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Roma: concluso il secondo round di colloqui Iran-USA sul nucleare, nuovo incontro sabato in Oman.

Roma diventa crocevia della diplomazia internazionale. Dopo quattro ore di confronto presso l’ambasciata dell’Oman, si è concluso il secondo round di colloqui sul nucleare tra Iran e Stati Uniti. Terzo incontro sabato prossimo in Oman.

Roma: concluso il secondo round di colloqui Iran-USA sul nucleare, nuovo incontro sabato in Oman.

Roma diventa crocevia della diplomazia internazionale. Dopo quattro ore di confronto presso l’ambasciata dell’Oman, si è concluso il secondo round di colloqui sul nucleare tra Iran e Stati Uniti. Terzo incontro sabato prossimo in Oman.

I negoziati sul programma nucleare iraniano riprendono slancio. Dopo un primo incontro tenutosi la scorsa settimana in Oman, oggi Roma ha ospitato il secondo round di colloqui indiretti tra delegazioni di Teheran e Washington. A fare da mediatore, ancora una volta, il ministro degli Esteri omanita Badr Albusaidi, in un ruolo sempre più centrale nella diplomazia mediorientale.

Il confronto si è svolto per circa quattro ore nella sede dell’ambasciata dell’Oman nella capitale italiana. Secondo quanto riferito dall’agenzia iraniana Isna, i contatti tra le due parti sono avvenuti attraverso canali scritti e orali, con l’obiettivo di mantenere aperto un dialogo in vista di un possibile rilancio dell’accordo nucleare del 2015 (JCPOA), da cui gli Stati Uniti si erano ritirati unilateralmente nel 2018 durante la presidenza Trump.

Teheran: “Massima serietà, obiettivo revoca sanzioni”

A guidare la delegazione iraniana era presente il ministro degli Esteri Abbas Araghchi, affiancato da figure chiave come il consigliere Behzad Saberi e il portavoce del Ministero Esmaeil Baqaei. Quest’ultimo, al termine dei colloqui, ha dichiarato su X: “Oggi si sono svolti colloqui indiretti utili tra Iran e Stati Uniti, in un’atmosfera positiva. Le parti hanno concordato di proseguire nei prossimi giorni a livello tecnico, con un nuovo incontro personale previsto sabato in Oman”.

Durante una successiva intervista alla tv di Stato, Baqaei ha ribadito che la delegazione iraniana è giunta a Roma “con la massima preparazione e serietà”, con l’obiettivo di ottenere “la revoca delle sanzioni oppressive contro il popolo iraniano”. Ha quindi ribadito che il programma nucleare dell’Iran “è e resta pacifico”, ma che Teheran non rinuncerà alle proprie capacità tecniche e scientifiche.

L’Italia si propone come ponte diplomatico

Prima dell’avvio dei colloqui, Araghchi ha incontrato il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, che ha confermato la disponibilità dell’Italia a sostenere un dialogo costruttivo: “Roma diventa capitale di pace e dialogo. Ho incoraggiato il ministro iraniano a proseguire il cammino negoziale contro l’arma nucleare”, ha scritto Tajani su X.

La Farnesina ha poi sottolineato come l’Italia intenda “favorire il dialogo in un ambiente sereno e produttivo” e si è detta pronta ad accogliere anche future sessioni tecniche.

Tra pressioni internazionali e linee rosse iraniane

Nonostante il clima apparentemente disteso, la distanza tra le parti resta significativa. L’Iran insiste su due condizioni non negoziabili: la revoca totale delle sanzioni e garanzie vincolanti che impediscano nuovi strappi unilaterali in futuro. “Non siamo venuti a Roma per arrenderci, ma per raggiungere un accordo equilibrato”, ha dichiarato Ali Shamkhani, consigliere della Guida Suprema Khamenei, ribadendo i “nove principi” alla base della posizione iraniana.

D’altro canto, cresce la preoccupazione della comunità internazionale. Secondo l’AIEA, l’Iran sta arricchendo uranio fino al 60%, una soglia tecnicamente molto vicina al 90% necessario per un uso militare, anche se Teheran continua a negare ogni intenzione di costruire un’arma atomica.

Il ruolo della Russia e dell’Oman

La Russia potrebbe giocare un ruolo importante nel futuro degli accordi. Alcuni analisti suggeriscono che Mosca — parte firmataria del JCPOA — potrebbe prendere in custodia l’uranio arricchito dall’Iran, fungendo da garante tecnico e politico in una nuova eventuale intesa.

Nel frattempo, Muscat prosegue nella sua opera di mediazione: martedì il presidente russo Vladimir Putin riceverà il sultano dell’Oman a Mosca, un incontro che potrebbe influenzare i futuri equilibri regionali.

Prossimo appuntamento: sabato in Oman

Il terzo round di colloqui, già in calendario per sabato prossimo, rappresenta una fase cruciale per comprendere se esistano margini reali per una nuova intesa. Teheran, pur mostrando apertura, ha chiarito che senza la revoca delle sanzioni e garanzie solide, non ci sarà alcun passo indietro.

Roma, nel frattempo, si conferma terreno neutrale e strategico per un negoziato delicato che potrebbe incidere profondamente sul futuro del Medio Oriente.

 

 

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