Covid, la Casa Bianca rilancia la teoria della fuga da laboratorio: “Caratteristiche non naturali”.
Il sito ufficiale Covid.gov cambia volto e promuove l’ipotesi che il Sars-CoV-2 sia uscito da un laboratorio cinese. Critiche a Biden e Fauci. Ma gli scienziati frenano: “Ancora nessuna prova definitiva”.
Covid, la Casa Bianca rilancia la teoria della fuga da laboratorio: “Caratteristiche non naturali”.
Il sito ufficiale Covid.gov cambia volto e promuove l’ipotesi che il Sars-CoV-2 sia uscito da un laboratorio cinese. Critiche a Biden e Fauci. Ma gli scienziati frenano: “Ancora nessuna prova definitiva”.
La Casa Bianca riaccende il dibattito sulle origini del Covid-19 con un’azione tanto simbolica quanto controversa: il sito ufficiale Covid.gov, un tempo punto di riferimento per test, vaccini e informazioni sanitarie, è stato completamente trasformato. Ora campeggia in homepage un’immagine a figura intera dell’ presidente Donald Trump, e il focus è tutto su una teoria: il coronavirus Sars-CoV-2 sarebbe uscito da un laboratorio di ricerca cinese.
Un cambio di rotta che segna un nuovo capitolo nella politicizzazione della pandemia. Il sito, accessibile anche dal portale della Casa Bianca, ospita una pagina intitolata “Lab leak – The true origins of Covid-19”, dove si espongono cinque punti che intendono dimostrare come il virus non possa avere avuto un’origine naturale. Tra le affermazioni più discusse: “Il virus ha una caratteristica biologica che non si trova in natura” e “Se ci fossero prove di un’origine naturale, sarebbero già emerse”.
La teoria in cinque punti
Nel nuovo dossier pubblicato online, l’amministrazione statunitense elenca cinque elementi a supporto della teoria della fuga da laboratorio:
- Caratteristiche biologiche inedite: si sostiene che Sars-CoV-2 possieda tratti genetici che non si riscontrano in alcun virus naturale noto.
- Origine da una singola infezione: secondo il sito, tutti i casi deriverebbero da un solo evento infettivo nell’uomo, in contrasto con le pandemie del passato, che ebbero molteplici focolai.
- Wuhan e la ricerca sulla Sars: viene ricordato che la città cinese ospita il principale laboratorio del Paese dedicato ai coronavirus e che le ricerche si sarebbero svolte con livelli di biosicurezza ritenuti insufficienti.
- Ricercatori malati nel 2019: si fa riferimento a membri dell’Istituto di virologia di Wuhan che avrebbero manifestato sintomi compatibili con il Covid mesi prima della scoperta ufficiale del virus.
- Assenza di reservoir naturale: il dossier sottolinea come, a distanza di oltre cinque anni, non sia stato ancora identificato l’animale ospite del virus.
Le agenzie americane e il cambio di narrativa
Negli Stati Uniti, la teoria della fuga da laboratorio, inizialmente bollata come complottista, ha gradualmente riguadagnato credibilità. Alcune agenzie federali, come FBI e il Dipartimento dell’Energia, si sono espresse negli ultimi anni a favore di questa ipotesi. A gennaio 2025, anche la CIA ha aggiornato la propria posizione ufficiale, affermando che è “più probabile” che il virus sia uscito da un laboratorio piuttosto che essere stato trasmesso da animali all’uomo. La Cina, da parte sua, continua a respingere fermamente l’accusa, definendola “estremamente inverosimile”.
La voce della scienza: “Ipotesi plausibile, ma nessuna prova”
Ma cosa ne pensa la comunità scientifica? Il professor Carlo Federico Perno, responsabile dell’Unità operativa di Microbiologia e diagnostica di immunologia all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, invita alla cautela: “La scienza deve restare fuori dagli scontri politici. Se viene strumentalizzata, può diventare un’arma pericolosa, soprattutto quando i concetti scientifici vengono semplificati in modo scorretto”.
Sui cinque punti proposti dal sito americano, Perno fa chiarezza:
- Caratteristiche non naturali “La sequenza genica di Sars-CoV-2 è emersa solo dopo le infezioni umane, il che non è insolito. Tuttavia, a differenza di altri virus come Hiv o Ebola, non abbiamo ancora identificato la specie che ospita il patogeno. E questo, dopo anni di ricerche intense, rappresenta effettivamente un’anomalia”.
- Un solo focolaio “L’ipotesi che tutto sia partito da una singola infezione è verosimile, ma non del tutto dimostrabile. Non possiamo paragonare questa pandemia ad altre del passato, perché un secolo fa non avevamo le tecnologie diagnostiche attuali”.
- Sicurezza nei laboratori “L’Istituto di virologia di Wuhan ha un laboratorio di livello di biosicurezza 4, il massimo previsto. Tuttavia, non è chiaro se tutte le ricerche siano state effettivamente condotte con queste misure. Una falla nella sicurezza è possibile, ma finora non comprovata”.
- Personale malato prima del 2020 “Non esistono prove verificabili di malattia tra i ricercatori nel 2019. I sintomi descritti potrebbero coincidere con molti altri virus respiratori. Senza un campione virale datato a quel periodo, resta solo un sospetto”.
- Mancanza di prove naturali “È il punto più forte della teoria. Dopo anni di ricerche globali, il reservoir naturale non è stato identificato. Questo non significa che non esista, ma che non lo abbiamo ancora trovato”.
“Un incidente, non un complotto”
Il professor Perno esclude in modo netto l’ipotesi di una manipolazione volontaria del virus: “Un atto deliberato non avrebbe senso, anche per la Cina. Se si trattasse di una fuga da laboratorio, sarebbe frutto di un incidente, forse dovuto a pratiche di ricerca borderline. In Cina si effettuano sperimentazioni genetiche molto spinte, al limite di ciò che è accettabile altrove. Anche se l’intento è la prevenzione o la produzione di vaccini, bisogna sempre interrogarsi sul valore aggiunto della ricerca rispetto al rischio che comporta”.
Conclusioni
L’intervento della Casa Bianca, più che chiudere il dibattito sulle origini del Covid-19, lo politicizza ulteriormente. Cinque anni dopo l’inizio della pandemia, la scienza non ha ancora fornito risposte definitive, ma l’arena pubblica si è trasformata in un campo di battaglia ideologico.
Quel che resta è un punto fermo, ricordato dallo stesso professor Perno: “La scienza non lavora per certezze assolute. Lavora per prove. E al momento, nessuna delle due ipotesi – fuga da laboratorio o origine naturale – è dimostrata in modo incontrovertibile”
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