Prato, blitz violento contro un sit-in di lavoratori: due agenti della Digos feriti, tre cittadini cinesi fermati.
Tensione nel distretto tessile pratese: quindici cittadini cinesi tentano un blitz contro un sit-in di operai stranieri. Due agenti della Digos feriti, tre persone fermate.
Prato, blitz violento contro un sit-in di lavoratori: due agenti della Digos feriti, tre cittadini cinesi fermati.
Tensione e violenza nel cuore della Chinatown pratese, al Macrolotto 1, dove una manifestazione sindacale pacifica è degenerata in un grave episodio di aggressione. Nella tarda mattinata di oggi, intorno alle 11.30, un gruppo di oltre quindici cittadini cinesi ha attaccato gli agenti della Digos e ha tentato di colpire alcuni lavoratori pakistani e di altre nazionalità impegnati in un sit-in di protesta per il riconoscimento dei contratti di lavoro nella filiera dell’abbigliamento. Due poliziotti sono rimasti feriti e hanno dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso dell’ospedale di Prato.
L’aggressione durante la protesta sindacale
Secondo quanto ricostruito dalla Procura di Prato, il gruppo è uscito dal capannone del Consorzio Euroingro srl, in via Gora del Pero, dove operano numerose imprese cinesi del settore tessile e della produzione di accessori per l’abbigliamento. L’intento, chiarisce il procuratore Luca Tescaroli, era quello di raggiungere e “punire” i lavoratori extracomunitari che stavano manifestando pacificamente sotto un gazebo per chiedere il rispetto dei contratti e condizioni lavorative regolari.
Gli agenti della Digos, presenti per garantire l’ordine pubblico, sono intervenuti per impedire che il gruppo raggiungesse il presidio. In pochi istanti la situazione è degenerata: gli aggressori si sono scagliati contro i poliziotti, colpendoli con calci e pugni. Due agenti hanno riportato ferite e contusioni, venendo successivamente medicati in ospedale.
Tre fermati, indagini in corso per identificare gli altri
La polizia è riuscita a bloccare tre uomini di nazionalità cinese, rispettivamente di 27, 30 e 60 anni, tutti regolarmente presenti in Italia. Nei loro confronti la procura procede per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali. Le indagini, coordinate dalla procura, sono tuttora in corso per identificare gli altri membri del gruppo, che secondo le testimonianze sarebbe composto da almeno quindici persone.
Gli inquirenti stanno acquisendo immagini, testimonianze e filmati utili a ricostruire con precisione le fasi dell’aggressione e le eventuali responsabilità individuali. L’obiettivo è definire il quadro completo dell’episodio e stabilire se ci siano stati mandanti o istigatori all’interno delle aziende coinvolte.
La denuncia del sindacato S.I. Cobas
Durissima la reazione del sindacato di base S.I. Cobas, che aveva organizzato il sit-in davanti alla sede del consorzio. In una nota diffusa nel pomeriggio, il sindacato parla di un “attacco violento da parte dei datori di lavoro e dei loro collaboratori contro un presidio pacifico di lavoratori in sciopero”. “Un gruppo di persone – si legge nella nota – tra cui erano riconoscibili alcuni padroni delle aziende interne alla Euroingro, ha assaltato il presidio, devastando i gazebo e aggredendo anche le forze dell’ordine. Un’agente è stata scaraventata a terra.”
Secondo il sindacato, l’aggressione sarebbe “un gesto di sfida aperta contro chi chiede semplicemente il rispetto dei diritti e la fine dello sfruttamento”.“Oggi gli sfruttatori – denuncia S.I. Cobas – “hanno deciso di sfidare tutto e tutti, per rivendicare un loro presunto diritto a sfruttare indisturbati e senza proteste, di poter continuare a tenere lavoratori a nero e costringerli a lavorare 12 ore al giorno per 7 giorni alla settimana. L’assurdo che si fa realtà: datori di lavoro che attaccano un presidio di lavoratori che chiedono un contratto regolare e di lavorare 8 ore per 5 giorni a settimana”.
Il sindacato chiede ora un intervento deciso delle istituzioni e delle autorità ispettive per fare luce sulla rete di imprese legate al consorzio e “porre fine a un sistema di sfruttamento radicato da anni nel distretto tessile pratese”.
Tra le testimonianze raccolte dai manifestanti emerge anche quella di Hassan, un operaio di origine pakistana che racconta di aver subito maltrattamenti sul posto di lavoro: “durante un controllo in azienda mi hanno rinchiuso in un container per dieci ore, senza acqua né cibo”.
Il contesto: tensione nel distretto tessile
L’area del Macrolotto è da anni al centro di vertenze sindacali e indagini sul lavoro in nero e lo sfruttamento dei dipendenti, in gran parte stranieri. Il Consorzio Euroingro è uno dei poli principali della produzione e distribuzione di accessori per l’abbigliamento, dove operano decine di aziende a gestione cinese. Già in passato, la struttura era finita sotto i riflettori per violazioni in materia di sicurezza e contratti irregolari.
L’episodio di oggi riaccende i riflettori su un contesto in cui, secondo i sindacati, “lo sfruttamento e le condizioni di lavoro disumane sono ancora una realtà quotidiana”.
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