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Blue Whale, al via il primo processo a Milano

Si chiama Blue Whale Challenge ed è un assurdo “gioco” al massacro, una roulette russa del dark web che gira tra gli adolescenti incauti. Sono i “curatori” che farebbero parte di questa sedicente organizzazione a delinquere a chiedere ai ragazzini prove assurde di mutilazioni e incisioni, fino alla morte in alcuni casi. Una di queste, una 23enne milanese, andrà a processo il prossimo 16 aprile. La vittima è una dodicenne di Palermo agganciata su un social dalla curatrice che poi l’avrebbe portata a gesti di autolesionismo e alla quale aveva chiesto di gettarsi dall’alto di un tetto. Per il pm Barilli l’accusa è di istigazione al suicidio aggravata «da aver agito avvalendosi della forza intimidatrice derivante da un’associazione segreta, la cosiddetta Blue Whale Challenge, nei confronti di una minorenne – è scritto nel capo di imputazione – la giovane, con la complicità del ragazzino russo, avrebbe provocato nella vittima un perdurante e grave stato di ansia e di paura» per la propria incolumità e, come si evince dagli accertamenti informatici della polizia postale, avrebbe, come curatrice del gioco imposto anche altri atti più gravi con lo scopo di recare dolore e disagio alla persona, chiedendo addirittura una condotta conclusiva consistente nel suicidio mediante un salto nel vuoto dal tetto di un edificio».

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