Volpiano, neonata sbalzata dall’auto e investita: due mezzi in fuga al centro dell’inchiesta.
Le indagini della Procura di Ivrea ricostruiscono una dinamica sempre più complessa: un furgone avrebbe tamponato la Fiat 500X della madre e una seconda auto avrebbe investito l’ovetto sbalzato sull’asfalto. Due conducenti sono ora ricercati per omicidio stradale e fuga dopo l’incidente.
Volpiano, neonata sbalzata dall’auto e investita: due mezzi in fuga al centro dell’inchiesta.
La notte del 6 dicembre 2025, lungo il tratto di autostrada A5 Torino-Aosta nei pressi di Volpiano, si è consumata una tragedia che ha sconvolto un’intera comunità e aperto un fascicolo investigativo molto delicato. La morte della piccola Lucia, che il 12 dicembre avrebbe compiuto tre mesi, non appare più come il drammatico esito di un incidente autonomo: gli accertamenti della Procura di Ivrea hanno infatti delineato un quadro molto più complesso, in cui a innescare la sequenza fatale sarebbe stato il tamponamento di un furgone poi fuggito, seguito dall’investimento della neonata da parte di una seconda auto, anch’essa mai fermatasi.
Il tamponamento iniziale e la fuga del furgone
Secondo quanto ricostruito dai primi accertamenti, la Fiat 500X guidata dalla madre della bambina stava percorrendo la carreggiata in direzione Aosta quando sarebbe stata urtata violentemente da un furgone sopraggiunto alle spalle. L’impatto avrebbe fatto perdere all’auto il controllo, generando una carambola contro il guardrail e una siepe laterale prima dello stop fuori strada. Le immagini recuperate dalle telecamere di sorveglianza e le testimonianze già raccolte confermano la presenza del furgone e documentano come il conducente, dopo essersi accostato per pochi istanti, abbia poi deciso di ripartire, facendo perdere ogni traccia di sé.
La seconda auto e l’investimento della bambina
L’elemento più agghiacciante emerso nelle ultime ore riguarda la presenza di un altro veicolo, non ancora identificato. Sarebbe stato questo mezzo, giunto dopo il primo schianto, a investire l’ovetto con la piccola Lucia, sbalzato fuori dall’abitacolo durante l’urto. Il tratto di autostrada era completamente buio e l’ovetto era avvolto da una copertina, per questo non è ancora chiaro se il conducente si sia reso conto di aver travolto la neonata. Ciò che però appare certo è che il veicolo non si è fermato, aggiungendo una seconda fuga alla già drammatica catena di omissioni.
Il nodo dell’ovetto e i dubbi sul sistema di ritenuta
Al centro dell’indagine resta il quesito tecnico più rilevante: come sia stato possibile che l’ovetto, regolarmente presente sull’auto, sia stato proiettato fuori dall’abitacolo insieme alla bambina. Le prime ricostruzioni hanno sgomberato il campo dall’ipotesi che la neonata potesse essere in braccio alla madre, come erroneamente ipotizzato nelle prime ore. I tecnici nominati dalla Procura stanno ora verificando l’effettivo fissaggio del seggiolino, la correttezza dell’aggancio e l’integrità dei sistemi di ritenuta. Questo passaggio avrà un peso determinante non solo nel definire la dinamica, ma anche nel chiarire eventuali responsabilità indirette.
Le indagini della Procura e il lavoro degli investigatori
La Procura di Ivrea ha aperto un fascicolo per omicidio stradale e fuga del conducente, aggravanti che riguardano almeno due veicoli. A coordinare l’inchiesta è il pm Mattia Cravero, affiancato dai tecnici e dagli agenti della Polizia stradale di Torino-Settimo, che negli ultimi giorni hanno passato al setaccio ogni dettaglio del tratto compreso tra Settimo e Volpiano. Decine di automobilisti sono stati ascoltati come testimoni, mentre altre persone verranno chiamate nelle prossime ore per ricostruire i minuti precedenti e successivi allo schianto. Il materiale video recuperato dalle telecamere dell’autostrada rappresenta un tassello cruciale e potrebbe consentire di risalire alla targa del furgone e della seconda auto, aprendo la strada all’identificazione dei responsabili.
Il racconto della madre e lo shock della comunità
La madre della piccola Lucia, una donna di 35 anni residente a Quincinetto, è stata trasportata all’ospedale Giovanni Bosco in stato di shock. Le sue condizioni sono migliorate e potrà essere ascoltata dagli inquirenti non appena sarà in grado di fornire un resoconto lucido dell’accaduto. Le sue parole saranno decisive per colmare i vuoti ancora presenti nella ricostruzione, soprattutto i momenti immediatamente successivi al tamponamento.
Nel frattempo, la comunità di Quincinetto, piccolo centro al confine con la Valle d’Aosta, è stretta nel dolore. Il padre della bambina, molto conosciuto come membro del “Coro La Rupe”, è arrivato sul luogo dell’incidente poco dopo la tragedia, trovandosi davanti a una scena che nessun genitore dovrebbe mai affrontare. Il sindaco, Angelo Canale Clapetto, ha parlato di un lutto che ha avvolto l’intero paese, descritto come “una ferita condivisa da tutti”.
Le questioni ancora aperte e il peso delle responsabilità
Gli inquirenti devono ora stabilire il momento esatto in cui la vita della piccola Lucia si è spezzata: se nell’impatto con l’asfalto o se a causarne la morte sia stato l’investimento successivo. Una distinzione drammatica, che non muta il dolore, ma definisce con precisione i contorni giuridici delle responsabilità.
Restano da chiarire anche le concause dell’incidente, eventuali manovre improvvise, la velocità dei mezzi coinvolti e gli ultimi istanti prima della tragedia. Nulla, allo stato attuale, viene escluso: non un cedimento strutturale, non un errore umano, non una distrazione, non la possibilità che uno dei conducenti non abbia colto la gravità della situazione.
Una corsa contro il tempo per dare un nome alla fuga
L’indagine prosegue ora come una vera corsa contro il tempo: individuare chi ha urtato e chi ha travolto la neonata non è soltanto un atto di giustizia, ma l’unico modo per restituire rigore a una verità che non può rimanere sospesa.
Ora la Procura e gli investigatori cercano di ricomporre ogni frammento di quella sequenza per dare un volto, e una responsabilità, a chi non si è fermato.
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