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Caso Orlandi, svolta dopo 42 anni: ex compagna di scuola indagata per false dichiarazioni.

Laura Casagrande, ex allieva della scuola di musica frequentata da Emanuela Orlandi, è indagata dalla Procura di Roma. Al centro dell’inchiesta le contraddizioni sulle ore precedenti alla scomparsa del 22 giugno 1983.

Caso Orlandi, svolta dopo 42 anni: ex compagna di scuola indagata per false dichiarazioni.

A quarantadue anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi, il caso che più di ogni altro ha segnato la storia giudiziaria e mediatica italiana conosce un nuovo, inatteso sviluppo. La Procura di Roma ha infatti iscritto una donna nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta riaperta nel 2023 sulla sparizione della quindicenne cittadina vaticana, avvenuta il 22 giugno 1983. Un passaggio delicato che riporta sotto i riflettori una delle figure rimaste finora ai margini, ma mai del tutto estranee al perimetro investigativo.

L’indagata e l’accusa di false informazioni ai magistrati

La donna indagata è Laura Casagrande, oggi 57enne, ex allieva della stessa scuola di musica frequentata da Emanuela Orlandi, anche se inserita in un corso diverso. L’ipotesi di reato contestata è quella di false informazioni al pubblico ministero. Secondo gli inquirenti, Casagrande avrebbe fornito nel tempo versioni contraddittorie su quanto accaduto nelle ore precedenti alla scomparsa della ragazza, contribuendo ad alimentare incertezze e tensioni investigative su una delle giornate più analizzate della storia giudiziaria italiana.

La riapertura delle indagini e il lavoro dei carabinieri

L’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi è stata formalmente riaperta nel maggio del 2023 dalla Procura di Roma, con l’ipotesi di sequestro di persona a scopo di estorsione. Le indagini sono affidate ai carabinieri del Nucleo investigativo della Capitale e coordinate dal pubblico ministero Stefano Luciani. Da allora è stato avviato un imponente lavoro di rilettura e analisi di tutti gli atti, comprese testimonianze, verbali e segnalazioni raccolte nel corso di oltre quattro decenni.

Le ultime ore prima della sparizione

Il nuovo impulso investigativo si concentra in particolare sulle ore precedenti alla scomparsa, quando Emanuela lasciò la scuola di musica di piazza Sant’Apollinare per rientrare a casa. Proprio in questo contesto emerge il ruolo di Laura Casagrande, indicata da alcuni testimoni come una delle ultime persone, se non l’ultima, ad aver visto la ragazza in corso Rinascimento. Un dettaglio che, alla luce delle recenti valutazioni della Procura, assume oggi un peso investigativo ancora più rilevante.

L’audizione davanti alla Commissione parlamentare

Casagrande era già stata ascoltata nel giugno dello scorso anno dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, istituita per fare luce su due dei più oscuri casi di scomparsa degli anni Ottanta. Un’audizione che, secondo quanto emerso, aveva lasciato numerosi dubbi. La ricostruzione fornita dalla donna era apparsa frammentaria, segnata da ripetuti “non ricordo” e da ampie zone d’ombra proprio sui momenti chiave di quel pomeriggio.

Le parole del presidente De Priamo

A confermare le perplessità emerse in Commissione è stato il presidente Andrea De Priamo, che ha definito l’audizione “molto contraddittoria”, come se la testimone avesse tentato di sottrarsi alla scena centrale degli eventi. Successivi accertamenti, ha spiegato De Priamo, continuano a far ritenere che Laura Casagrande possa essere stata una delle ultimissime persone a vedere Emanuela Orlandi prima della sparizione, tanto che il suo nome era già stato inserito tra quelli da risentire con una formula più stringente rispetto alla libera audizione.

Le nuove piste e l’ipotesi Casa del Jazz

Parallelamente, le indagini hanno recentemente esplorato anche scenari rimasti a lungo inesplorati. Tra questi, l’ipotesi che il corpo di Emanuela Orlandi possa trovarsi nell’area della Casa del Jazz, lungo via Cristoforo Colombo, edificio sorto su un bene confiscato alla criminalità organizzata. Gli inquirenti hanno avviato ispezioni in gallerie sotterranee mai controllate prima, nel quadro di accertamenti collegati anche ad altri casi irrisolti.

La reazione della famiglia Orlandi

La notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati è stata accolta con cauta fiducia dalla famiglia. Pietro Orlandi ha parlato di un passaggio importante, sottolineando come il riserbo della Procura sia indice di serietà e determinazione. Secondo il fratello della ragazza scomparsa, chi potrebbe aver visto Emanuela nelle sue ultime ore di libertà potrebbe fornire elementi decisivi per capire in quali mani sia finita e se vi sia stato un “gancio” nel presunto rapimento.

La posizione della legale della famiglia

Anche l’avvocata Laura Sgrò, legale della famiglia Orlandi, ha espresso piena fiducia nel lavoro della magistratura. Il massimo riserbo che ha caratterizzato finora l’azione della Procura viene letto come un segnale di attenzione e prudenza. Se una persona è stata iscritta nel registro degli indagati, ha ribadito la legale, significa che esistono elementi concreti che giustificano questo passo.

Una svolta che riapre interrogativi irrisolti

Dopo oltre quattro decenni di ipotesi, depistaggi e piste mai definitivamente chiarite, l’indagine su Laura Casagrande rappresenta una svolta che riporta al centro il cuore originario del caso: le ultime ore di Emanuela Orlandi e la rete di relazioni che la circondavano. Una svolta che non equivale a una verità, ma che segna un nuovo tentativo di fare luce su uno dei misteri più profondi e dolorosi della storia italiana contemporanea.

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