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Powervolley Milano, Sbertoli: “Indossare questa maglia vuol dire responsabilità ed orgoglio”

Il palleggiatore protagonista del format #AskTo: “Mi mancano i miei compagni. Mi ispiravo a Bruno, Piano uno dei centrali migliori con cui mi sono trovato”.

MILANO – A tutto Riccardo Sbertoli, come non l’avete mai visto. E non solo per il nuovo look del palleggiatore meneghino che sfoggia un taglio netto nei capelli, ma anche per le risposte date in diretta nel primo appuntamento #AskTo del progetto #ViciniELontani dell’Allianz Powervolley Milano. «Mi mancano tanto i miei compagni – ammette Sbertoli –, è dura passare da una quotidianità in cui vedi delle persone tutti i giorni ad un momento in cui fatichi a condividere qualcosa».

Si è parlato di aspetti tecnici, di Milano e della sua Powervolley ed anche di Nazionale, senza tralasciare qualche momento più easy con diverse interruzioni social dai suoi due compagni di squadra Piano e Nimir, al collega di nazionale Simone Giannelli. “Cosa è il capitolato?” gli ha chiesto proprio Giannelli, con Sbertoli a ricordare un aneddoto di questa estate quando i due registi erano impegnati con la maglia azzurra.
Una sessione di #AskSbertoli molto coinvolgente quella andata in onda sui canali social di Powervolley Milano, ma non sono mancate le risposte piene di contenuto. «Quando ho iniziato a giocare mi sono sempre ispirato a Bruno – analizza Sbertoli, rispondendo ad un utente che gli chiedeva chi fosse uno dei suoi modelli –, ha vinto tutto. Man mano che vai avanti, che arrivi a giocare in Serie A, più che avere un idolo cerchi di imparare dagli altri, perché ogni palleggiatore ha un suo timbro e bisogna cercare di capire cosa potresti fare tu per avvicinarti alle loro capacità. L’ideale sarebbe riuscire a prendere qualcosa da tutti. De Cecco, ad esempio, è il migliore nel palleggio ad una mano ed è il più bello da vedere».
Sembrano lontanissimi i momenti di pallavolo giocata, ma non mancano i salti indietro nel tempo: «Come mi senti quando entro in campo e sento il mio nome? Sono emozioni forti, ti da una carica incredibile che ti permette di dare il massimo. Come quando abbiamo giocato al Mediolanum Forum lo scorso anno: un palazzetto gremito per una giornata fantastica. È quella una delle partite più belle della mia carriera». Se Milano – Modena del 13 gennaio 2019 è la partita più bella per Sbertoli, quale invece i rimpianti? «Quest’anno sicuramente i quarti di finale di Coppa Italia contro Trento, mentre con la maglia azzurra i quarti di finale dell’Europeo contro la Francia. La partita più emozionante di questa stagione invece è quella con Civitanova: loro erano imbattuti, noi avevamo anche Petric out per un infortunio, ma ci siamo uniti come squadra ed abbiamo vinto in casa loro».

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È difficile anche per Sbertoli stare a casa in questi giorni. Lui, classe 1998,  si divide tra pallavolo e studio. «Sono uno studente un po’ particolare: per gli allenamenti che faccio non riesco a frequentare l’ambiente universitario e questo mi dispiace. Ma mi piace quello che studio».
Gli manca – come è normale che sia – la pallavolo giocata, ed in particolar modo le alzate in primo tempo, gesto tecnico che Sbertoli preferisce. «Si, mi piace molto. Il centrale con cui mi sono trovato meglio? Non mi è quasi mai capitato di trovarmi male con qualcuno. Con Matteo Piano lo scorso avevamo trovato un ottimo feeling e quest’anno mi è dispiaciuto non poterci giocare insieme per il suo infortunio. Mentre in Nazionale, considerando anche le giovanili, mi sono trovato bene sia con Galassi e quest’estate con Russo». A proposito di maglia azzurra: «L’esperienza in Nazionale è stata importantissima. Per certi versi mi ha fatto crescere molto dal punto di vista sportivo». Tra le tante domande, si chiude con un pensiero per Milano e per quella maglia – quel numero 6 che appartiene, per storia, alla famiglia Sbertoli (il padre era un palleggiatore ed anche la sorella gioca a pallavolo, tutti con la maglia numero 6) che  spera di poter tornare presto ad indossare: «È una responsabilità ma mi riempie di orgoglio. Milano è la squadra che mi ha permesso di giocare in Superlega nella mia città: forse anche per questo mi metto addosso un sacco di responsabilità. Però adesso è il momento di rispettare le indicazioni che ci vengono date. Quindi restiamo a casa. Questo 2020 non è partito nel migliore dei modi, è surreale non vedere gente in giro. Dobbiamo aspettare che questa situazioni passi fidandoci di chi dà le precauzioni».

VIDEO ASK SBERTOLI: https://www.youtube.com/watch?v=NA1I_tFPKzg

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