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“Impagnatiello avvelenava lei e il feto da mesi”: nuovi sviluppi dall’autopsia sul corpo di Giulia Tramontano

La 29enne, morta dissanguata, era ancora viva dopo le prime coltellate

“Impagnatiello avvelenava lei e il feto da mesi”: nuovi sviluppi dall’autopsia sul corpo di Giulia Tramontano.

Il tentativo di avvelenamento ai danni di Giulia Tramontano sarebbe durato mesi. Impagnatiello avrebbe tentato di uccidere la 29enne al settimo mese di gravidanza ben prima del 27 maggio scorso.

È quanto risulta dalla consulenza autoptica che, depositata oggi alla Procura di Milano, ha rivelato la presenza del veleno per topi sia nel feto che nel sangue della donna, con un “incremento” della somministrazione “nell’ultimo mese e mezzo”.

La donna, uccisa con 37 coltellate a Senago, in provincia di Milano, è morta dissanguata, ma era ancora viva dopo le prime coltellate.

Ma c’è di più. Un’informativa dei Carabinieri che hanno condotto le indagini coordinate dall’aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo svela un altro particolare: Impagnatiello cercava online già a gennaio “quanto veleno per topi è necessario per uccidere una persona”.

L’autopsia non ha chiarito se l’avvelenamento di Giulia sia avvenuto con un elevato quantitativo di topicida in un’unica dose o con una somministrazione lenta per un periodo più ampio, anche se i Carabinieri propendono per la seconda ipotesi.

Già a dicembre, tra l’altro, stando all’informativa degli investigatori, Impagnatiello cercava in rete il motivo per cui il veleno non stesse facendo effetto, quanto tempo ci voleva perché agisse, salvo scoprire che perdeva potenza se somministrato con “bevande calde”.

Nelle stesse ore, a dicembre, Giulia scriveva ad un’amica: “Mi sento una pezza, ho troppo bruciore di stomaco (…) lo stomaco mi uccide (…) mi sento drogata”.

tramontano impagnatiello

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