Tor Tre Teste, la notte dell’orrore: una giovane violentata davanti al fidanzato. Fermati 3 stranieri, indagini ancora aperte
Aggressione a Tor Tre Teste: coppia assalita e donna violentata. Fermati tre indagati, la Squadra Mobile è alla ricerca di altri membri del gruppo.
Tor Tre Teste, la notte dell’orrore: una giovane violentata davanti al fidanzato. Fermati 3 stranieri, indagini ancora aperte.
La notte del 25 ottobre è diventata un incubo per una giovane coppia romana che si era appartata in auto nel parco di Tor Tre Teste, nella periferia est della Capitale. Quella che inizialmente sembrava una rapina si è trasformata in una brutale aggressione culminata con la violenza sessuale ai danni della ragazza, mentre il fidanzato veniva immobilizzato da parte del gruppo di assalitori.
La violenza sessuale, consumata in un’area appartata e buia del parco, ha segnato profondamente le vittime, che subito dopo l’accaduto sono riuscite a chiedere aiuto e a rivolgersi alla Polizia.
A un mese dai fatti, la Squadra Mobile ha eseguito un decreto di fermo nei confronti di tre giovani — due di origine marocchina e uno tunisina — indagati per violenza sessuale di gruppo e rapina aggravata. Le indagini, coordinate dalla Procura di Roma, rimangono aperte per individuare altri possibili membri della banda, che potrebbe essere composta da almeno cinque persone.
L’intervento e la denuncia
La ragazza è stata trasferita al Policlinico Casilino, dove ha ricevuto assistenza medica e ha potuto raccontare ai medici e agli agenti quanto accaduto. Il suo racconto, insieme a quello del fidanzato, ha permesso agli investigatori di avviare subito le ricerche. La Squadra Mobile di Roma ha eseguito i rilievi sulla vettura, rinvenendo impronte digitali utili a indirizzare le indagini. La coppia, pur provata dall’accaduto, ha collaborato fornendo dettagli che si sono rivelati fondamentali per identificare i primi sospetti.
I tre fermati e la loro identificazione
Nel giro di pochi giorni, gli investigatori sono riusciti a rintracciare tre giovani, due nel quartiere Quarticciolo e uno a Verona. I tre sono stati sottoposti a un decreto di fermo e trasferiti in carcere con l’accusa di rapina aggravata e violenza sessuale di gruppo. La loro individuazione è stata resa possibile grazie alle impronte digitali trovate sull’auto e al riconoscimento fotografico effettuato dalla coppia, che ha indicato i tre come parte del gruppo responsabile dell’aggressione.
I risultati del DNA e la pista dei complici
Gli accertamenti biologici hanno però introdotto un nuovo elemento. Le tracce genetiche prelevate sul luogo della violenza non coincidono con quelle dei tre fermati, compreso il giovane indicato dalla vittima come autore materiale dello stupro. Questo dato ha avvalorato un sospetto già emerso durante le prime testimonianze: il gruppo potrebbe essere stato più numeroso. La vittima aveva infatti riferito inizialmente di aver visto fino a cinque persone intorno all’auto, anche se lo shock e il buio rendevano difficile distinguerle con precisione.
Le indagini in corso
La Squadra Mobile ha sequestrato i telefoni dei tre indagati, da cui verranno estratti dati, contatti e movimenti che potrebbero aiutare a ricostruire la rete di relazioni tra i membri del gruppo. I tre, interrogati, hanno negato di aver partecipato alla violenza sessuale e hanno attribuito la responsabilità ad altri membri non ancora identificati. Le loro dichiarazioni sono ora al vaglio degli inquirenti. Nel frattempo, la Procura continua a coordinare gli approfondimenti investigativi, consapevole che la definizione dei ruoli e l’identificazione dei complici sono fondamentali per completare il quadro. La caccia ai possibili complici resta una priorità, anche perché la testimonianza della vittima e gli esiti del DNA convergono nell’indicare un branco più numeroso.
Un parco già segnato da episodi di violenza
L’aggressione avvenuta a Tor Tre Teste non è un caso isolato. Negli ultimi mesi la zona era già balzata alle cronache per altre violenze, come quella ai danni di una donna aggredita mentre portava a spasso il cane all’alba. Episodi di questo tipo hanno contribuito a rafforzare un senso di insicurezza tra i residenti e hanno riaperto la discussione sullo stato dei parchi della città, spesso poco illuminati e privi di controlli nelle ore notturne.
La reazione della politica e il dibattito sulla sicurezza
La vicenda ha coinvolto anche il mondo politico, con diversi rappresentanti che hanno sollecitato il Comune a intervenire in tempi rapidi. È tornata al centro la mozione “Parchi sicuri”, già approvata dall’Aula, ma ancora in attesa di attuazione. Le richieste più frequenti riguardano l’aumento della videosorveglianza, il potenziamento dell’illuminazione e la creazione di un nucleo dedicato di polizia locale per presidiare le aree verdi. L’obiettivo, secondo i promotori, è restituire ai cittadini la possibilità di vivere i parchi in sicurezza, senza che questi diventino terreno fertile per episodi di criminalità e aggressioni.
La situazione attuale
Mentre le indagini proseguono, la giovane vittima sta ricevendo il supporto psicologico necessario per affrontare il trauma subito. Nei prossimi giorni potrebbe essere nuovamente ascoltata in condizioni più stabili, così da fornire ulteriori dettagli utili agli investigatori. Anche il fidanzato, scosso dall’accaduto, sarà nuovamente sentito. Intanto i tre indagati restano in carcere, mentre la ricerca dei complici e la definizione esatta dei ruoli di ciascun membro del gruppo sono ancora in corso. La notte di Tor Tre Teste continua a porre interrogativi inquietanti sulla sicurezza nelle periferie romane, mentre la giustizia cerca di ricostruire con precisione ogni passaggio di uno degli episodi più gravi degli ultimi mesi.
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