Nasce l’Osservatorio sull’Intelligenza Artificiale nel mondo del lavoro.
Firmato il decreto del Ministero del Lavoro: una cabina di regia pubblico-sociale per governare l’impatto dell’IA su occupazione, diritti e competenze. A padre Paolo Benanti la presidenza della Commissione Etica.
Nasce l’Osservatorio sull’Intelligenza Artificiale nel mondo del lavoro.
Roma, 15 dicembre 2025 – Con la firma del decreto ministeriale previsto dalla legge n. 132 del 2025, che recepisce l’AI Act europeo, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha istituito ufficialmente l’Osservatorio sull’Intelligenza Artificiale nel mondo del lavoro. Si tratta della prima cabina di regia pubblico-sociale italiana dedicata in modo strutturato al monitoraggio e al governo degli impatti dell’adozione dei sistemi di intelligenza artificiale su occupazione, competenze, diritti e condizioni di lavoro. L’iniziativa rappresenta la risposta nazionale all’AI Act nel contesto lavorativo e traduce in strumenti operativi i principi affermati dal G7 Lavoro di Cagliari e ribaditi dal G7 di Kananaskis, ponendo al centro una governance pubblica, partecipata e responsabile della trasformazione tecnologica.
Una cabina di regia per governare il cambiamento
L’Osservatorio nasce come luogo stabile di confronto e indirizzo, pensato per accompagnare l’innovazione tecnologica senza subirla. La sua missione è quella di sostenere le decisioni pubbliche in una fase di profondo mutamento del mercato del lavoro, in cui l’intelligenza artificiale incide sempre più sui processi produttivi, sull’organizzazione aziendale e sulle modalità di valutazione delle prestazioni. La struttura intende evitare che l’adozione degli algoritmi avvenga in modo frammentato o privo di controllo pubblico, promuovendo invece un approccio coordinato e orientato alla tutela della dignità del lavoro.
Le parole del Ministro Calderone
Nel corso della presentazione a Roma, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, ha sottolineato la filosofia che ispira l’Osservatorio. «Abbiamo scelto di costruire l’Osservatorio come una cabina di regia, un luogo aperto e stabile di confronto in cui istituzioni, parti sociali ed esperti lavorano insieme per governare il cambiamento e supportare le decisioni pubbliche – ha dichiarato –. Non vogliamo che siano gli algoritmi a decidere il destino delle persone. Le decisioni sul lavoro devono restare umane, responsabili e verificabili». Un messaggio che ribadisce la centralità della persona e la necessità di mantenere un controllo umano sui processi decisionali automatizzati.
La struttura dell’Osservatorio e i suoi compiti
Presieduto dal Ministro, l’Osservatorio riunisce istituzioni, autorità indipendenti, parti sociali ed esperti ed è articolato in un Comitato di indirizzo, una Commissione Etica, una Consulta delle parti sociali e quattro Comitati tecnico-scientifici tematici. Questa architettura riflette la volontà di integrare competenze diverse e punti di vista complementari. Tra le funzioni principali rientrano la definizione della strategia nazionale sull’intelligenza artificiale applicata al lavoro, il monitoraggio degli effetti su produttività, occupazione e condizioni lavorative, l’individuazione dei settori e delle professioni più esposte all’adozione di sistemi di IA e l’aggiornamento continuo delle Linee Guida nazionali.
Uno strumento pubblico a tutela di diritti e qualità del lavoro
L’Osservatorio opererà come strumento stabile di indirizzo pubblico, con l’obiettivo di accompagnare l’innovazione tecnologica salvaguardando diritti, dignità e qualità del lavoro. In questa prospettiva, la struttura sarà anche un supporto alle politiche di formazione e occupazione, contribuendo ad anticipare i fabbisogni di competenze e a ridurre il rischio di nuove disuguaglianze generate dall’automazione. L’intelligenza artificiale viene così inserita in un quadro di responsabilità condivisa, in cui progresso tecnologico e coesione sociale devono procedere insieme.
L’avvio operativo e i primi passi
L’entrata in funzione operativa dell’Osservatorio è prevista per l’inizio del 2026, quando saranno nominati tutti i componenti e verranno pubblicati i primi documenti strategici e di analisi. Questi materiali costituiranno la base per orientare le scelte pubbliche e fornire indicazioni concrete a istituzioni, imprese e parti sociali sull’adozione responsabile dell’IA nei contesti lavorativi.
La Commissione Etica e il ruolo di Paolo Benanti
Durante la presentazione pubblica sono state annunciate anche le Linee Guida sull’adozione dell’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro e il nome del Presidente della Commissione Etica. A guidare l’organismo sarà padre Paolo Benanti, professore all’Università Luiss Guido Carli e Presidente della Commissione sull’Intelligenza Artificiale per l’informazione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. La Commissione avrà il compito di fornire un orientamento etico generale, vigilando affinché l’uso degli algoritmi rispetti i valori fondamentali della persona e del lavoro.
Etica e innovazione, una bussola per il futuro
«L’etica non deve essere percepita come un freno all’innovazione, ma come la bussola necessaria per orientare la trasformazione digitale verso il bene comune – ha affermato padre Benanti –. In seno all’Osservatorio, il nostro compito sarà garantire che l’efficienza degli algoritmi non calpesti mai la dignità della persona: l’intelligenza artificiale deve restare uno strumento per potenziare il lavoro umano, non per disumanizzarlo». Un principio che sintetizza la visione alla base dell’Osservatorio e che segna un passaggio chiave nel rapporto tra tecnologia, lavoro e diritti nell’Italia del prossimo futuro.
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