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Appello alle Istituzioni: le attività economiche e turistico-ricettive di Bormio lanciano l’allarme in vista delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026

Le principali attività economiche e turistico-ricettive del comprensorio di Bormio lanciano un appello urgente a Regione Lombardia e al presidente Attilio Fontana: «Zone rosse, divieti di accesso e cantieri olimpici rischiano di paralizzare il cuore della stagione invernale 2026».

Appello alle Istituzioni: le attività economiche e turistico-ricettive di Bormio lanciano l’allarme in vista delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026.

«Zone rosse, divieti di accesso e cantieri: così rischiamo la chiusura nel cuore della stagione invernale»

Bormio, 1 dicembre 2025 – Le principali attività economiche, ricettive e sportive del comprensorio sciistico di Bormio lanciano un appello urgente a tutte le Istituzioni, alla Regione Lombardia e al presidente Attilio Fontana. A due mesi dall’apertura dei Giochi olimpici invernali Milano-Cortina 2026, gli operatori locali denunciano un quadro che definiscono «insostenibile», fatto di chiusure forzate, accessi limitati e mancanza di un piano operativo chiaro per gestire l’impatto dell’evento sul territorio.

A sottoscrivere l’appello congiunto sono le direzioni di Chalet La Rocca, Hotel Ristorante Gallo Cedrone, Hotel Girasole 2000, Ristorante Kiosko Gallo Cedrone, Scuola Sci Gallo Cedrone, Noleggio Gallo Cedrone, Oltre Alpine Hotel, Ristorante I Laghetti, Chiosco da Michele e Bosk Bas, realtà che da anni rappresentano un pilastro dell’offerta turistica della località valtellinese.

«Le nostre attività saranno di fatto irraggiungibili nel periodo più importante dell’anno»

Gli imprenditori del settore non nascondono la loro preoccupazione: le decisioni che gli Enti organizzatori – tra cui la Fondazione Milano Cortina 2026 – hanno predisposto per garantire sicurezza e logistica durante le competizioni, prevedono l’istituzione di ampie zone rosse e rigidi divieti di accesso proprio a ridosso delle strutture coinvolte.

Misure che, denunciano gli operatori, «renderanno impossibile ai clienti raggiungerci tra gennaio e febbraio, le settimane più redditizie della stagione invernale». Un danno che si somma alla «logorante convivenza con i cantieri olimpici» che ha già segnato l’estate 2025, con ritardi, deviazioni e un calo drastico della presenza turistica.

Nonostante numerose riunioni e sopralluoghi avvenuti negli ultimi due anni, le imprese affermano che «non è stato condiviso alcun piano operativo concreto» per mitigare l’impatto economico dell’evento su strutture ricettive, ristoranti, scuole sci e noleggi, né sul personale stagionale che dipende da quelle settimane di lavoro.

«L’entusiasmo per le Olimpiadi non può cancellare criticità così evidenti»

Pur riconoscendo il valore strategico dell’evento olimpico per il territorio, gli operatori spiegano che l’entusiasmo non basta a compensare la situazione attuale, definita «drammatica». Molti di loro avevano offerto disponibilità per ospitare staff, volontari e delegazioni tecniche, ma lamentano che la collaborazione non è stata recepita né valorizzata.

Le conseguenze economiche rischiano di essere pesanti e, sottolineano, «non esiste alcuno strumento di tutela che compensi la perdita di fatturato o che protegga i lavoratori». Per le attività stagionali, la chiusura durante l’alta stagione equivale a un anno compromesso.

«Ci viene negato di fatto il diritto al lavoro», affermano con amarezza, «in assenza di indicazioni chiare su tempi, modalità di accesso e limitazioni previste dall’organizzazione olimpica».

La richiesta: «Servono sostegni immediati o molte realtà non sopravvivranno»

La delegazione delle attività economiche chiede alle Istituzioni di intervenire senza ulteriori ritardi, in particolare alla luce della visita del presidente Attilio Fontana prevista proprio oggi a Bormio. La richiesta è duplice:

  1. Un piano operativo dettagliato e immediato sulle misure di accesso e le zone rosse, che garantisca visibilità e preavviso agli operatori.
  2. L’istituzione urgente di un fondo di compensazione, o comunque di un meccanismo di sostegno economico destinato agli esercizi e ai lavoratori penalizzati dalle limitazioni olimpiche.

Secondo gli imprenditori, senza un intervento tempestivo molte attività rischiano una crisi irreversibile, con ripercussioni non solo sul tessuto economico locale, ma anche sull’occupazione e sull’immagine complessiva del comprensorio sciistico.

«Non smetteremo di chiedere risposte: difendiamo il diritto al lavoro»

In chiusura del documento, le realtà firmatarie ribadiscono la volontà di continuare a dialogare con le Istituzioni e di chiedere tutele concrete per sé, per i propri dipendenti e per i clienti «che da anni scelgono Bormio per le loro vacanze».

«Non smetteremo di chiedere risposte e protezione del diritto al lavoro», scrivono, «perché questo non è solo un problema economico: riguarda la sopravvivenza delle nostre attività, delle famiglie che vivono di turismo in montagna e dell’identità stessa del comprensorio».

Firmatari dell’appello

  • Chalet La Rocca
  • Hotel Ristorante Gallo Cedrone
  • Hotel Girasole 2000
  • Ristorante Kiosko Gallo Cedrone
  • Scuola Sci Gallo Cedrone
  • Noleggio Gallo Cedrone
  • Oltre Alpine Hotel
  • Ristorante I Laghetti
  • Chiosco da Michele
  • Bosk Bas
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