Venezia, sgominata rete criminale specializzata in borseggi: 23 misure cautelari. Violenza, minacce e riciclaggio dietro i furti ai turisti
Maxi-operazione dei Carabinieri a Venezia: 23 misure cautelari contro una rete criminale specializzata nei borseggi ai turisti, tra violenze, minacce, riciclaggio e oltre 150 violazioni del foglio di via.
Venezia, sgominata rete criminale specializzata in borseggi: 23 misure cautelari. Violenza, minacce e riciclaggio dietro i furti ai turisti.
Una rete criminale radicata nel cuore della città più visitata d’Italia e capace di agire con metodo, rapidità e violenza. È questo il quadro emerso dall’ampia indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Venezia e condotta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri, che nella giornata odierna ha portato all’esecuzione di 23 misure cautelari personali nei confronti di altrettanti soggetti senza fissa dimora, molti dei quali di nazionalità bosniaca e croata, appartenenti a gruppi rom/sinti.
Il dispositivo cautelare emesso dal GIP del Tribunale di Venezia prevede 8 arresti in carcere, 8 divieti di dimora in Veneto, 6 nella provincia di Venezia e 1 obbligo di dimora nel comune di Genova. L’operazione è stata resa possibile anche grazie alla collaborazione delle autorità ungheresi e croate attraverso il Servizio di Cooperazione Internazionale.
Una rete organizzata, violenta e attiva nei principali snodi della città
L’indagine, sviluppata tra luglio 2023 e dicembre 2024, ha permesso di ricostruire con precisione l’attività del gruppo, responsabile a vario titolo di furto aggravato, lesioni personali, minacce per costringere a commettere reato, indebito utilizzo di strumenti di pagamento, falsificazione, ricettazione, riciclaggio e violazioni del foglio di via obbligatorio.
Il cuore operativo della rete era composto da 20 borseggiatrici che agivano con destrezza nelle zone più affollate della città:
- Stazione ferroviaria di Venezia Santa Lucia
- Stazione di Venezia-Mestre
- mezzi pubblici, autobus e treni
- aree densamente frequentate del centro storico
Il gruppo colpiva soprattutto i turisti, sfruttando l’affollamento dei vaporetti, dei ponti e delle calli. Le borseggiatrici, spesso giovanissime, non esitavano a ricorrere alla violenza fisica contro chi tentava di ostacolare i furti.
Aggressioni e minacce: dalle ritorsioni ai passanti ai ricatti interni al gruppo
Le indagini hanno documentato episodi particolarmente gravi. In un caso, tre indagate hanno aggredito una donna che aveva impedito un borseggio ai danni di un turista vicino alla stazione di Santa Lucia. La vittima è stata colpita con schiaffi e con una borsa usata come arma, riportando una frattura a un dito e una prognosi di 30 giorni.
In un altro episodio, un’indagata ha minacciato due giovani borseggiatrici – una delle quali minorenne di appena 14 anni – di ferirle con un coltello se non avessero consegnato 2.500 euro ciascuna entro un giorno. La stessa donna avrebbe colpito all’addome una delle ragazze, ignorando il suo stato di gravidanza.
Un sistema criminale in cui la violenza non veniva utilizzata solo contro le vittime, ma anche per mantenere il controllo interno del gruppo.
Il riciclaggio tramite i coniugi: contante convertito per coprire la provenienza illecita
A completare la struttura criminale c’erano i mariti delle borseggiatrici, incaricati della gestione del denaro e della logistica quotidiana.
Tre di loro sono risultati coinvolti in un’attività sistematica di riciclaggio: si recavano in un noto centro commerciale della provincia di Venezia per convertire in euro valuta straniera sottratta ai turisti, per un totale di 11.000 euro, rendendo più difficile risalire alla provenienza del denaro.
Gli uomini si occupavano inoltre di accompagnare le donne nei punti di partenza delle loro giornate criminali e di accudire i figli durante le ore di attività.
32 furti accertati e oltre 150 violazioni del foglio di via
Le indagini hanno ricostruito 32 episodi di furto con destrezza, per un bottino complessivo di circa 50.000 euro. Una cifra che, secondo gli investigatori, rappresenta solo una parte del reale volume criminale della rete.
Accertate anche oltre 150 violazioni del foglio di via obbligatorio, a conferma della volontà degli indagati di proseguire le attività criminose ignorando ogni provvedimento restrittivo.
Arresti anche all’estero e nuove notifiche
Una delle donne coinvolte è stata trasferita alla casa di reclusione femminile della Giudecca.
Altri due soggetti – un uomo e una donna – già detenuti in Croazia, così come un’altra donna in Ungheria, sono stati raggiunti dal provvedimento cautelare grazie alla collaborazione internazionale.
Ulteriori divieti di dimora sono stati notificati a Venezia e Roma, dove una delle indagate è stata individuata con il supporto dei Carabinieri del Comando Provinciale.
Una rete criminale radicata e violenta: Venezia prova a difendere il suo centro storico
L’operazione odierna mette in luce una rete efficiente, aggressiva e ben organizzata, capace di trasformare aree nevralgiche di Venezia in zone di caccia per i turisti. L’attività coordinata dalla Procura lagunare rappresenta un passo decisivo nel tentativo di ristabilire sicurezza e legalità in uno dei centri storici più fragili e visitati al mondo.
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