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Roma, scoperta banda di hacker specializzati in “jackpotting”: tre arresti dei Carabinieri per furti digitali ai bancomat

L’operazione del Gruppo Carabinieri di Frascati, coordinata dalla Procura di Roma, ha portato all’arresto di tre cittadini romeni accusati di associazione per delinquere e accesso abusivo a sistemi informatici. Utilizzavano malware per far erogare banconote dagli sportelli ATM.

Roma, scoperta banda di hacker specializzati in “jackpotting”: tre arresti dei Carabinieri per furti digitali ai bancomat.

La Procura della Repubblica di Roma, attraverso il dipartimento “Criminalità diffusa e grave”, ha coordinato un’importante operazione condotta dai Carabinieri del Gruppo di Frascati, che ha portato all’esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di tre cittadini romeni, gravemente indiziati di appartenere a una organizzazione criminale specializzata nei furti digitali ai bancomat.

L’ordinanza, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Roma, riguarda reati di associazione per delinquere, accesso abusivo a sistemi informatici e furto aggravato o tentato, commessi con la sofisticata tecnica del “jackpotting”, conosciuta anche come “cashout”.

Roma, scoperta banda di hacker specializzati in “jackpotting”: tre arresti dei Carabinieri per furti digitali ai bancomat

Bancomat trasformati in “bancomat impazziti”

Il jackpotting è una tecnica di attacco informatico che consiste nel manomettere fisicamente lo sportello ATM, introducendo malware o dispositivi esterni capaci di impartire comandi al software interno, inducendo la macchina a erogare denaro in modo illecito.

Per compiere l’operazione, il gruppo criminale si avvaleva di una doppia squadra:

  • gli esecutori sul posto, che si occupavano della manomissione fisica e del collegamento ai circuiti della macchina;

  • i complici da remoto, che gestivano la parte informatica, collegando il sistema dell’ATM al malware installato.

Una tecnica diffusa negli Stati Uniti e in vari Paesi europei, ma ancora poco conosciuta in Italia, che consente di prosciugare interi sportelli in pochi minuti.

L’attività investigativa, avviata dai Carabinieri della Stazione di Roma Tor Bella Monaca, ha avuto origine da due tentativi di furto avvenuti in un istituto di credito di via Casilina, nella Capitale.

In entrambi i casi, ignoti avevano danneggiato la parte frontale dell’ATM e si erano collegati ai cavi di rete per tentare di forzare la macchina all’erogazione delle banconote.

I tentativi non erano andati a buon fine, ma le analisi tecniche e digitali hanno permesso di risalire all’identità dei tre indagati.

Le indagini, dirette dalla Procura di Roma, hanno permesso di ricostruire l’esistenza di una struttura organizzata in cui due soggetti svolgevano ruoli di capo e promotore, mentre il terzo agiva come esecutore materiale delle manomissioni.

Legami con l’estero e precedenti in Belgio

Nel corso delle attività, è emerso che due degli indagati erano già ricercati a livello internazionale.

Entrambi erano stati arrestati in esecuzione di un Mandato d’Arresto Europeo emesso dalle autorità belghe, poiché ritenuti membri di un’organizzazione transnazionale attiva nel jackpotting.

In Belgio, la banda aveva già colpito due istituti di credito nei comuni di Sint-Niklaas e Dessel, nel novembre 2021, con modalità analoghe a quelle utilizzate in Italia.

I tre uomini sono stati condotti in carcere a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

L’operazione rappresenta un importante risultato investigativo nella lotta alla criminalità informatica e alla diffusione di nuove tecniche di frode digitale che colpiscono gli istituti di credito.

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