Sequestro a scopo di estorsione a Prato, in carcere i carcerieri del 46enne cinese rapito per cinque giorni.
Due connazionali della vittima in manette per sequestro di persona a scopo di estorsione. Scoperta una cantina usata come prigione, indagini coordinate dalla Dda di Firenze.
Sequestro a scopo di estorsione a Prato, in carcere i carcerieri del 46enne cinese rapito per cinque giorni.
Si stringe il cerchio sul sequestro di Yang Yixiang, il cittadino cinese di 46 anni residente a Empoli, rapito per cinque giorni e liberato il 5 dicembre scorso nel centro di Prato. I carabinieri del Nucleo investigativo di Prato, al termine di una complessa indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Firenze, hanno arrestato due uomini di nazionalità cinese, ritenuti i presunti carcerieri della vittima. L’accusa contestata è sequestro di persona a scopo di estorsione, un reato che, per modalità e contesto, ha fin da subito fatto ipotizzare un coinvolgimento riconducibile a dinamiche di criminalità organizzata.
Un rapimento con modalità tipiche della criminalità organizzata
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il sequestro è scattato all’alba di domenica 30 novembre. Yang Yixiang era appena uscito da un bar karaoke di via Galcianese, a Prato, quando sarebbe stato avvicinato da due uomini che si sarebbero qualificati come appartenenti alle forze dell’ordine. Con il pretesto di un controllo, il 46enne è stato convinto a salire su un’auto scura di grossa cilindrata, facendo perdere rapidamente le proprie tracce. Un copione studiato nei dettagli, che ha sfruttato l’inganno e l’apparente autorità per neutralizzare ogni sospetto.
Cinque giorni di prigionia e il rilascio nel centro di Prato
Della vittima non si è saputo più nulla fino alla sera di venerdì 5 dicembre, quando Yang Yixiang è stato rilasciato in zona piazza Mercatale. È stato ritrovato in stato confusionale e immediatamente soccorso. Nelle ore successive è stato ascoltato a lungo dai carabinieri, fornendo elementi utili alla ricostruzione delle fasi della prigionia. Nonostante il successivo ritiro della denuncia da parte dei familiari, la Procura di Prato ha aperto un fascicolo per sequestro di persona a scopo di estorsione, procedendo d’ufficio vista la gravità del reato.
Le indagini passano alla Dda di Firenze
La complessità del caso e i profili emersi hanno portato il coordinamento delle indagini alla Direzione distrettuale antimafia di Firenze, guidata dalla procuratrice Rosa Volpe. Un passaggio ritenuto necessario per affrontare un contesto investigativo che presentava elementi riconducibili a strutture criminali organizzate, con una possibile rete di supporto logistica e operativa.
Decisive le telecamere di videosorveglianza
Un ruolo cruciale lo hanno avuto le immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona del rilascio. Analizzando i filmati, i carabinieri sono riusciti a ricostruire i movimenti dei sequestratori dopo la liberazione dell’ostaggio, seguendo a ritroso il percorso compiuto e individuando un immobile ritenuto la base logistica del sequestro. Un lavoro minuzioso che ha consentito di risalire ai presunti carcerieri e al luogo in cui Yang Yixiang sarebbe stato detenuto.
Il blitz e la scoperta della cantina-prigione
Nella mattinata del 13 dicembre è scattato il blitz dei carabinieri, che hanno fatto irruzione nello stabile individuato come covo dei sequestratori, eseguendo un decreto di perquisizione emesso dalla Dda. All’interno dell’edificio è stata scoperta una cantina utilizzata come luogo di prigionia: in un sottoscala era stato predisposto un giaciglio, compatibile con una detenzione forzata protratta per più giorni. Un riscontro ritenuto determinante per confermare il racconto della vittima e l’impianto accusatorio.
Tentativo di fuga e armi sequestrate
Durante l’operazione sono state identificate diverse persone di origine cinese. Tra queste, i due uomini poi arrestati. Uno di loro ha tentato la fuga subito dopo l’ingresso dei militari, ma è stato immediatamente bloccato. La perquisizione ha portato al sequestro di un taser, mazze, coltelli, degli abiti indossati durante la fase del rilascio e di documenti falsi validi per l’espatrio. Elementi che hanno rafforzato il quadro indiziario e fatto emergere un concreto pericolo di fuga all’estero.
Silenzio davanti al pm e custodia cautelare
Interrogati dal pubblico ministero, i due indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Alla luce dei gravi indizi di colpevolezza e del rischio concreto che potessero sottrarsi alle indagini, la Direzione distrettuale antimafia ha disposto il fermo, eseguito dai carabinieri del comando provinciale di Prato. I due sono stati trasferiti nel carcere cittadino. Nella giornata di martedì 16 dicembre il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Firenze ha convalidato il fermo e disposto per entrambi la custodia cautelare in carcere.
I nodi ancora da sciogliere sul movente
Resta ora da chiarire il movente del sequestro e se la liberazione di Yang Yixiang sia avvenuta a seguito del pagamento di un riscatto, la cui entità non è stata resa nota. Secondo ambienti investigativi, la vicenda potrebbe inserirsi in dinamiche interne alla comunità cinese, anche alla luce di presunte attività legate al gioco d’azzardo online attribuite alla vittima e di provvedimenti emessi dalle autorità della Repubblica Popolare Cinese. Le indagini proseguono per individuare eventuali complici e ricostruire l’intera filiera del sequestro, dalla fase del rapimento fino alla gestione dell’estorsione e della custodia dell’ostaggio.
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