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Brugherio, telecamere in casa per spiare la compagna e ricatti: fermato un 52enne

L'uomo minacciava di diffondere foto intime di lei ad amici e parenti

Brugherio (Monza), telecamere in casa per spiare la compagna e ricatti: fermato un 52enne.

I Carabinieri di Brugherio, in provincia di Monza, hanno fermato un uomo di 52 anni che aveva messo in pratica intimidazioni e violenze alla compagna. Addirittura aveva installato telecamere in casa per spiarla, minacciando di diffondere foto intime alla famiglia.

Nel corso della relazione, l’uomo aveva cominciato ad assumere atteggiamenti di smodata gelosia, imponendo alla compagna di scegliere fra lui e le sue amicizie, fino a impedirle di frequentare la propria famiglia d’origine. Per avere un costante controllo sulla consorte, inoltre, aveva installato delle videocamere nella sua abitazione, monitorandola a sua insaputa all’interno delle mura domestiche e ascoltando così le sue conversazioni telefoniche. Da ultimo, dopo averle sferrato uno schiaffo al volto, appresa la volontà della donna di porre fine alla relazione, la minacciava di condividere una foto che la ritraeva in atteggiamenti intimi con i suoi (di lei) contatti personali e lavorativi.

L’intervento dei Carabinieri

Immediato l’intervento dei Carabinieri della Compagnia di Monza, che tramite il racconto dei testimoni e servizi dedicati, hanno raccolto gli elementi necessari per ricostruire il quadro indiziario, permettendo alla Procura della Repubblica di Milano di richiedere con tempestività una misura cautelare.

I Carabinieri della Stazione di Brugherio hanno quindi eseguito negli scorsi giorni l’ordinanza del divieto d’avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, emesso dal G.I.P. presso il tribunale di Milano su proposta della locale Procura della Repubblica, nei confronti del compagno della donna, ritenuto responsabile dei reati p. e p. dagli artt. 612 bis (atti persecutori), 615 bis (interferenze illecite nella vita privata) e 615 ter (accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico) ai danni della ex compagna.

Il sistema di telecamere e la persecuzione

La perquisizione contestuale all’applicazione della misura ha permesso di rinvenire dispositivi elettronici e account che l’uomo avrebbe usato per realizzare le condotte contestate, materiale sottoposto a sequestro in attesa di ulteriori accertamenti.

I comportamenti dell’uomo, dal G.I.P. definiti quali “una vera e propria persecuzione” nei confronti della donna e “lesivi della sua dignità e reputazione, oltre che riservatezza”, l’avevano costretta a modificare profondamente le proprie abitudini di vita, causandole un forte timore per la propria incolumità.

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