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Al Carcano torna Shakespeare

Debutta al Teatro Carcano di Milano un Riccardo III dalle atmosfere post-apocalittiche. Il sipario shakespeariano si apre l’8 novembre  con  il giovane mattatore Davide Lorenzo Palla che conclude la trilogia di spettacoli di narrazione ispirati ai maggiori classici shakespeariani con una soggettiva di uno dei cattivi per eccellenza. Al suo fianco Tiziano Cannas Aghedu: compositore e polistrumentista live le cui atmosfere musicali, elettroniche e graffianti avvolgono la recitazione come un vero e proprio elemento narrativo. La regia di Riccardo Mallus cala la vicenda in un’estetica contemporanea, con elementi post-industriali e urbani, creando un quadro visivo in cui narrazione e musica hanno campo libero e possono prendere per mano la fantasia degli spettatori e portarla fin negli anfratti più reconditi dell’animo del protagonista. Il testo, adattato da Davide Lorenzo Palla, segue la trama del dramma scespiriano, ma ci narra anche di un Riccardo III sconosciuto: viene raccontata la sua infanzia, il rapporto contrastato con una madre che non ne ha mai accettato la deformità e che ha creato in questo modo un personaggio demoniaco, un mostro da temere.  Siamo nel 3300, il mondo è alla deriva, l’ordine sociale è collassato, regnano caos e sopraffazione, l’unica regola è la sopravvivenza. Ma c’è qualcosa che, inaspettato, resiste: il Teatro. Contro tutto e contro tutti i teatranti continuano a riunire persone per raccontare le grandi storie del passato, ed in un mondo in guerra la storia preferita da tutti è quella del mostro per antonomasia: Riccardo III.  Il mattatore/narratore disegna nella fantasia degli spettatori uno spettacolo futuristico, in cui tra robot malfunzionanti e atmosfere post-apocalittiche il pubblico del futuro tenta di influenzare la vicenda rappresentata sul palcoscenico, scagliandosi contro il protagonista o difendendone le azioni, in un crescendo parossistico di intrighi e assassinii che sfocia nella grande battaglia finale.

La narrazione apre squarci nel  passato nero, cupo, in cui la sua stessa madre rappresenta in realtà un oscuro fantasma che non ne ha mai accettato la diversità, o per meglio dire la deformità fisica. Nella fantasia degli spettatori prende così luce il percorso di vita che ha portato Riccardo a diventare ciò che è: un mostro temuto da tutti. E alla fine il pubblico si troverà a dover prendere posizione: condannare Riccardo in quanto mostro o condannare la società per averlo reso tale?  «Il lavoro di riscrittura è partito da un attento studio dei sette drammi storici Shakespeariani che raccontano la Guerra delle Due Rose e che precedono direttamente il Riccardo III. Gli indizi e le apparizioni del nostro protagonista che Shakespeare ha disseminato nei testi precedenti (soprattutto nell’Enrico VI parte seconda e terza) e lo svolgersi della guerra sono stati gli elementi dal quale ha preso il via la soggettiva sul personaggio. – ha spiegatop Palla – Il punto di vista scelto pone l’accento sull’elemento più esplicito e al contempo problematico del testo: la diversità di Riccardo; così la scrittura ha cercato di imperniarsi su alcune domande cardine: Come può la deformità fisica diventare anche deformità dell’anima? Quali ferite Riccardo ha nella sua memoria per giustificare la sua rabbia e il suo odio nei confronti del mondo intero? Come può accadere che “il diverso” diventi anche il cattivo? Nell’accompagnare il pubblico all’interno di queste domande ha preso particolare importanza il ruolo della duchessa di York, madre di Riccardo, personaggio chiave per la lettura ed interpretazione del personaggio di Riccardo».

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