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Leone XIV, la messa d’insediamento a San Pietro: «Questa è l’ora dell’amore».

Davanti a 200mila fedeli, il nuovo Papa ha richiamato all’unità e alla pace: «Camminiamo insieme nella carità». Commosso all’omelia e all'abbraccio con il fratello Louis.

Leone XIV, la messa d’insediamento a San Pietro: «Questa è l’ora dell’amore».

Davanti a 200mila fedeli, il nuovo Papa ha richiamato all’unità e alla pace: «Camminiamo insieme nella carità». Commosso all’omelia e all’abbraccio con il fratello Louis. 

Roma – Una Piazza San Pietro gremita, avvolta dalla luce del mattino e dalla solennità di un rito antico, ha accolto nella giornata di ieri la messa d’inizio pontificato di papa Leone XIV. Davanti a circa 200mila fedeli, il nuovo Pontefice ha pronunciato parole che suonano come un manifesto spirituale e pastorale: «Questa è l’ora dell’amore. La Chiesa apra le braccia al mondo».

La cerimonia è cominciata alle 9 con il giro in papamobile tra la folla, seguito dalla solenne intronizzazione. Leone XIV – al secolo Jean-Marc Prevost – ha ricevuto il Pallio e l’Anello del Pescatore, simboli del potere spirituale affidatogli. In quel momento, visibilmente commosso, ha contemplato a lungo il sigillo pontificio. Poco dopo, ha “rotto” il protocollo con un gesto inatteso: un abbraccio intenso e spontaneo con il fratello maggiore Louis, che si è unito alle delegazioni nel saluto finale.

L’omelia: «Costruiamo un mondo nuovo in cui regni la pace»

Il cuore del messaggio di Leone XIV è stato nell’omelia, pronunciata con voce ferma ma emozionata: «Sono stato scelto senza alcun merito – ha detto – e vengo a voi come un fratello che vuole farsi servo della vostra fede». Parole accompagnate da lunghi applausi.

Il Papa ha citato sant’Agostino e Leone XIII, pontefice della dottrina sociale, per riaffermare il ruolo della Chiesa come fermento di fraternità: «Vediamo ancora troppe ferite causate dall’odio, dalla paura del diverso. Ma possiamo essere lievito di comunione e dire al mondo: guardate a Cristo».

Non è mancato un commosso ricordo di papa Francesco: «La sua morte ha riempito di tristezza il nostro cuore. Ma nella luce della Risurrezione abbiamo affrontato questo momento con fede. Lui ci accompagna dal cielo».

Le delegazioni internazionali

Molti i leader presenti in Vaticano. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha guidato la delegazione italiana, seguito dalla premier Giorgia Meloni, che ha scritto su X: «Buon Ministero, Santo Padre». Tra i presenti anche il vicepresidente Usa J.D. Vance, la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky – che ha poi avuto un’udienza privata con il Pontefice – e Roberta Metsola, presidente del Parlamento Ue.

«Sua Santità – ha scritto Zelensky – è un simbolo di speranza di pace. Ringraziamo il Vaticano per la disponibilità a fungere da piattaforma per i negoziati con la Russia».

Presente anche una delegazione britannica guidata dal principe Edoardo, duca di Edimburgo, accompagnato dalla vicepremier Angela Rayner. Il vicepresidente del Brasile Geraldo Alckmin ha donato una maglia del Santos, omaggio al Pontefice appassionato di calcio.

Sicurezza e partecipazione popolare

Oltre mille unità tra forze armate e polizia hanno garantito la sicurezza attorno al Vaticano, supportati anche da droni della Questura. Il deflusso dei 200mila fedeli è stato gestito dalla Sala operativa per i grandi eventi della Questura di Roma. Tutto si è svolto senza incidenti.

I simboli del Pontificato

Durante la liturgia, tre cardinali dei tre ordini (diaconi, presbiteri, vescovi) hanno imposto al Papa il Pallio, pronunciato preghiere e infine consegnato l’Anello del Pescatore, raffigurante San Pietro con le chiavi e la rete. «Ad multos annos!», ha acclamato la folla.

Tra le personalità presenti anche le regine cattoliche, tutte in bianco secondo il protocollo vaticano: Letizia di Spagna, Matilde del Belgio, Maria Teresa di Lussemburgo, Charlene di Monaco e Sophie del Liechtenstein.

Padre Fortunato: «Nel cuore del Papa, i bambini che soffrono»

A chiudere la giornata, le parole di padre Enzo Fortunato: «Nel cuore del Papa ci sono i bambini vittime di guerra, fame e violenza. Facciamo delle sue parole un miracolo di vita».

Con la sua omelia, i gesti semplici e un abbraccio che ha parlato più di mille discorsi, Leone XIV ha dato il tono a un pontificato che promette di essere all’insegna della fraternità, della pace e della speranza. E il mondo, oggi, sembra pronto ad ascoltarlo.

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