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Abbandoni estivi: una ferita ancora aperta. Una piaga per il nostro paese e una ignobile condanna a morte per i nostri amici a 4 zampe.

A cura del Dr. Giuseppe Faranda

Abbandoni estivi: una ferita ancora aperta. Una piaga per il nostro paese e una ignobile condanna a morte per i nostri amici a 4 zampe.

Con la Legge Brambilla pene più severe per chi tradisce gli animali

Con l’arrivo dell’estate, tornano puntuali i preparativi per le vacanze. Ma insieme a valigie e partenze, si rinnova anche una delle piaghe più dolorose e vergognose per il nostro Paese: l’abbandono degli animali domestici, in particolare cani e gatti. È un fenomeno che si consuma ogni anno con numeri drammatici e con conseguenze tanto gravi quanto evitabili.

Una crisi estiva che si ripete ogni anno

Secondo le stime più recenti, nel solo 2024 sarebbero circa 80.000 i cani abbandonati in Italia, un dato che supera quello registrato nel 2022, quando gli abbandoni nei mesi estivi erano stati 71.000. A questo si aggiunge un altro dato ancora più preoccupante: si stima che ogni anno vengano abbandonati oltre 130.000 gatti. Numeri che raccontano una realtà allarmante, aggravata dall’indifferenza e dalla superficialità di chi sceglie di liberarsi del proprio animale alla prima difficoltà.

Gli effetti non si limitano al solo dolore degli animali lasciati a se stessi. Gli animali vaganti rappresentano un rischio concreto per la sicurezza stradale, causando incidenti che coinvolgono automobilisti, motociclisti e pedoni. Un’emergenza che coinvolge quindi l’intera collettività.

Prevenzione e responsabilità: pensare prima di agire

È necessario un cambiamento culturale. L’abbandono di un cane o di un gatto non può più essere considerato una “scelta comoda”, né tantomeno un atto privo di conseguenze. Ogni persona che accoglie un animale nella propria casa deve essere consapevole che sta assumendo un impegno etico, affettivo e giuridico.

Serve un’azione di prevenzione forte, che non si limiti a sensibilizzare, ma che responsabilizzi. È fondamentale che chi decide di adottare un animale si chieda, prima di farlo, se sarà in grado di prendersene cura sempre, non solo quando è comodo. Questo approccio preventivo può ridurre drasticamente il numero di abbandoni.

La Legge Brambilla: pene più severe per chi abbandona

A partire dal 1° luglio 2025, è entrata in vigore la Legge Brambilla, un provvedimento normativo che punta a inasprire le pene per i reati contro gli animali, inclusi abbandono, maltrattamento e uccisione. Il testo modifica in particolare l’articolo 727 del Codice Penale, aumentando le sanzioni per chi si rende responsabile dell’abbandono di un animale.

Ecco cosa prevede la legge:

  • Abbandono di animali domestici o abituati alla cattività: arresto fino a un anno o multa da 1.000 a 10.000 euro.
  • Aumento dell’ammenda minima: la sanzione economica minima passa da 1.000 a 5.000 euro, mantenendo il tetto massimo a 10.000 euro.
  • Pene aggravate per maltrattamento o uccisione con crudeltà: reclusione fino a 4 anni e multe fino a 60.000 euro.

Si tratta di un intervento importante, che riconosce la gravità del reato di abbandono e lo equipara, per intensità sanzionatoria, ad altri comportamenti penalmente rilevanti nella sfera del diritto animale.

Un problema sociale, non solo individuale

L’abbandono degli animali è un atto che denota inciviltà, mancanza di empatia e irresponsabilità. Ma è anche un problema di ordine pubblico e di tutela ambientale. L’attivazione di un sistema sanzionatorio più severo serve non solo a punire i colpevoli, ma anche a dissuadere chi, con leggerezza, pensa di poter abbandonare il proprio animale senza conseguenze.

Ogni cane e ogni gatto abbandonato rappresenta una storia interrotta, una fiducia tradita, una responsabilità negata. L’inasprimento delle pene, introdotto dalla Legge Brambilla, è un passo fondamentale, ma non basta. Serve un cambiamento culturale, un’assunzione collettiva di responsabilità, un impegno costante a educare, informare e scegliere con consapevolezza.

Chi adotta un animale sceglie una relazione. E ogni relazione merita rispetto. Sempre.

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