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Israele, orrore a Kfar Azza: trovati cadaveri di bambini e neonati decapitati

L’orrore della strage nel kibbutz sconvolge il mondo

Israele, orrore a Kfar Azza: trovati cadaveri di bambini e neonati decapitati.

La notizia che da qualche ora apre le homepage dei giornali di tutto il mondo è atroce: a Kfar Azza, un kibbutz preso d’assalto dai miliziani di Hamas a Gaza, sono stati trovati «bambini con le teste decapitate».

A riferirlo i soldati israeliani che combattono nella Striscia di Gaza. Drammatico il racconto dell’orrore alla tv israeliana i24 News. Secondo la stessa fonte, «intere famiglie sono state fucilate nei loro letti».

L’eccidio è di tre giorni fa, ma solo oggi l’esercito ha permesso alla stampa di documentare la zona dell’assalto. «Non è una guerra, non è un campo di battaglia, è un massacro», il grido del generale di Divisione Itai Veruv. Il bilancio, stando a fonti militari, non è ancora definitivo.

Finora, stando a quanto si apprende, sono stati recuperati i corpi di 40 neonati e bambini piccoli. Ma i cadaveri, in totale, sono almeno 200. La furia dei terroristi di Hamas si è abbattuta su persone inermi.

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«C’è un forte odore di morte, è dappertutto», riferiscono alcuni soldati mentre dai loro video postati sui social si sentono rumori di esplosioni provenienti da Gaza. La stampa straniera è stata invitata dall’esercito israeliano a testimoniare i crimini disumani commessi da Hamas, proprio come avevano fatto gli Alleati dopo aver vinto la Seconda Guerra Mondiale e liberato i campi di concentramento dell’Olocausto.

Nuove stime ufficiali – riferite dal sito Ynet – segnalano che il numero dei morti in Israele per l’attacco da Gaza sia salito a più di 1200. Secondo le stesse informazioni, inoltre, si crede che gli ostaggi israeliani portati a Gaza siano oltre 200.

Intanto, il conflitto si inasprisce ulteriormente dopo il lancio di razzi da Gaza verso l’Hotel Regina ad Ashkelon. Prima dell’attacco c’era stato l’ultimatum agli abitanti della città, 40 km a nord della Striscia di Gaza: «Avvisiamo gli abitanti di Ashkelon di lasciare la città».

Un raid lanciato da Israele ha colpito il porto di Gaza. Le immagini trasmesse in tv da Al Jazeera hanno mostrato una densa nube di fumo dal porto con i pescherecci e le imbarcazioni in fiamme. In mattinata c’era stato un attacco aereo israeliano sul valico di Rafah, tra Egitto e Gaza, il secondo raid in meno di 24 ore. A riferirlo l’autorità di frontiera sul lato di Gaza, secondo quanto riporta il Washington Post.

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Duro, tuttavia, il monito delle Nazioni Unite nei confronti di Israele: l’assedio totale di Gaza è «proibito» dal diritto internazionale umanitario. «L’imposizione di assedi che mettono in pericolo la vita dei civili privandoli di beni essenziali per la loro sopravvivenza è vietata dal diritto internazionale umanitario», ha sottolineato in un comunicato il capo delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Turkin.

«Il mio messaggio a tutte le parti è inequivocabile, le leggi di guerra devono essere rispettate», ha affermato il capo degli affari umanitari dell’Onu Martin Griffiths, sottolineando che «coloro che sono tenuti prigionieri devono essere trattati umanamente e gli ostaggi devono essere rilasciati senza indugio».

Intanto, secondo le versioni ufficiali fin qui circolate, la Casa Bianca vuole che Israele reagisca al feroce attacco di Hamas in modo «proporzionato», ma non ha precisato se ci siano dei limiti che non dovrebbero essere oltrepassati, oltre al monito a non colpire i civili. Gli Stati Uniti potrebbero dispiegare una seconda portaerei vicino a Israele, oltre all’ammiraglia Gerald R. Ford. Lo riferisce il Wall Street Journal, citando fonti della Difesa americana.

I due aerei militari che hanno riportato in Italia i primi 200 connazionali che hanno voluto lasciare Israele sono atterrati a Pratica di Mare. In programma altri due voli nelle prossime ore. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha presieduto al Viminale il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica per un’analisi delle possibili minacce legate alla grave crisi in Medio Oriente. Nel corso dell’incontro, informa il ministero, «all’esito di una articolata valutazione dei profili di rischio, sono stati disposti l’innalzamento del livello di attenzione verso ogni possibile obiettivo e un rafforzamento delle misure di prevenzione sul territorio».

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