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Reggio Calabria, sacerdote arrestato per abusi su minore: anni di violenze in parrocchia

I Carabinieri hanno arrestato un sacerdote accusato di abusi su un giovane. I fatti sarebbero iniziati nel 2015 e proseguiti fino al 2020. L’indagato operava ancora con minori.

Reggio Calabria, sacerdote arrestato per abusi sessuali su minore: indagine partita dalle attività parrocchiali.

Reggio Calabria, 28 luglio 2025 – Un sacerdote è stato arrestato in provincia di Cosenza dai Carabinieri della Compagnia di Reggio Calabria, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale reggino. L’uomo è gravemente indiziato del reato di violenza sessuale aggravata nei confronti di un minore, in relazione a fatti che si sarebbero verificati tra il 2015 e il 2016 e che, secondo le indagini, sarebbero proseguiti fino al 2020, anche dopo il raggiungimento della maggiore età da parte della vittima.

L’indagine: testimonianze, documenti e accertamenti tecnici

L’attività investigativa è stata condotta dai militari dell’Arma sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, guidata dal procuratore facente funzioni Giuseppe Lombardo. L’inchiesta, descritta come “articolata e delicata”, si è sviluppata attraverso una combinazione di testimonianze, acquisizioni documentali e attività tecniche, che hanno consentito di ricostruire un quadro accusatorio dettagliato.

Secondo l’ipotesi formulata dagli inquirenti, il primo episodio si sarebbe verificato quando la vittima – allora sedicenne – frequentava le attività pastorali e aggregative della parrocchia, organizzate proprio dal sacerdote oggi arrestato.

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Un abuso mascherato da legame spirituale

Il religioso avrebbe sfruttato la condizione di disagio familiare del ragazzo per instaurare un rapporto di fiducia, inizialmente caratterizzato da attenzioni e adulazioni, che sarebbe poi degenerato in episodi di violenza sessuale. Le violenze si sarebbero consumate in luoghi appartati all’interno della struttura ecclesiastica.

Secondo quanto emerso dalle indagini, il sacerdote avrebbe manipolato emotivamente il giovane, presentandosi come una guida spirituale e instaurando un rapporto ambiguo e pervasivo. In alcuni casi, dopo aver commesso gli abusi, l’uomo avrebbe addirittura impartito una benedizione alla vittima, accompagnata da una richiesta di perdono.

Una relazione di soggezione e paura

La vittima, secondo gli inquirenti, non riusciva a sottrarsi alla relazione, bloccato da un sentimento di sudditanza psicologica e dal timore di perdere il legame con la comunità parrocchiale. Un rapporto asimmetrico e manipolatorio, dove momenti di confidenza e spiritualità si sarebbero intrecciati a episodi di abuso.

Il sacerdote, figura di spicco nella realtà religiosa locale, avrebbe agito con strategia e consapevolezza, sfruttando il proprio ruolo e il carisma personale per rendere il ragazzo incapace di ribellarsi.

Attività con minori anche dopo il trasferimento

Un elemento particolarmente preoccupante emerso dalle indagini è che, dopo il trasferimento del sacerdote in una parrocchia della provincia di Cosenza, l’uomo avrebbe continuato a svolgere attività a stretto contatto con minori, aumentando così il rischio di reiterazione del reato.

Il sacerdote è stato trasferito presso una casa circondariale, dove si trova a disposizione dell’autorità giudiziaria.

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