Reggio Emilia, smantellata banda transnazionale che rubava auto di lusso per venderle a Dubai: 9 arresti e sequestri per oltre 2 milioni
I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Reggio Emilia, con Guardia Civil e Polizia belga, hanno eseguito un blitz in Italia, Spagna e Belgio: auto geolocalizzate con AirTag, “ripulite” in Belgio e spedite in container verso Dubai. Indagati 24 soggetti; centinaia i veicoli rubati per oltre 10 milioni di euro
Reggio Emilia, smantellata banda transnazionale che rubava auto di lusso per venderle a Dubai: 9 arresti e sequestri per oltre 2 milioni
Reggio Emilia, Forte dei Marmi, Viareggio e Cortina: la banda frequentava le mete dei VIP per selezionare le auto di lusso da rubare. Una volta individuati i bersagli, i veicoli venivano geolocalizzati, così da consentire ai complici di colpire con calma, anche presso i domicili delle vittime. Le vetture, poi “ripulite” in Belgio, finivano in container diretti negli Emirati Arabi, dove venivano rivendute. Un modus operandi collaudato che avrebbe fruttato all’organizzazione proventi nell’ordine di decine di milioni di euro.
A porre fine alla scia di furti sono stati i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Reggio Emilia, sotto il costante coordinamento della Procura della Repubblica di Reggio Emilia del Procuratore Calogero Gaetano Paci. In ragione di ciò, alle prime ore del 7 ottobre 2025, nelle province di Reggio Emilia, Parma e Cremona, e contemporaneamente a Marbella (Spagna) e ad Anversa (Belgio), è stata eseguita la fase operativa di una complessa indagine nei confronti di un’associazione a delinquere transazionale composta da cittadini dell’Est Europa – principalmente moldavi, ma anche russi, romeni e ucraini – specializzata nei furti di macchine di lusso.
I veicoli rubati, in prevalenza Range Rover, Lexus e Toyota, venivano trafugati in Italia (Reggio Emilia, Parma e Cremona) e in Spagna (Marbella), quindi “ripuliti”, mediante sostituzione dei numeri di telaio e l’apposizione di targhe clonate, false e illecitamente acquisite in paesi esteri, condotti ad Anversa e successivamente spediti in container verso Dubai (Emirati Arabi Uniti), dove venivano immessi sul mercato.
L’indagine denominata “Palma” è stata condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Reggio Emilia, con il supporto dei reparti territorialmente competenti, della Guardia Civil – UCO (Unidad Central Operativa) e della Polizia Federale Belga, sotto il coordinamento della Procura di Reggio Emilia – Procuratore Calogero Gaetano Paci e Sostituto Francesco Rivabella Francia – e della Quinta Sezione del Tribunale di Marbella, con la magistrata Laura Sanchez Diaz, con il prezioso supporto di Eurojust.
Nell’ambito della fase esecutiva dell’indagine Palma, che vede complessivamente indagate 24 persone dell’Est Europa di cui 14 colpite da misure cautelari (10 in carcere e 4 ai domiciliari), sono stati eseguiti 9 arresti (6 in carcere e 3 ai domiciliari), 16 perquisizioni domiciliari (con il rinvenimento tra Spagna e Italia di auto rubate, apparecchiature elettroniche per decodificare chiavi d’accensione e aprire le vetture, numerosi pc e telefoni cellulari ora al vaglio, circa 40.000 euro in contanti, 171.000 USDT in criptovalute corrispondenti a circa 146.000 euro rinvenute in un Exchange e ricondotte a un indagato), nonché disposto il sequestro preventivo per equivalente di beni per oltre 2 milioni di euro.
L’indagine Palma ha visto Europol fornire supporto di coordinazione ed analisi, attraverso personale specializzato del gruppo AP FURTUM (settore reati contro il patrimonio), riunendo le diverse unità investigative coinvolte nel caso e partecipando a riunioni operative a Madrid, Malaga e Reggio Emilia negli ultimi mesi. Eurojust, che funge da ponte tra le autorità giudiziarie europee, ha garantito il prezioso supporto tra le varie magistrature. L’indagine ha ricevuto il supporto della Rete @ON, finanziata dalla Commissione UE e diretta dalla DIA italiana, che ha permesso, tramite finanziamento di missioni operative e noleggio di supporti tecnologici, il dispiegamento del personale di polizia nei vari paesi coinvolti.
Le attività investigative condotte dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Reggio Emilia, avviate sin dagli inizi del 2024, hanno permesso di accertare un centinaio di auto di lusso rubate in Italia (Reggio Emilia, Bologna, Milano, Parma, Lucca e altre province del centro-nord) e Spagna (Marbella) per un controvalore nell’ordine di oltre 10.000.000 di euro.
Una complessa attività che ha visto il prezioso contributo della sezione criptovalute del Reparto Antifalsificazione Monetaria dell’Arma, che ha impiegato personale specializzato poiché tutti i pagamenti — sia per la vendita delle vetture sia per remunerare i componenti dell’organizzazione — avvenivano con la criptovaluta USD stable coin.
Il modus operandi disvelato ha mostrato che sulle macchine di lusso da rubare venivano installati AirTag che consentivano di localizzarle nei vari spostamenti, permettendo così agli autori dei furti di agire in maniera scientifica presso le abitazioni dei derubati o nelle aree di parcheggio dove i mezzi sostavano.
L’attività d’indagine, supportata da intercettazioni telefoniche, localizzazioni GPS, analisi di sistemi di videosorveglianza, accertamenti patrimoniali e servizi di osservazione, ha disvelato la sussistenza di un’associazione per delinquere a carattere transnazionale composta da soggetti dell’Est Europa dediti ai furti di auto di lusso in ambito europeo.
Peculiarità emersa: la struttura criminale era organizzata in modo piramidale, con ruoli ben definiti — dalla commissione materiale dei furti al riciclaggio dei veicoli e della componentistica, dall’alterazione dei numeri di telaio e delle targhe al supporto logistico (ricerca e individuazione veicoli da rubare, alterazione informatica del software di bordo, avviamento e sottrazione dei veicoli, custodia, smontaggio della componentistica, intestazione di locali per occultamento, trasferimento all’estero, ecc.).
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