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Allarme bomba all’Istituto De Amicis di Roma: evacuati studenti e personale. Ore di tensione nel cuore di Testaccio.

Allarme bomba all’Istituto De Amicis di Roma: scuola evacuata dopo una telefonata anonima. Carabinieri, cinofili e artificieri in azione per le verifiche.

Allarme bomba all’Istituto De Amicis di Roma: evacuati studenti e personale. Ore di tensione nel cuore di Testaccio.

ROMA, 26 novembre 2025 — Una mattinata di paura quella vissuta nel quartiere Testaccio, dove un anonimo ha telefonato al 112 segnalando la presenza di una bomba all’interno dell’Istituto Comprensivo Edmondo De Amicis, in via Galvani. La chiamata, giunta alle 8:10, ha messo in moto l’immediato intervento dei carabinieri, che hanno disposto l’evacuazione dell’edificio e l’avvio delle verifiche con cinofili e artificieri.

La telefonata: “C’è una bomba a scuola”

Secondo quanto ricostruito, la voce anonima avrebbe comunicato in modo diretto e inquietante la presenza di un ordigno all’interno della scuola primaria e secondaria di Testaccio. L’allarme è scattato pochi minuti prima dell’ingresso ufficiale degli studenti alle 8:10, un dettaglio che si è rivelato decisivo: la scuola non era ancora pienamente affollata.

“Ci hanno detto di evacuare subito, alcuni professori erano appena entrati e sono dovuti uscire immediatamente”, racconta una docente. “Fortunatamente i ragazzi non erano ancora nelle classi”.

L’intervento dei carabinieri

Sul posto sono arrivati i militari della stazione Aventino e della Compagnia Roma Centro, che hanno messo in sicurezza l’intera area. Tutti gli studenti presenti — alcune centinaia — sono stati fatti uscire in strada e radunati nelle aree esterne designate, mentre la scuola veniva completamente isolata.

Parallelamente sono stati allertati i nuclei cinofili e gli artificieri dell’Arma, incaricati di ispezionare ogni piano dell’edificio, dai corridoi alle aule, dai laboratori ai locali tecnici. Le operazioni, eseguite seguendo protocolli anti-terrorismo ormai consolidati, sono proseguite per ore.

Al momento non è stata confermata la presenza di alcun ordigno, ma le verifiche sono considerate imprescindibili fino al controllo totale dell’edificio.

La testimonianza degli studenti: “Prima allarme idrico, poi bomba”

Diversi ragazzi, rimasti all’esterno in attesa di aggiornamenti, descrivono un clima di iniziale confusione.

“In un primo momento ci hanno parlato di un allarme idrico — racconta uno studente — poi ci hanno detto che si trattava di un allarme bomba. Alle 8:50 la vicepreside ci ha comunicato che non potevamo entrare”.

Anche alcuni insegnanti hanno riferito di aver appreso della situazione solo al loro arrivo.

Una docente, che avrebbe iniziato le lezioni alle 11, parla di informazioni poco chiare e del tutto inaspettate: “sono arrivata qui e ho letto la circolare della preside che ci riferiva di questi problemi idrici. Mi sembra strano si tratti di una bomba, anche gli altri plessi in via Testaccio, via Pisano, Vittorio Emanuele e Cardinal Capranica sono chiusi e inagibili al momento”.

Un quartiere sotto tensione

L’evacuazione di massa nel pieno della mattinata ha inevitabilmente attirato l’attenzione dei residenti e dei genitori, che si sono radunati rapidamente nelle strade adiacenti. La presenza di pattuglie, transenne, cani anti-esplosivo e squadre specializzate ha trasformato via Galvani in un’area blindata.

Molti genitori, accorsi subito, hanno espresso preoccupazione per la sicurezza dei propri figli, pur riconoscendo la rapidità dell’intervento dei carabinieri.

I controlli: cinofili e artificieri al lavoro per ore

Le squadre specializzate hanno passato al setaccio l’edificio in modo sistematico. L’assenza di conferme non ha rallentato i controlli, che restano necessari finché ogni ambiente dell’istituto non viene dichiarato completamente sicuro.

Gli artificieri, supportati dai cinofili, hanno ispezionato: aule, laboratori, armadietti, ripostigli, corridoi, scale, vani tecnici, aree esterne e cortili

Al momento, nonostante l’ampio dispiegamento di forze, non è stato rinvenuto alcun ordigno.

Un fenomeno non nuovo a Roma

Negli ultimi anni la Capitale ha registrato diversi episodi di falsi allarmi bomba, spesso inviati tramite email o telefonate anonime. In vari casi si è trattato di tentativi di estorsione o atti di vandalismo informatico. Le autorità, tuttavia, sono tenute a trattare ogni segnalazione come potenzialmente credibile, soprattutto quando riguarda luoghi sensibili come scuole e uffici pubblici.

L’episodio di oggi rientra quindi in una casistica già conosciuta, ma non per questo meno pericolosa o destabilizzante.

Indagini in corso: chi ha fatto la telefonata?

I carabinieri stanno ora lavorando per risalire all’autore della chiamata. Si vagliano:

  • registrazioni della centrale operativa

  • tabulati telefonici e celle agganciate

  • eventuali telecamere nella zona della cabina o del punto di chiamata

  • possibili motivazioni, dalla bravata alla minaccia reale

L’obiettivo è capire se si tratti di un gesto isolato, di un falso allarme o di un segnale più preoccupante.

Ritorno alla normalità?

Fino al completamento delle verifiche la scuola resta chiusa. Le famiglie aspettano aggiornamenti da parte della dirigenza scolastica e delle forze dell’ordine.

Nonostante la grande paura, la gestione dell’evacuazione è avvenuta senza incidenti, grazie al coordinamento tra personale scolastico e carabinieri.

Conclusione

L’allarme bomba all’istituto De Amicis ha tenuto in apprensione un intero quartiere, mostrando ancora una volta l’importanza dei protocolli di sicurezza nelle scuole e della tempestività delle forze dell’ordine. Sebbene al momento non vi siano conferme sulla presenza di un ordigno, le operazioni restano in corso e l’attenzione rimane alta. Le indagini chiariranno le responsabilità e la natura della minaccia.

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