Delitto di Garlasco, nuova indagine 18 anni dopo: Andrea Sempio indagato per l’omicidio di Chiara Poggi.
A quasi due decenni dalla morte di Chiara Poggi, la Procura di Pavia riapre il caso: perquisizioni, sequestri e ricerche dell’arma riaccendono i riflettori su Andrea Sempio, amico del fratello della vittima. La famiglia Poggi: “Gogna mediatica, il colpevole è Stasi”.
Delitto di Garlasco, nuova indagine 18 anni dopo: Andrea Sempio indagato per l’omicidio di Chiara Poggi.
A quasi due decenni dalla morte di Chiara Poggi, la Procura di Pavia riapre il caso: perquisizioni, sequestri e ricerche dell’arma riaccendono i riflettori su Andrea Sempio, amico del fratello della vittima. La famiglia Poggi: “Gogna mediatica, il colpevole è Stasi”.
A diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi, il delitto di Garlasco torna sotto i riflettori della giustizia e dell’opinione pubblica. La giovane fu uccisa il 13 agosto 2007 nella villetta di famiglia in via Pascoli, a Garlasco, in provincia di Pavia. Per quel crimine è stato condannato in via definitiva, dopo cinque gradi di giudizio, l’allora fidanzato Alberto Stasi, che oggi si trova in regime di semilibertà. Ma ora, dopo quasi due decenni, spunta una nuova pista investigativa: Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, Marco Poggi, è formalmente indagato per omicidio volontario in concorso.
Il delitto e la condanna di Alberto Stasi
Chiara, 26 anni, fu trovata riversa in una pozza di sangue all’interno della sua abitazione, colpita con un oggetto contundente. A dare l’allarme fu il fidanzato Alberto Stasi, studente della Bocconi. Sin dall’inizio le indagini si concentrarono su di lui, che fu arrestato ma successivamente scarcerato. Iniziò quindi un lungo iter giudiziario che, tra assoluzioni e condanne, si concluse nel dicembre 2015 con la sentenza definitiva della Corte di Cassazione: 16 anni di reclusione per omicidio. Stasi ha sempre sostenuto la propria innocenza e, dal 2023, ha ottenuto il permesso di uscire dal carcere per lavorare come contabile.
Il ritorno di Andrea Sempio al centro delle indagini
Nel marzo 2025, le autorità hanno riaperto il caso con una nuova chiave interpretativa. Andrea Sempio, 37 anni, è finito nel registro degli indagati con l’ipotesi di concorso in omicidio. I carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, su disposizione della Procura di Pavia, hanno eseguito perquisizioni nelle abitazioni di Sempio, dei suoi genitori e di due amici, Roberto Freddi e Mattia Capra. Sequestrati telefoni e computer, mentre le indagini si sono concentrate anche sul recupero della possibile arma del delitto, che potrebbe essere stata gettata in un canale a Tromello, piccolo centro a pochi chilometri da Garlasco.
Secondo alcune testimonianze – tra cui una riletta dagli inquirenti e rivalutata dopo anni – l’arma potrebbe essere un attizzatoio da camino o, più verosimilmente secondo la famiglia Poggi, un martello mancante dall’abitazione della vittima. Le ricerche sono in corso con l’ausilio dei vigili del fuoco, che stanno svuotando il canale.
Il Dna sotto le unghie e la pista genetica
Già nel 2017, i legali di Alberto Stasi avevano chiesto una revisione del processo sulla base della presenza del Dna di Sempio sotto le unghie di Chiara. La richiesta fu respinta, ma oggi quell’elemento torna centrale nella nuova indagine. La procura guidata dal procuratore Fabio Napoleone, insieme all’aggiunto Stefano Civardi e alla pm Valentina De Stefano, ha ritenuto necessario rivedere alcune valutazioni degli inquirenti dell’epoca, individuando incongruenze e possibili errori di giudizio. Venerdì 16 maggio, a Pavia, è prevista l’udienza per il conferimento dell’incarico per un nuovo incidente probatorio sul Dna.
Le reazioni: tra serenità e dolore
Andrea Sempio, assistito dagli avvocati Angela Taccia e Massimo Lovati, si è detto “tranquillo” e ha collaborato con i carabinieri durante le perquisizioni. Diversa la reazione della madre, colta da un lieve malore durante un interrogatorio e apparsa in lacrime. L’indagato, secondo i legali, continua a dichiararsi estraneo ai fatti. Tuttavia, negli ultimi mesi, gli investigatori avrebbero raccolto nuovi elementi che rafforzerebbero i sospetti nei suoi confronti, anche se su questi dettagli vige il massimo riserbo.
La riapertura dell’indagine non ha incontrato il favore della famiglia Poggi, che attraverso i legali Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagno ha ribadito la propria convinzione sulla colpevolezza di Stasi. “Non esistono ricostruzioni alternative”, hanno dichiarato, definendo quella su Sempio una “gogna giudiziaria e mediatica” e lamentando l’ignoranza delle sentenze passate. “La famiglia è rimasta ancora una volta basita per quanto sta accadendo”, hanno aggiunto i legali.
Una nuova verità?
Il delitto di Garlasco resta uno dei casi più emblematici e controversi della cronaca nera italiana. La nuova inchiesta della Procura di Pavia punta a riscrivere la storia del delitto, non escludendo che Alberto Stasi possa essere stato condannato ingiustamente. A distanza di 18 anni, la verità giudiziaria è stata già pronunciata, ma la ricerca di una verità sostanziale sembra tutt’altro che conclusa. I prossimi mesi saranno decisivi per comprendere se davvero vi sia stato un errore giudiziario o se le nuove piste si riveleranno infondate.
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