CAMBIA LINGUA

Adolescenti e IA, tra conforto emotivo e solitudine: la nuova mappa del disagio e delle opportunità tracciata da Save the Children.

Secondo un sondaggio inedito contenuto nel nuovo Atlante di Save the Children, la relazione con l’IA è ormai parte strutturale della quotidianità giovanile.

Adolescenti e IA, tra conforto emotivo e solitudine: la nuova mappa del disagio e delle opportunità tracciata da Save the Children.

Il quadro generale: una generazione “onlife” in cerca di ascolto

L’adolescenza italiana del 2025 vive senza filtri fra online e offline. È una generazione “onlife”, come la definisce Save the Children nel suo nuovo Atlante dell’Infanzia a rischio, dal titolo: Senza filtri.

Il 92,5% tra i 15 e i 19 anni usa strumenti di Intelligenza Artificiale (IA) (contro il 46,7% degli adulti), quasi uno su tre (30,9%) li utilizza tutti i giorni o quasi, il 43,3% qualche volta a settimana e solo il 7,5% non li usa mai.

Non parliamo soltanto di studio e ricerche: l’IA diventa confidente e consigliere. “L’IA entra nelle vite dei ragazzi anche come conforto emotivo: serve un dialogo intergenerazionale e servizi psicologici capillari”, sottolinea Raffaela Milano, direttrice del Polo Ricerche di Save the Children.

Secondo i dati raccolti il 41,8% dichiara di essersi rivolto a chatbot o altri strumenti di IA quando si sentiva triste, solo/a o ansioso/a e il 42,8% lo ha fatto per decisioni importanti (relazioni, sentimenti, scuola, lavoro). Allarmante, poi, è sicuramente il fatto che il 63,5% riferisce di aver trovato più soddisfacente il confronto con l’IA che con una persona reale almeno qualche volta.

Cosa usano, perché lo usano

Gli strumenti più popolari sono i chatbot generali (ChatGPT, Claude, Dixit: 68,3%) seguiti da traduttori automatici (42,5%) e assistenti vocali (33,3%). Le motivazioni che portano al loro utilizzo sono molteplici: ricerca informazioni (35,7%), aiuto nello studio/compiti (35,2%), traduzioni (19,8%), scrittura di testi (18,7%), scopo ludico (21,4%), consigli per la vita quotidiana (15%), benessere personale (7,1%) e compagnia (4,2%).

Ciò che i ragazzi apprezzano dell’IA è che  “è sempre disponibile” (28,8%), “mi capisce e mi tratta bene” (14,5%) e “non mi giudica” (12,4%). Quasi uno su due (48,4%) ha condiviso informazioni della propria vita reale con l’IA: un dato che richiama con urgenza l’educazione alla privacy.

Dalle loro parole, dunque, emerge una domanda precisa di protagonismo, di luoghi dove potersi esprimere, creare, condividere.
Come sottolinea Save the Children, occorre ricucire il legame tra giovani e mondo adulto, potenziare la rete di psicologi scolastici, promuovere educazione digitale ed emotiva, e monitorare l’uso dell’IA in modo etico e sicuro.

L’altra faccia della connessione: ansia, iperconnessione e cyberbullismo

La vita digitale dei ragazzi si muove tra luci e ombre. Il 38% ammette di guardare spesso lo smartphone anche in presenza di amici o parenti — è il cosiddetto phubbing — e il 27% si sente nervoso quando non lo ha con sé. Più di uno su otto è iperconnesso, ossia mostra un uso problematico di internet. E il 47,1% è stato vittima di cyberbullismo, un dato in crescita vertiginosa rispetto al 31,1% del 2018.

La socialità digitale porta con sé anche nuove abitudini: il 30% ha praticato ghosting (interrompere improvvisamente un rapporto senza spiegazioni) e il 37% visita siti per adulti, con una differenza netta tra ragazzi (54,5%) e ragazze (19,1%).
Sono comportamenti che raccontano un bisogno di esplorare, ma anche un vuoto educativo e affettivo che spesso la scuola e la famiglia faticano a colmare.

