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Attentato incendiario alla Polfer di Rimini: 15 perquisizioni contro esponenti anarchici

Operazione della Polizia contro esponenti anarchici: 15 perquisizioni dopo l’attacco incendiario del 2023 contro la Polfer di Rimini. Sequestrati dispositivi elettronici e indumenti sospetti.

Attentato incendiario alla Polfer di Rimini: 15 perquisizioni contro esponenti anarchici.

Le indagini condotte dalla Polizia di Stato fanno luce sull’attacco doloso del 2023. Sequestrati dispositivi e materiale utile agli inquirenti.

Rimini, 29 giugno 2025 – È scattata all’alba di mercoledì 25 giugno una vasta operazione della Polizia di Stato contro ambienti dell’anarchia radicale, legata all’incendio doloso avvenuto il 20 aprile 2023 nel piazzale interno dello scalo nord della stazione ferroviaria di Rimini. Due autovetture della Polizia Ferroviaria furono date alle fiamme in un’azione che gli investigatori, sin dall’inizio, hanno ritenuto di matrice eversiva.

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L’operazione, coordinata dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione (DCPP), è stata eseguita dagli uomini della Digos di Bologna, con il supporto dei colleghi di Forlì-Cesena, Rimini, Milano, Torino e Lucca. Sono 15 le perquisizioni effettuate nei confronti di altrettanti soggetti appartenenti all’area anarchica. Gli indagati sono accusati di aver partecipato, con diversi livelli di responsabilità, all’organizzazione e realizzazione dell’atto incendiario.

La rivendicazione e i riferimenti ideologici

L’attacco era stato rivendicato pochi giorni dopo su alcuni siti riconducibili alla galassia anarchica. Nel comunicato si leggeva:

“Si è scelto di attaccare con il fuoco la polizia ferroviaria, misera appendice della polizia di stato, addetta all’infame compito della salvaguardia della sicurezza in ambito ferroviario… Il loro ruolo di guardiani dei cosiddetti confini di stato ha rappresentato un motivo in più per fargli visita proprio sotto casa loro.”

Un attacco dunque non solo simbolico, ma ideologicamente motivato contro il controllo statale e le attività di monitoraggio su persone considerate “senza documenti” dalle forze di polizia.

Nella rivendicazione erano inoltre riportati messaggi di solidarietà verso noti anarchici internazionali e italiani: i cileni Monica Caballero e Francisco Solar, e gli italiani Anna Beniamino, Juan Sorroche, Aldo C., Lucas, Ivan, Zac. Non sono mancati riferimenti a Nadia Desdemona Lioce, Roberto Morandi e Marco Mezzasalma, da anni detenuti in regime di 41 bis.

Le indagini: immagini, analisi e perquisizioni

Le indagini, dirette dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bologna – con il sostituto procuratore dott. Dambruoso – sono state lunghe e complesse. Fondamentale si è rivelata l’analisi di numerose ore di registrazioni delle videocamere di sorveglianza presenti nella zona dello scalo ferroviario, scrutinate dagli agenti della Digos di Bologna e Rimini. L’ausilio del Servizio di Polizia Scientifica ha permesso di rafforzare il quadro indiziario.

A conclusione di questa prima fase investigativa, la Procura ha disposto le perquisizioni che hanno portato al sequestro di dispositivi informatici, telefoni cellulari e alcuni capi di abbigliamento ritenuti compatibili con quelli indossati dagli autori materiali dell’attacco.

Verso nuovi sviluppi

Il materiale sequestrato è ora al vaglio degli inquirenti e potrebbe aprire nuove piste investigative o rafforzare le accuse nei confronti dei soggetti già identificati. Non si escludono ulteriori perquisizioni o provvedimenti restrittivi nei prossimi giorni.

L’episodio dell’aprile 2023 si inserisce in un più ampio contesto di azioni ostili condotte da frange dell’anarchismo insurrezionalista contro simboli e apparati dello Stato. L’attenzione delle autorità resta alta, con l’obiettivo di prevenire nuovi episodi di violenza e garantire la sicurezza delle istituzioni e dei cittadini.

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