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Primo Maggio 2025: Sindacati in piazza per la sicurezza sul lavoro. “Uniti per un lavoro sicuro”.

Manifestazioni in tutta Italia con CGIL, CISL e UIL nei luoghi simbolo delle morti sul lavoro. Landini: “Se l’8 maggio non arrivano risposte, sarà mobilitazione”. Commozione per Luana D’Orazio.

Primo Maggio 2025: Sindacati in piazza per la sicurezza sul lavoro. “Uniti per un lavoro sicuro”.

Manifestazioni in tutta Italia con CGIL, CISL e UIL nei luoghi simbolo delle morti sul lavoro. Landini: “Se l’8 maggio non arrivano risposte, sarà mobilitazione”. Commozione per Luana D’Orazio.

In occasione della Festa dei Lavoratori, il Primo Maggio 2025 ha visto una massiccia mobilitazione promossa da CGIL, CISL e UIL. Con lo slogan “Uniti per un lavoro sicuro”, i tre principali sindacati italiani hanno organizzato manifestazioni unitarie in tre luoghi simbolo delle morti sul lavoro: i Fori Imperiali a Roma, Casteldaccia (Palermo) e Montemurlo (Prato).

Una giornata di memoria, denuncia e proposta, per ricordare le vittime delle “morti bianche” e richiedere interventi strutturali e immediati a tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

Tre piazze, tre tragedie simbolo

A Roma, il corteo è partito da piazza Vittorio per concludersi ai Fori Imperiali, in una regione — il Lazio — che detiene il triste primato dell’aumento dei morti sul lavoro. Dal palco, Maurizio Landini (CGIL) ha scandito parole dure: “Non è tempo di propaganda. Se il governo non darà risposte concrete nell’incontro dell’8 maggio, scatterà una mobilitazione nazionale”.

A Casteldaccia, dove lo scorso anno morirono cinque operai durante lavori sulla rete fognaria, Daniela Fumarola (CISL) ha definito le tre morti al giorno sul lavoro “una vergogna nazionale”, invocando un’alleanza per la sicurezza tra istituzioni, imprese e lavoratori.

A Montemurlo, paese segnato dalla morte di Luana D’Orazio, 22 anni, stritolata da un macchinario tessile nel 2021, Pierpaolo Bombardieri (UIL) ha proposto l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro e la creazione di una procura speciale. Nel pomeriggio, una via cittadina è stata intitolata a Luana, alla presenza della madre Emma Marrazzo e della ministra del Lavoro Marina Calderone, visibilmente commossa: “Quello che è accaduto è l’incubo di ogni madre”.

Sicurezza, salario, dignità

Secondo i dati ricordati dai sindacati, ogni anno si contano oltre 500.000 incidenti sul lavoro e più di 1.000 vittime. Una strage silenziosa, definita “intollerabile” da Landini, che ha ricordato anche la piattaforma unitaria sulla sicurezza presentata da tempo al governo, ancora senza risposte.

La giornata ha toccato anche altri temi urgenti: precarietà, salario minimo, rinnovo dei contratti e lotta al lavoro povero. Presente in piazza anche la segretaria del PD Elly Schlein, che ha accusato la premier Giorgia Meloni di “mentire sui numeri” e ha rilanciato la proposta del salario minimo, sottolineando che “l’Italia è l’unico paese del G20 dove i salari sono diminuiti”.

Dal canto suo, Meloni ha rivendicato “un milione di posti in più e occupazione ai massimi storici”, ma il malcontento sindacale resta profondo.

Milano e il ricordo di Liliana Segre

Anche Milano è stata teatro di mobilitazioni; il corteo ha attraversato la città da Porta Venezia a piazza della Scala. Sul palco, Luca Stanzione (CGIL) ha dedicato la manifestazione a Liliana Segre, ricordando la sua liberazione dal campo di Ravensbrück proprio il 1° maggio del 1945. Un gesto simbolico, accolto da un lungo applauso.

Nel pomeriggio, sempre a Milano, ha sfilato anche la May Day Parade, promossa da sindacati di base e realtà alternative, tra musica, slogan e richieste di diritti per i lavoratori più fragili.

Un 1° maggio tra dolore, memoria e futuro

Il Primo Maggio 2025 si è trasformato in una giornata di denuncia collettiva, di dolore condiviso e di speranza per un cambiamento reale. I sindacati, uniti, chiedono che la Repubblica fondata sul lavoro non sia più fondata sul lavoro precario, povero e pericoloso. Il messaggio lanciato dalle piazze è chiaro: basta morti sul lavoro. Ora servono risposte, non promesse.

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