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Cannes 76: Martin Scorsese e il discorso malinconico sul cinema

Cannes 76: Martin Scorsese e il discorso malinconico sul cinema.

Killers of the Flower Moon è uno dei film più attesi della 76 esima edizione del Festival di Cannes. La pellicola di Martin Scorsese verrà presentata alla stampa e al pubblico il 18 maggio, per poi arrivare nelle sale italiane il 19 ottobre grazie a 01 Distribution.
Esattamente in occasione della premiere a Cannes, Scorsese ha rilasciato una lunga e malinconica intervista a Deadline nella quale, oltre a parlare del film, si apre totalmente offrendo una sua delicata riflessione sul cinema.
“Vorrei potermi prendere una pausa di due mesi e allo stesso tempo girare un film. Il mondo intero si è aperto davanti a me, ma ormai è troppo tardi. È troppo tardi. Sono vecchio. Leggo roba. Vedo cose. Voglio raccontare storie… ma non c’è più tempo. Kurosawa, quando ricevette il suo Oscar, si rivolse a George Lucas e Steven Spielberg e mentre glielo davano disse che solo a 83 anni ha iniziato a comprendere le possibilità di quello che potrebbe essere il cinema, ed è troppo tardi. Ora so benissimo cosa intende”. E poi continua: “Ma c’è ancora pubblico per questo genere di pellicole in sala? È questa la domanda, davvero. Chi ha detto che il cinema avrebbe continuato come ha fatto per gli ultimi cento anni? Negli ultimi 25 anni le cose sono cambiate, negli ultimi cinque anni le cose sono cambiate, e solo nell’ultimo anno, le cose sono cambiate. Chi dice che continuerà a esistere nello stesso modo? Un mondo nel quale le persone vanno a vedere un film come Le catene della colpa o Il bruto e la bella, in un cinema, su un grande schermo con 1.000 o 2.000 persone nel pubblico, un sabato o una domenica pomeriggio o sera? Mi piacerebbe che continuasse in quel modo, perché è come lo conoscevo io. E so che un’esperienza comunitaria con un pubblico, con qualsiasi film su un grande schermo, è migliore di una in cui si guarda un film da soli. Ne sono certo. Ma la natura della tecnologia è tale che è stato creato un mondo completamente nuovo. In quel mondo, ci sono certi film, per esempio, per i quali anche io vedrei in streaming. Ma stai parlando con un uomo di 80 anni. Le persone di dieci, venti, trenta, quarant’anni dovrebbero vivere i film come un’esperienza comunitaria, in un cinema. Film come Super Mario Bros. sono fantastici per i giovani. Ma piacciono anche a un pubblico più maturo. Solo che poi si rischia di arrivare a un punto in cui si penserà solo al fatto che un film è un adattamento di un videogioco o un tentpole .
Pensano che sia quello il cinema? Lo è fino a un certo punto, e quando ero bambino, Il giro del mondo in 80 giorni era un grande evento cinematografico. Lo schermo era incredibile, era Todd-AO. Non dimenticherò mai l’introduzione in Technicolor, con Edward R. Murrow. Il razzo si alza, il tendone si apre, scopre lo schermo gigantesco e vediamo questo magnifico documentario di viaggio che è Il giro del mondo in 80 giorni. È un tipo di film, ma non è tutto il cinema.
Penso davvero che ci si debba concentrare per coltivare l’apprezzamento per i film che poi il pubblico andrà a vedere al cinema quando sarà più adulto. Il che significa che anche i cinema devono aiutarci. Ci vorrebbero cinema più comodi. Non buchi con schermi più piccoli di quelli che si ha a casa. Perché è a quel punto che il pubblico andrà al cinema con degli amici e reagirà anche a quel film. Non puoi mai sapere. Quella persona potrebbe uscire dalla sala e scrivere una sceneggiatura o un romanzo che diventerà una sceneggiatura che diventerà un film di punta che farà guadagnare più soldi ai cinema in futuro. Spielberg e io siamo andati a vedere Jules e Jim, e lui è diventato amico di Truffaut e Fellini. Quei film l’hanno influenzato.
Dico al pubblico là fuori di impegnarsi. La loro vita potrebbe uscirne arricchita”.

E poi conclude riferendosi al suo ultimo film Killers of the Flower Moon: “Questo è un tipo diverso di film; penso davvero che lo sia. Ebbene, io l’ho fatto per voi, quindi dai, impegnatevi e andate al cinema a vederlo. Passate la serata, o il pomeriggio con questo film, con questa storia, con queste persone, con questo mondo che riflette sul mondo in cui viviamo oggi molto più di quanto potremmo pensare”.

Cannes 76: Martin Scorsese e il discorso malinconico sul cinema

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