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Maxi incendio all’Università della Tuscia: crolla un piano, paura a Viterbo.

Le fiamme partite dal tetto durante lavori di ristrutturazione. Evacuati studenti e docenti, disperso un operaio poi ritrovato. Allarme per sostanze infiammabili nei laboratori. La Procura apre un'inchiesta.

Maxi incendio all’Università della Tuscia: crolla un piano, paura a Viterbo.

Le fiamme partite dal tetto durante lavori di ristrutturazione. Evacuati studenti e docenti, disperso un operaio poi ritrovato. Allarme per sostanze infiammabili nei laboratori. La Procura apre un’inchiesta.

Momenti di terrore all’Università della Tuscia di Viterbo, dove nella mattinata di mercoledì un vasto incendio ha avvolto la sede della facoltà di Agraria in via Falcone e Borsellino, nel quartiere Riello. Le fiamme si sono sprigionate intorno alle 10 dal tetto della palazzina C, dove erano in corso lavori di ristrutturazione. Il rogo si è rapidamente esteso, provocando il crollo del secondo piano e l’evacuazione immediata di studenti, docenti e personale amministrativo.

Tra le prime informazioni drammatiche, la notizia della scomparsa di un operaio impegnato nei lavori sul tetto, inizialmente dato per disperso. Solo ore dopo si è appreso che l’uomo era riuscito a mettersi in salvo in tempo e ad allertare i soccorsi. Alcune persone sono rimaste intossicate, ma fortunatamente non si registrano vittime.

Il panico è stato immediato. “Eravamo in classe quando ci hanno detto di uscire subito – racconta una studentessa – abbiamo preso le borse e siamo scappati, c’era fumo ovunque”. Fuori dall’edificio, tra i presenti, anche un docente arrivato apposta per sincerarsi della situazione: “Temo che abbiamo perso tutti i macchinari acquistati con i fondi Pnrr. I danni ai laboratori sono gravissimi”.

Il tetto della struttura – che un tempo ospitava tutte le aule della facoltà di Agraria e oggi accoglie due dipartimenti – ha preso fuoco a causa di alcuni rotoli di guaina catramata, innescando un effetto domino devastante. Secondo il comandante provinciale dei Vigili del fuoco, Mauro Caprarelli, le fiamme si sono propagate attraverso il cavedio interno, raggiungendo i laboratori di chimica e genetica.

In queste aree erano presenti sostanze altamente infiammabili, tra cui 500 litri di etanolo e bombole di protossido di azoto. Per questa ragione è stato istituito un cordone di sicurezza con evacuazione nel raggio di 500 metri. L’intervento dei Vigili del fuoco è stato immediato, supportato da unità specializzate dell’Esercito e dal personale NBC per il rischio chimico.

L’intera zona è stata chiusa al traffico, mentre le autorità locali hanno invitato la popolazione a restare in casa e a tenere chiuse le finestre in un raggio di un chilometro. Vietata anche la raccolta di grano e cereali, per il timore che la fuliggine possa aver contaminato i campi. Coldiretti, Cia e altre associazioni agricole hanno espresso preoccupazione e chiesto controlli immediati.

La Procura di Viterbo ha aperto un’inchiesta. L’informativa iniziale delle forze dell’ordine e dei Vigili del fuoco è attesa nelle prossime ore. Gli inquirenti vogliono chiarire le responsabilità del rogo: al momento, l’ipotesi principale è quella di un incidente legato ai lavori di coibentazione in corso sul tetto.

Dal Governo è arrivata la solidarietà del ministro dell’Università Anna Maria Bernini, che ha contattato personalmente il rettore Stefano Ubertini per esprimere vicinanza alla comunità accademica e garantire il pieno supporto del Ministero, con particolare attenzione alla continuità delle attività didattiche.

Anche il ministro della Difesa Guido Crosetto ha manifestato la propria vicinanza, disponendo l’invio di reparti dell’Esercito per supportare le operazioni di messa in sicurezza dell’area.

La giornata si è chiusa con il bilancio di alcuni intossicati, ingenti danni materiali, ma nessuna vittima. Resta l’allarme per le ripercussioni ambientali e per la sorte delle attività scientifiche: i laboratori, vero cuore della facoltà, potrebbero essere andati distrutti.

“Sarà un danno enorme per la didattica e la ricerca”, ha dichiarato il Rettore. Ora si attende la perizia dei tecnici e l’esito delle indagini per fare piena luce sulle cause del rogo. Ma a Viterbo, intanto, resta il timore di un disastro sfiorato.

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