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Sardegna, le Domus de Janas entrano nella lista UNESCO

Le antiche “case delle fate” diventano il 61° sito italiano Patrimonio dell’Umanità. Alla fiera internazionale il pubblico ha vissuto un viaggio immersivo tra archeologia, spiritualità e innovazione digitale

Sardegna, le Domus de Janas entrano nella lista UNESCO

La Regione Sardegna ha presentato al World Tourism Event di Roma, svoltosi nei giorni scorsi nel complesso monumentale di Santo Spirito in Sassia, il nuovo e prestigioso riconoscimento UNESCO delle Domus de Janas, iscritte lo scorso 12 luglio nella World Heritage List come 61° sito italiano Patrimonio dell’Umanità.

Un’occasione speciale, che ha reso lo stand della Sardegna uno dei protagonisti assoluti della manifestazione internazionale dedicata ai luoghi UNESCO. Accanto alle Domus de Janas – antichissimi ipogei funerari neolitici unici al mondo – lo spazio espositivo della Regione ha ospitato anche gli altri quattro tesori già riconosciuti dall’UNESCO:

  • il complesso nuragico di Barumini,

  • il Canto a tenore,

  • la Faradda de li Candareri di Sassari,

  • la riserva della biosfera del Parco di Tepilora.

“Le Domus de Janas rappresentano un riconoscimento di valore straordinario per la nostra Isola – ha dichiarato l’assessore del Turismo, Artigianato e Commercio Franco Cuccureddu – per due motivi in particolare.

Sono uno dei pochi siti preistorici italiani inseriti nella lista UNESCO e permettono all’Italia di rafforzare il suo primato mondiale, con 61 siti, davanti alla Cina ferma a quota 60. Le case delle fate raccontano una storia millenaria di spiritualità, archeologia e identità che oggi entra ufficialmente nei circuiti internazionali del turismo culturale”.

Sardegna, le Domus de Janas entrano nella lista UNESCO

Durante l’evento, è stato presentato anche un innovativo progetto in collaborazione con Skylab Studios, che ha permesso al pubblico del WTE di vivere un viaggio immersivo nelle principali necropoli preistoriche della Sardegna.
Grazie a soluzioni digitali e realtà virtuale, i visitatori hanno potuto esplorare le Domus di Montessu, Anghelu Ruju, Sos Furrighesos e altri siti millenari, spesso inaccessibili, attraverso ricostruzioni accurate, audioguide e contenuti interattivi. Un’esperienza che unisce valorizzazione culturale e accessibilità, rendendo il patrimonio archeologico fruibile in chiave contemporanea.

Nel corso della conferenza “Turismo lento e patrimonio UNESCO in Sardegna: dalla civiltà nuragica alle Domus de Janas”, sono intervenuti, accanto all’assessore Cuccureddu, Gianluca Lioni (Università Roma Tre, Fondazione Barumini), Giuseppa Tanda (CESIM), Leonardo Tosoni (Skylab Studios), Marianna Agostina Mossa (Parco di Tepilora), Nicoletta Puggioni (Comune di Sassari), e Stefano Lavra (Istituto regionale Etnografico della Sardegna).
L’incontro è stato moderato dal giornalista e conduttore Roberto Giacobbo.

«Le Domus de Janas – ha sottolineato Renato Tomasi, responsabile del Settore Valorizzazione Territoriale della Regione – si inseriscono a pieno titolo nel modello di turismo lento che stiamo costruendo, insieme ai Borghi, ai Cammini e agli altri progetti dell’Assessorato. La loro diffusione capillare nel territorio favorisce esperienze autentiche e sostenibili, in grado di far scoprire un’altra Sardegna, fatta di paesaggi interiori e identità vive».

La partecipazione al WTE di Roma ha rappresentato per la Regione Sardegna una vetrina strategica sul palcoscenico internazionale. Un’occasione non solo per celebrare l’ingresso delle Domus de Janas nella lista UNESCO, ma anche per rafforzare il posizionamento della “Destinazione Sardegna” al centro del turismo culturale europeo, valorizzando autenticità, innovazione e identità.

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