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Papa Leone XIV: “Incontriamoci, dialoghiamo, negoziamo”. Il Vaticano si offre come ponte per la pace.

La prima udienza giubilare del nuovo pontefice è un appello potente e appassionato alla pace: “La guerra non è mai inevitabile”. Zelensky accoglie l’offerta di mediazione della Santa Sede. Focus sulle Chiese Orientali.

Papa Leone XIV: “Incontriamoci, dialoghiamo, negoziamo”. Il Vaticano si offre come ponte per la pace.

La prima udienza giubilare del nuovo pontefice è un appello potente e appassionato alla pace: “La guerra non è mai inevitabile”. Zelensky accoglie l’offerta di mediazione della Santa Sede. Focus sulle Chiese Orientali.

Roma – A meno di una settimana dalla sua elezione, Papa Leone XIV scende personalmente in campo con una proposta concreta e carica di significato: aprire le porte del Vaticano al dialogo tra nemici. “Incontriamoci, dialoghiamo, negoziamo”, ha detto il Pontefice col cuore in mano, offrendo la piena disponibilità della Santa Sede a farsi luogo d’incontro per una pace reale e duratura. Un’invocazione che ha subito trovato eco nelle parole del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha ringraziato il Papa su X per “la sua disponibilità e le sue sagge parole”.

L’occasione è stata l’udienza giubilare con i fedeli delle Chiese cattoliche orientali, una celebrazione profondamente simbolica, che ha riunito nell’Aula Paolo VI comunità spesso provate da guerre, persecuzioni e diaspora. Bandiera ucraina accanto a quella libanese, quella irachena accanto a quella siriana: i colori della sofferenza si sono fusi in un mosaico di fede e speranza.

La proposta del Papa: “La Santa Sede è a disposizione”

Con voce ferma e accenti toccanti, Leone XIV ha delineato la visione diplomatica e pastorale che intende incarnare: “La Santa Sede è a disposizione perché i nemici si incontrino e si guardino negli occhi, perché ai popoli sia restituita la speranza e la dignità della pace”. E ancora: “La guerra non è mai inevitabile. Le armi possono e devono tacere. Passerà alla storia chi seminerà pace, non chi mieterà vittime”.

La proposta del Pontefice non è astratta: è un’offerta concreta di mediazione, radicata nella tradizione diplomatica vaticana e rinvigorita da una determinazione personale. Il Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, ha sottolineato che Leone “è un uomo di pace, che costruirà ponti attraverso il dialogo”. Un primo banco di prova potrebbe arrivare già nei prossimi mesi, con un possibile viaggio del Papa in Ucraina, ipotesi che il Vaticano però al momento definisce “prematura”.

Non si è fatta attendere la reazione del presidente ucraino. “Apprezziamo la dichiarazione del Pontefice e ribadiamo il nostro impegno a promuovere sforzi di pace significativi”, ha scritto Zelensky, auspicando una tregua immediata e un dialogo “al più alto livello” con la Russia. Il gesto del Papa potrebbe rappresentare una svolta nei tentativi di mediazione tra Kiev e Mosca, finora faticosi e infruttuosi.

Il dramma della guerra e la risposta cristiana

Il Papa non ha lesinato parole forti per descrivere l’orrore che affligge ampie regioni del mondo: “Dalla Terra Santa al Caucaso, dal Libano al Tigray, quanta violenza! E sui massacri di tante giovani vite si staglia l’appello di Cristo: ‘Pace a voi!’”. La pace, ha ricordato, “non è il silenzio tombale dopo il conflitto, né il frutto della sopraffazione, ma un dono che riattiva la vita”.

L’appello ai cristiani orientali: “Custodite i vostri riti”

Ma l’intervento del Pontefice è stato anche un sentito riconoscimento del valore delle Chiese orientali, le cui liturgie, spiritualità e culture rappresentano “medicinali” per la Chiesa intera. “La Chiesa ha bisogno di voi”, ha detto Leone XIV, esortando i fedeli orientali a non annacquare le proprie tradizioni anche quando si trovano in diaspora. L’Occidente cristiano, ha aggiunto, ha bisogno di “riscoprire il senso del Mistero e del primato di Dio”, qualità vive nelle Chiese orientali, spesso definite da Papa Francesco “martiriali”.

Papa Leone ha rilanciato l’invito già espresso dal suo predecessore Leone XIII a sostenere l’Oriente cristiano non solo nei Paesi d’origine, ma anche nei territori di diaspora. Ha chiesto al Dicastero per le Chiese Orientali di elaborare linee-guida per aiutare i pastori latini a sostenere concretamente queste comunità: “Non possiamo permettere che perdano, oltre alla patria, anche la propria identità religiosa”.

Verso il primo grande appuntamento diplomatico

Il prossimo 16 maggio è previsto il primo incontro ufficiale tra il Papa e il corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Potrebbe essere l’inizio di un’offensiva diplomatica che punta a rimettere al centro del dibattito internazionale la logica del dialogo e della riconciliazione, contro la tentazione del conflitto permanente.

Il nuovo Pontefice ha confermato anche tutti gli appuntamenti previsti per il Giubileo, rilanciando la centralità di Roma come crocevia spirituale e politico. Domenica 18 maggio, nella messa di insediamento, potrebbero già svolgersi incontri bilaterali di rilievo, in un contesto che richiama alla memoria lo storico faccia a faccia tra Donald Trump e Zelensky durante i funerali di Papa Francesco.

Un Papa per il dialogo

Leone XIV si propone sin dall’inizio come un Pontefice della riconciliazione e del dialogo, capace di parlare ai popoli martoriati come ai potenti della Terra. La sua voce si leva contro le narrazioni manichee, le logiche della guerra, le semplificazioni ideologiche. E invita tutti, credenti e non, a un cammino comune: “Non cattivi da odiare, ma persone con cui parlare”. Un messaggio semplice e radicale, che pone il nuovo papato sotto il segno della pace.

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