Torino: atti persecutori contro un professore. Custodia cautelare in carcere per “Don Alì” e obbligo di firma per due complici
La Polizia di Stato esegue tre misure cautelari per un’aggressione e una campagna diffamatoria ai danni di un docente. Indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Torino.
Torino: atti persecutori contro un professore. Custodia cautelare in carcere per “Don Alì” e obbligo di firma per due complici.
La Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Torino su richiesta della Procura della Repubblica, diretta da Giovanni Bombardieri, nei confronti di un 24enne di origine marocchina, conosciuto sui social come “Don Alì”, ritenuto responsabile del reato di atti persecutori.
Per la stessa ipotesi di reato, il giudice ha disposto l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria per altri due giovani torinesi, di 24 e 27 anni.
Le indagini della Squadra Mobile, avviate a fine ottobre, hanno ricostruito un episodio particolarmente grave avvenuto nel quartiere Barriera Milano.
I tre indagati avrebbero organizzato un agguato ai danni di un professore, appostandosi all’esterno della scuola dove l’uomo lavora e dove, in quel momento, si era recato per prendere la figlia di tre anni e mezzo.
Approfittando della superiorità numerica, i tre avrebbero circondato e minacciato il docente, rivolgendogli insulti e accuse infondate di aver maltrattato un alunno, descritto come loro nipote.
Secondo quanto ricostruito, la scena sarebbe proseguita anche all’arrivo di una collega della vittima, intervenuta per mettere in salvo la bambina. I tre avrebbero inoltre inseguito e intimidito il professore, colpendolo anche con schiaffi alla nuca.
Uno degli indagati avrebbe ripreso l’intera aggressione con il cellulare, pubblicando successivamente il video — insieme alle immagini dell’appostamento — sulla pagina Instagram di “Don Alì”, corredato da didascalie diffamatorie che definivano il docente come “pedofilo” e “preda” del gruppo.
All’inizio di novembre, “Don Alì” avrebbe poi pubblicato sui social anche alcuni estratti di un’intervista rilasciata alla trasmissione “Le Iene”, rinnovando le minacce al professore e affermando che “se la prossima volta abusi un bambino, finirà molto peggio”.
L’aggressione aveva provocato nel docente un evidente stato d’ansia, con ripercussioni sulla sua vita quotidiana e familiare.
Le attività investigative — analisi dei video e dei post social, raccolta delle testimonianze, verifiche sull’istituto scolastico — hanno permesso non solo di confermare le condotte moleste e minacciose, ma anche di accertare la totale infondatezza delle accuse rivolte al professore.
Nel provvedimento cautelare, il GIP ha inoltre sottolineato l’attualità della pericolosità del principale indagato: dagli accertamenti è infatti emerso che “Don Alì” sarebbe autore anche di un’ulteriore aggressione avvenuta l’11 novembre scorso, ai danni di una troupe della trasmissione “Diritto e Rovescio”, durante la quale avrebbe colpito ripetutamente il parabrezza del loro veicolo con una mazza chiodata.
La misura cautelare è stata eseguita venerdì 21 novembre in serata, al termine di lunghe ricerche: il 24enne, nel frattempo resosi irreperibile, è stato rintracciato nelle cantine di un palazzo della Barriera di Milano.
Dopo un breve tentativo di fuga a piedi, è stato bloccato e condotto in Questura.
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