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Arrestato a Torino componente di una cellula terroristica

L'organizzazione si chiama Individualistas Tendiendo a lo Salvaje 

Arrestato a Torino componente di una cellula terroristica.

Stamane la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Torino, su richiesta della locale Procura, nei confronti di un indagato accusato di associazione con finalità di terrorismo ex art. 270 bis del c.p., che si ipotizza sia aderente all’organizzazione Individualistas Tendiendo a lo Salvaje I.T.S., formazione nata in Sud America e ritenuta dagli inquirenti responsabile di oltre 100 attentati in diverse parti del mondo.

 Contestualmente è stato eseguito il sequestro preventivo del sito web www.maldicionecoestremista.altervista.org. Il procedimento si trova attualmente nella fase delle indagini preliminari.

Arrestato a Torino componente di una cellula terroristica

L’indagine

L’articolata indagine, avviata nel 2018 e coordinata dalla Sezione Distrettuale Antiterrorismo della Procura di Torino, ha fatto emergere gravi indizi circa la partecipazione dell’arrestato all’organizzazione terroristica internazionale anti–civilizzazione, denominata I.T.S. (Individualisti Tendenti al Selvaggio), i cui militanti si sarebbero resi autori di attentati ai danni di persone e strutture ritenute simbolo della civilizzazione (università, apparati di comunicazioni, mezzi di trasporto e anche chiese).

In particolare, sono stati raccolti gravi indizi che, secondo la valutazione cautelare del G.I.P., consentono di riferire al gruppo, nato in Sudamerica nel 2011 e propagatosi poi anche in Europa (Spagna, Grecia e Scozia), oltre 100 attentati in diversi parti del Mondo – Messico, Argentina, Brasile, Cile e Stati Uniti – che hanno causato la morte di 7 persone ed il ferimento di altre 12.

L’indagato, in base a quanto accertato dagli investigatori della Polizia di Stato, avrebbe tenuto condotte concrete di condivisione ideologica delle finalità dell’associazione, svolgendo un ruolo determinante nella diffusione delle attività compiute dal sodalizio e partecipando all’associazione con comportamenti significativi sul piano materiale.

L’attività investigativa è stata condotta dalla Digos di Milano con il costante supporto del Servizio per il Contrasto dell’Estremismo e del Terrorismo Interno della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione/UCIGOS ed ha ricevuto un prezioso contributo informativo di intelligence da parte dell’A.I.S.E.

L’indagine – assolutamente innovativa per la complessità degli strumenti tecnologici messi in campo – ha consentito, nell’ipotesi accusatoria, di raccogliere gravi indizi del fatto che l’indagato sarebbe il fondatore del sito web www.maldicionecoestremista.altervista.org. (letteralmente la Maledizione dell’Eco-estremista), che avrebbe poi amministrato unitamente ad altri quattro soggetti residenti in Sud America e attraverso il quale venivano rivendicati e pubblicizzati gli attacchi del gruppo.

Arrestato a Torino componente di una cellula terroristica

Terrorismo e dark web

L’arrestato, peraltro, risulta essere anche l’amministratore di una virtual machine attestata sul dark web che, secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbe consentito agli altri quattro sodali di collegarsi al predetto sito mantenendo l’anonimato.

In tale contesto, a conferma della dimensione sovranazionale dell’indagine e del ruolo di primo piano che si ritiene essere stato rivestito dall’indagato piemontese, lo scorso 16 marzo due cittadini argentini, ritenuti intranei all’organizzazione I.T.S., sono stati tratti in arresto dalle Autorità di quel Paese proprio grazie alle evidenze investigative emerse nell’ambito dell’indagine italiana e partecipate con apposita rogatoria agli inquirenti argentini.

Gli approfondimenti condotti dagli uomini dell’Antiterrorismo della Polizia sul target – il cui monitoraggio è stato particolarmente difficoltoso in considerazione dell’atteggiamento circospetto nonché per l’utilizzo di mezzi di comunicazione crittografati – sono stati eseguiti nell’ambito di una complessa attività investigativa supportata da attività intercettive sperimentali e tradizionali servizi di pedinamento ed osservazione ed hanno, peraltro, permesso di riscontrare il confezionamento da parte dell’indagato torinese di manufatti utili alla realizzazione di ordigni esplosivi, poi non costruiti proprio grazie alla tempestiva attività d’indagine.

Giova evidenziare, infine, che alla luce della normativa vigente in materia di presunzione di innocenza, l’indagato fino a sentenza definitiva di condanna in Cassazione è da considerarsi innocente.

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