Offline in affanno: cultura, sport, viaggi

Quando si spengono gli schermi il quadro, però, non migliora. Nel 2024 un adolescente su due non ha visitato mostre o musei e oltre il 60% nel Mezzogiorno non ha mai vissuto questa esperienza. Il 21% non è mai andato al cinema e il 46% non legge nessun libro al di fuori di quelli scolastici.
Quasi uno su cinque non pratica alcuna attività fisica, percentuale che nel Sud sale al 29,2%.

I giovani italiani viaggiano anche meno dei loro coetanei europei: solo il 47,6% ha fatto almeno una gita o vacanza di una notte nel 2024, contro l’81% degli spagnoli e il 90% degli olandesi.

Benessere psicologico: un divario di genere profondo

Il capitolo sul benessere mentale è tra i più delicati dell’Atlante. Il 60% dei giovani si dice soddisfatto di sé, ma la differenza tra generi è marcata: 71% dei ragazzi contro 50% delle ragazze.
Il 9% ha vissuto periodi di auto-isolamento psicologico, e quasi uno su otto ha assunto psicofarmaci senza prescrizione, soprattutto tra le ragazze (16,3% contro 7,5% dei coetanei maschi).

Il dato più preoccupante riguarda l’equilibrio psicologico: solo una ragazza su tre mostra un buon livello di benessere, contro due ragazzi su tre. Con oltre 30 punti percentuali di scarto, è il divario di genere più alto d’Europa.
Nel complesso, meno della metà dei giovani italiani (49,6%) si sente bene psicologicamente.

L’intimità digitale e il rischio di isolamento

Il fenomeno descrive bene il bisogno di ascolto di una generazione che spesso fatica a trovare risposte nel mondo adulto.
Se da un lato i chatbot offrono un aiuto immediato, anonimo e privo di giudizio, dall’altro possono alimentare una solitudine silenziosa, sostituendo progressivamente il confronto umano. È il paradosso della nuova adolescenza: sempre connessa, ma spesso sola.

Il problema non è solo tecnologico, ma sociale: in un Paese dove i servizi di salute mentale per minori restano insufficienti — appena 400 posti letto di neuropsichiatria infantile in tutto il territorio — e dove le liste d’attesa si allungano, l’IA diventa il primo o unico canale di ascolto.
Un segnale d’allarme, ma anche un sintomo di una richiesta d’aiuto che troppo spesso rimane inascoltata.

Amici e famiglia: gli appigli che resistono

Nonostante tutto, le relazioni dirette restano un punto di forza. Oltre l’80% degli adolescenti è soddisfatto del proprio rapporto con gli amici, e quasi otto su dieci dichiarano di avere un legame positivo con i genitori. Tuttavia, il 31% ammette di aver avuto gravi difficoltà nel rapporto familiare.
Sono numeri che ricordano quanto la qualità dell’ascolto reale conti ancora più della quantità di connessioni digitali.

L’evento di presentazione

L’Atlante “Senza filtri” sarà presentato martedì 19 novembre, ore 9:30, a Roma, sede di Save the Children (Piazza San Francesco di Paola, 9). Conduce Francesco Zaffarano. Intervengono, tra gli altri: Claudio Tesauro, Antonella Inverno, Daniele Biella, Enrico Galiano, Maura Gancitano, Vittoria Ferdinandi e rappresentanti del mondo della scuola, della ricerca e delle reti giovanili.

Conclusione

La relazione fra adolescenti e IA non è il problema: è un termometro del problema. Dice che i ragazzi cercano ascolto, assenza di giudizio e disponibilità h24. Se gli adulti e i servizi non occupano questi spazi, lo faranno gli algoritmi. La risposta non è demonizzare la tecnologia, ma governarla: ampliando i servizi, educando alla cittadinanza digitale, riducendo i divari e moltiplicando le occasioni di vita offline significative. Solo così l’IA potrà diventare alleata, e non surrogato, delle relazioni umane.

Segui La Milano sul nostro canale Whatsapp

Riproduzione riservata © Copyright La Milano

×