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Milano, arresti in Atm per appalti truccati sulla linea Verde

Dodici persone in carcere e una ai domiciliari nell’operazione della Guardia di Finanza di Milano su delega della Procura della Repubblica denominata Subway.

Corruzione turbativa d’asta abuso d’ufficio e falsi in atti pubblici sono i reati contestati a diversi dirigenti e funzionari dell’Azienda dei Trasporti infedeli. Tra questi l’inchiesta che ha scoperchiato un sistema di trucco di appalti nelle pubbliche forniture vede al centro Paolo Bellini, responsabile dell’Unità Amministrativa Tecnica Complessa sugli impianti di Segnalamento e Automazione delle Linea Metropolitana 1,2,3 e 5. Secondo i pm Giovanni Polizzi e Maurizio Romanelli che hanno disposto numerose perquisizioni, Bellini avrebbe incassato 125.000 euro di tangenti tra ottobre 2018 e luglio 2019. Coinvolte a vario titolo alcune società come Siemens Mobility e Alstom Ferroviaria, Ceit e Engineering Informatica che sono state perquisite.

Persino un dirigente della Siemens Ag, il referente del settore vendite Rudolf Unverzagt, è indagato per le ipotesi di turbativa d’asta e corruzione insieme al project manager italiano Camillo Gallizioli, per aver promesso nel 2019 a Bellini che la Siemens, una volta aggiudicato l’appalto per il nuovo sistema di segnalamento della linea metropolitana 2 «verde», si sarebbe avvalsa per la sua esecuzione di una serie di subfornitori indicati dal dirigente Atm che vi era cointeressato economicamente. Il manager tedesco non è stato arrestato mentre in manette è finito Gallizioli incastrato da intercettazioni inequivocabili.

 

L’appalto in questione per la linea 2 «verde» è il gemello di quello del 2006 per la linea 1 «rossa», che nei mesi scorsi ha prodotto parecchi incidenti (anche con feriti tra i passeggeri) a causa di frenate di sicurezza brusche e ingiustificate. In una intercettazione, Bellini sembra evocare che anche 14 anni fa ci sia stata qualche turbativa nella gara, perché, riferendosi all’appalto attuale, prospetta che «…succederà come è successo in linea 1… ». Ma l’indagine non verte su quell’appalto del 2006, e del resto qualunque ipotesi di reato sarebbe comunque già prescritta. Il procuratore Francesco Greco in un comunicato scrive «sono stati raccolti elementi relativi ad un ulteriore e più risalente episodio di corruzione, avvenuto nel 2006 per l’assegnazione dell’appalto relativo al sistema di segnalamento della linea Metropolitana M1, nel cui contesto sono emerse le recenti criticità (frenate brusche d’emergenza) che hanno investito la linea rossa».

 

Riguardo invece a un altro appalto, per Bellini la «posa del cavo `sbagliato´» sarebbe «sicuramente passata inosservata» salvo un incidente. «Un incendio, un cortocircuito… per arrivare a quello deve bruciare la galleria».

 

Fra le contestazioni mosse a vario titolo ad alcuni degli arrestati c’è anche l’ipotesi di associazione a delinquere per Paolo Bellini che, oltre a chiedere in alcuni casi come tangente una sorta di «stipendio» mensile di alcune migliaia di euro per tutta la durata dei contratti viziati da turbative, come principale utilità economica puntava ogni volta ad assicurarsi presso le aziende il subappalto di parte delle forniture a una società (poi messa in liquidazione e sostituita da un’altra) della quale era amministratore di fatto accanto agli amministratori ufficiali. Fra la trentina di imputazioni elevate agli indagati raggiunti da misure cautelari compaiono anche episodi di rivelazione di segreto d’ufficio (per le notizie «soffiate» sui capitolati di gara), peculato e abuso d’ufficio.

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha commentato: «È sconfortante scoprire che mentre tutti si impegnano e lavorano per il bene della comunità, qualche disonesto mette a repentaglio il lavoro fatto da una intera azienda. Atm è un’eccellenza milanese e il suo lavoro non deve e non sarà infangato dalle malefatte di pochi. Ovviamente mi aspetto provvedimenti immediati da parte dell’azienda nei confronti di chi è stato coinvolto nei procedimenti giudiziari e una seria verifica dei processi aziendali».

«Atm sin da subito ha prestato la propria fattiva collaborazione alle Autorità inquirenti – si legge in una nota dell’Azienda dei trasporti milanese – anche al fine di determinare al più presto gli elementi relativi alle responsabilità dei soggetti indagati e assumere tutti i conseguenti provvedimenti a riguardo. L’Azienda è del tutto estranea ai fatti contestati, attribuiti ai singoli soggetti che, a quanto si apprende, avrebbero agito autonomamente in violazione del Codice Etico di Atm ancor prima che in violazione delle norme di legge. Di conseguenza, Atm ha già dato incarico ai propri legali al fine di tutelare l’Azienda in tutte le sedi opportune».

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