà per tutti giustificata sulla base dell’emergenza sanitaria in corso e dell’esigenza primaria di tutela della salute e della sicurezza pubblica, come evidenziata anche dai provvedimenti delle competenti Autorità nazionali e locali.

Il personale che lavora nelle sedi di Milano, Sesto San Giovanni, Crema ed Edolo presterà regolare servizio, fatte salve le attività che comportino apertura al pubblico.”

Articolo di Lorenzo Chiaro

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