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La lite, il coltello e il tentativo di bruciarla: ecco come Alessandro Impagnatiello si sarebbe accanito sul corpo di Giulia Tramontano

Avrebbe deciso di uccidere la compagna dopo aver saputo che quest'ultima aveva incontrato la sua amante

La lite, il coltello e il tentativo di bruciarla: ecco come Alessandro Impagnatiello si sarebbe accanito sul corpo di Giulia Tramontano.

A Senago, comune ad una manciata di chilometri da Milano, è accaduto tutto nel giro di 8, massimo 9 ore. Questo l’intervallo di tempo al vaglio degli inquirenti, da ore al lavoro sul caso di Giulia Tramontano, la 29enne il cui corpo, dopo la confessione del fidanzato Alessandro Impagnatiello, è stato ritrovato a poche centinaia di metri dalla sua abitazione.

Molte le incongruenze e le contraddizioni nel racconto del 30enne in sede di denuncia, che aveva ricostruito davanti ai Carabinieri le ore che precedevano la scomparsa della compagna, al settimo mese di gravidanza.

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senago

Le telecamere di sorveglianza della casa registrano l’uscita di Impagnatiello una prima volta intorno alla mezzanotte (00.19) del 28 maggio. Circostanza che l’uomo ha giustificato riferendo dell’acquisto di 2 grammi di marijuana in viale Certosa a Milano.

Poi, l’auto del 30enne, una Volkswagen T-Roc, viene nuovamente fotografata dalle telecamere tre ore dopo, alle 03.14, quando si vede l’uomo rientrare in casa.

Ma c’è un terzo frame che Impagnatiello non ha indicato in sede di denuncia: alle 03.22 il 30enne esce nuovamente dalla sua abitazione. Le immagini lo inquadrano mentre tiene sotto l’ascella sinistra un sacchetto, con dentro un lenzuolo bianco.

Si dirige di nuovo rapidamente verso l’auto parcheggiata, resta dentro alcuni secondi e poi rincasa, sempre con il sacchetto sotto l’ascella. Altri due sacchetti, anche questi non menzionati durante il primo interrogatorio, sono nelle mani di Impagnatiello alle 7 del mattino, quando l’uomo sostiene di essere uscito per recarsi al lavoro. Da una delle buste, quella trasparente, si intravede un mucchio di vestiti.

E questi sono solo alcuni degli elementi che hanno portato gli investigatori a sospettare fin da subito del 30enne. In realtà, l’uomo, già 48 ore prima del delitto, smanettava online, alla ricerca disperata di informazioni su Alberto Stasi (l’allora studente di economia condannato per il delitto di Chiara Poggi, uccisa nel 2007).

Poi, intorno alle 19 del 27 maggio, poco prima che Giulia Tramontano passi sotto la telecamera davanti casa, Impagnatiello è di nuovo su Google e legge consigli online su come ripulire una vasca di bagno.

Giulia Tramontano

Ma è il 31 maggio che la sua cronologia mostra elementi ancora più inquietanti: una serie di ricerche su come rimuovere macchie di sudore, candeggina, ruggine, erba, olio e – elemento che più balza all’occhio – un’attenzione morbosa su come eliminare il sangue dalle superfici.

Stando a quanto emerso, con ogni probabilità il 30enne avrebbe deciso di uccidere la compagna dopo aver saputo che quest’ultima aveva incontrato sabato pomeriggio la sua amante (anche lei incita di lui), davanti all’Armani Hotel di via Manzoni.

L’inchiesta, come ricostruito nel corso di una conferenza stampa in Procura a Milano, ha fatto emergere che Impagnatiello, per disfarsi del corpo, avrebbe versato alcol sul cadavere della fidanzata due volte: dentro casa e in cantina.

Quando i Carabinieri gli hanno chiesto conto del coltello con cui Giulia Tramontano sarebbe stata colpita fatalmente, il 30enne avrebbe dichiarato che la compagna si sarebbe colpita volontariamente e che poi lui avrebbe afferrato la lama e l’avrebbe uccisa per farla riposare in pace. Una versione chiaramente ritenuta poco credibile.

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