Verona: Sempre più uomini al centro NAV, unico servizio pubblico in Veneto per il recupero dei maltrattanti
Verona è l’unica città veneta con un centro pubblico per uomini maltrattanti: aumentano gli accessi al NAV, in attuazione del "Codice Rosso"
Verona: Sempre più uomini al centro NAV, unico servizio pubblico in Veneto per il recupero dei maltrattanti
Sono sempre di più gli uomini che vengono inviati allo “Spazio di Ascolto Nav Non Agire Violenza”, fenomeno diffuso di cui non si parla mai abbastanza. Verona è l’unica città del Veneto che offre la possibilità di questo importante percorso in una struttura gestita direttamente dal Comune. Si tratta di un servizio pubblico rivolto agli uomini maltrattanti nelle relazioni affettive e familiari, gestito direttamente dal Comune attraverso l’Area Servizi alla Persona.
L’accesso al Nav avviene nel 91% dei casi su invio delle autorità giudiziarie, in ottemperanza alla normativa vigente quando il partecipante rientri all’interno del procedimento penale previsto dalla Legge 19 luglio 2019, n.69 detta “Codice Rosso”. Nel restante 9% l’uomo vi accede volontariamente.
Sono 45 gli uomini presi in carico dal servizio da gennaio a luglio di quest’anno, contro i 68 dell’intero 2024, i 43 del 2023 e i 41 del 2022. L’età media è di 43 anni, con lavoro, figli, istruzione secondaria (inferiore o superiore), in linea con le statistiche nazionali. A volte ci sono fragilità sociali, ma non è la regola, anzi. Altre volte vi può essere comorbilità con dipendenze da alcol o sostanze illegali che vengono trattate dai servizi specialistici. Non esiste, quindi, un profilo “tipo”.
Il servizio è punto di riferimento per avviare un processo di consapevolezza e responsabilità dei propri comportamenti per coloro che agiscono violenza. Il centro offre percorsi di supporto psicologico ed educativo per aiutare gli autori di comportamenti violenti ad affrontare la responsabilità delle proprie azioni e ad avviare un percorso di cambiamento concreto. Il servizio antiviolenza è inoltre arricchito da uno specifico centro formativo per operatori del terzo settore, per aziende e adulti lavoratori, per studenti e percorsi scolastici.
Grazie all’impegno dell’Amministrazione Tommasi è stata stipulata una convenzione con il Tribunale lo scorso anno per definire le modalità di invio degli uomini “in codice rosso” al centro Nav. Come previsto dalla legge, la convenzione prevede incontri individuali o di gruppo, con cadenza almeno bisettimanale, di durata non inferiore alle 60 ore e distribuiti su un minimo di 12 mesi, caratterizzati da relazioni scritte periodiche e finali degli operatori comunali, indirizzate all’Autorità giudiziaria, che attestino la partecipazione attiva al percorso intrapreso dell’uomo utente e l’eventuale raggiungimento degli obiettivi prefissati.
“L’impegno della nostra Amministrazione è rivolto sin dall’inizio del mandato a strutturare una gestione dei Servizi Antiviolenza – spiega la Vicesindaca e assessora alla Parità di genere, Barbara Bissoli – che si avvalga per quanto possibile di personale dipendente del Comune, per mantenere la corretta visione culturale e di approccio dei Servizi Antiviolenza nel loro insieme e il coordinamento dei singoli Servizi, cioè del Centro P.E.T.R.A. che si occupa delle donne vittime di violenza, del Centro NAV che consente agli uomini che hanno agito violenza di avviare un percorso di cambiamento a partire dalla presa di consapevolezza delle proprie azioni e del nuovo Centro di Formazione Antiviolenza P.E.T.R.A. che, a fini formativi e di prevenzione, eroga formazione e svolge attività di sensibilizzazione, con l’obiettivo di diffondere la cultura del valore della differenza e del rispetto nelle relazione affettive.
Il fenomeno della violenza maschile sulle donne, che ha profonde radici culturali, necessità di un approccio quanto più integrato che mira con grande determinazione, da un lato alla prevenzione e, dunque, alla formazione culturale soprattutto delle giovani generazioni, dall’altro alla protezione delle donne vittime di violenza e, nel contempo, al recupero degli uomini che hanno agito violenza, perché come ripeto spesso: la violenza maschile sulle donne è una tragedia per le donne che la subiscono, ma è un problema degli uomini che le Istituzioni si debbono parimenti impegnare a risolvere con l’obiettivo di sradicare quella che è una piaga dell’intera società, che mina alle basi la possibilità di raggiungere la parità tra uomini e donne.”
“Essendo, nella maggior parte dei casi, la loro, una richiesta di aiuto “indotta” da circostanze giudiziarie, inizialmente lavoriamo sulla motivazione – sottolinea lo psicologo dello Spazio Ascolto Uomini che agiscono violenza Nav, Filippo Saccardo – una volta realizzato e accettato il motivo per cui tali persone sono costrette a frequentare il centro, esse portano avanti un percorso di consapevolezza e si rendono conto che tali dinamiche psicologiche sono molto utili“.
Questo progetto ha rappresentato una tappa importante per lo sviluppo di un modello d’intervento integrato, capace di affiancare la dimensione giudiziaria a quella educativa e relazionale. Si inserisce nel più ampio quadro normativo previsto dal cosiddetto “Codice Rosso”, che valorizza i percorsi trattamentali come condizione per la sospensione condizionale della pena, e conferma Verona come l’unico Comune del Veneto ad aver attivato stabilmente un servizio di questo tipo.
Fin dalla sua attivazione, il servizio si è distinto per l’approccio multidisciplinare e l’impegno costante nel prevenire la recidiva, favorendo una cultura della consapevolezza, della responsabilità e del rispetto nelle relazioni. A condurre i colloqui e i gruppi di lavoro sono professionisti esperti – psicologi, psicoterapeuti, educatori – con formazione specifica sul tema della violenza maschile contro le donne e sulla gestione delle emozioni.
Per eventuali informazioni ci si può rivolgere al (+39) 333 9313148 o inviare una mail a spazio.uomini@comune.verona.it. Il servizio è gratuito per l’accesso volontario, mentre i percorsi di supporto psicologico (individuali e di gruppo) svolti presso lo Sportello di ascolto Nav. prevedono oneri a carico del partecipante, in ottemperanza alla normativa vigente, qualora il partecipante rientri all’interno del procedimento penale previsto dalla Legge 19 luglio 2019, n.69 “Codice Rosso”.
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