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Rieti, studentessa universitaria perseguitata e seguita per giorni da nigeriano 34enne. Disposto il braccialetto elettronico

Una studentessa universitaria chiama il 112 terrorizzata: segnalato un uomo che la seguiva con insistenza. Arrestato un 34enne già ammonito dal Questore per condotte persecutorie. Dopo l’evasione dai domiciliari, il GIP dispone braccialetto elettronico e divieto di avvicinamento.

Rieti, studentessa universitaria perseguitata e seguita per giorni da nigeriano 34enne. Disposto il braccialetto elettronico

Un cittadino nigeriano di 34 anni, residente a Rieti, è stato arrestato nei giorni scorsi dalla Polizia di Stato con l’accusa di atti persecutori nei confronti di una giovane studentessa universitaria. La vicenda, ora al vaglio dell’Autorità giudiziaria, si inserisce in un contesto di condotte ripetute che avrebbero generato nella vittima uno stato di forte ansia e timore per la propria sicurezza.

La chiamata al 112 e la paura della studentessa

L’intervento è scattato quando la ragazza, molto spaventata, ha composto il Numero Unico di Emergenza 112 per segnalare la presenza di uno sconosciuto che la stava seguendo con insistenza “morbosa”, mantenendo un comportamento considerato molesto e invasivo.

La Sala Operativa della Questura di Rieti ha inviato immediatamente sul posto gli agenti della Squadra Volante dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico. Una delle pattuglie ha raggiunto la studentessa, raccogliendo nell’immediatezza la sua testimonianza, mentre una seconda squadra ha avviato le ricerche dell’uomo descritto dalla giovane.

Il rintraccio dell’uomo e il precedente ammonimento del Questore

Nel giro di pochi minuti, gli agenti sono riusciti a individuare lo straniero, che risultava essere residente a Rieti. Dagli accertamenti è emerso un elemento rilevante ai fini investigativi: poche ore prima del nuovo episodio, l’uomo era stato ammonito dal Questore di Rieti per comportamenti persecutori nei confronti di un’altra donna.

La presenza di un precedente così recente ha subito innalzato l’allerta degli operatori, delineando un possibile quadro di reiterazione di condotte moleste.

Perquisizioni e telefoni sequestrati: accertamenti in corso

Gli agenti hanno proceduto a una perquisizione personale e domiciliare, trovando alcuni telefoni cellulari considerati di interesse investigativo. Gli oggetti sono stati sequestrati per verificare se l’uomo potesse aver ripreso, fotografato o comunque monitorato la vittima durante gli episodi di pedinamento.

Questi accertamenti sono fondamentali per ricostruire eventuali comportamenti ossessivi o organizzati, e per comprendere la reale portata delle molestie denunciate.

Pedinamenti e molestie: ricostruito un quadro di reiterazione

La testimonianza della studentessa, unita ai primi riscontri delle Volanti, ha consentito di ricostruire un quadro di molestie e pedinamenti ripetuti, tali da generare nella giovane un senso costante di ansia e disagio.

Secondo quanto riferito dagli investigatori, la ragazza sarebbe stata seguita più volte, con atteggiamenti ritenuti intrusivi e tali da incidere pesantemente sulla sua serenità quotidiana.

Alla luce degli elementi raccolti, l’uomo è stato arrestato e collocato ai domiciliari, come disposto dall’Autorità giudiziaria competente.

La denuncia per evasione: nuovo intervento delle Volanti

Nei giorni successivi all’arresto, il 34enne è stato ulteriormente denunciato dalla Polizia di Stato per evasione. L’uomo si sarebbe infatti allontanato senza autorizzazione dalla propria abitazione, in violazione del regime degli arresti domiciliari.

Gli agenti della Volante lo hanno rintracciato poco dopo, riportandolo presso il domicilio e ripristinando il regime detentivo.

La decisione del GIP: scatta il braccialetto elettronico

Il GIP del Tribunale di Rieti ha successivamente convalidato l’arresto, disponendo nei confronti dell’uomo una misura cautelare più restrittiva. Oltre al divieto di avvicinamento alla persona offesa, è stata applicata la misura del braccialetto elettronico, strumento volto a monitorare costantemente gli spostamenti del soggetto e garantire una tutela più efficace alla vittima.

La decisione tiene conto sia degli episodi contestati sia della violazione degli arresti domiciliari, ritenuta dagli inquirenti indicativa di scarsa affidabilità nel rispetto delle prescrizioni.

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