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Caccia all’uomo in Europa: arrestato a Barcellona il super latitante cinese Bobo Jiang, riportato in Italia

Caccia all’uomo in Europa: arrestato a Barcellona il super latitante cinese Bobo Jiang, riportato in Italia.

Roma – È atterrato oggi pomeriggio all’aeroporto di Fiumicino, scortato dagli agenti del Fugitive Active Search Team (FAST) Italia del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia (S.C.I.P.), il latitante Bobo Jiang, esponente di spicco della criminalità organizzata di origine cinese. L’uomo era stato arrestato lo scorso 1° settembre a Barcellona nel corso di una complessa operazione transnazionale, resa possibile grazie all’attivazione della rete europea ENFAST (European Network of Fugitive Active Search Teams), specializzata nella localizzazione e cattura di latitanti internazionali pericolosi.

Dall’evasione a Prato alla fuga all’estero

Le attività investigative hanno preso avvio il 10 luglio, quando Jiang riuscì a fuggire dalla Questura di Prato durante le procedure di identificazione successive a un arresto. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Prato, hanno immediatamente fatto emergere che il fuggitivo si era spostato all’estero. Attraverso i canali di Eurojust e con il coinvolgimento delle autorità giudiziarie di Belgio e Spagna, è stato quindi attivato il circuito internazionale di cooperazione.

Grazie alle prime evidenze raccolte e al supporto del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, il FAST Italia ha chiesto la collaborazione dei team ENFAST in Belgio e Spagna, in quanto vi erano informazioni sulla possibile presenza del latitante in quei Paesi.

Il monitoraggio tra Anversa e Barcellona

In una fase cruciale, la Squadra Mobile di Prato e la Polizia di Anversa hanno contribuito alla localizzazione del ricercato attraverso la geolocalizzazione dell’utenza telefonica a lui attribuita, risultata attiva in diverse celle nell’area di Anversa. Successivamente, verifiche incrociate con le Passenger Information Unit (PIU) di Italia e Spagna hanno confermato lo spostamento in aereo verso la penisola iberica.

Per eludere i controlli alle frontiere, Jiang ha utilizzato un passaporto autentico ma intestato a un altro cittadino cinese residente a Barcellona, usufruendo inoltre del sostegno logistico di una rete criminale composta da connazionali, attiva in più Paesi europei. Questa organizzazione gli ha fornito mezzi di trasporto a noleggio e persino un appartamento per la sua ospitalità.

L’arresto a Barcellona

Dal 4 agosto le attività di ricerca si sono intensificate grazie allo scambio informativo tra FAST Italia, FAST spagnolo (composto da operatori della Unidad de Droga y Crimen Organizado – UDYCO) e la Squadra Mobile di Prato. Il lavoro congiunto ha consentito di monitorare i movimenti di Jiang, dalla periferia di Barcellona fino a incursioni in territorio francese, fino a quando, il 1° settembre, è stato catturato in una delicata operazione a cui hanno partecipato la Polizia italiana e la Policía Nacional spagnola.

L’arresto è avvenuto in esecuzione del Mandato di Arresto Europeo (MAE) emesso dalla Procura di Prato il 23 luglio e trasmesso alla Divisione S.I.Re.N.E. del S.C.I.P. per la localizzazione in tutta l’area Schengen.

L’efficacia del circuito ENFAST

Il rientro in Italia del latitante rappresenta un risultato significativo sia per la giustizia italiana sia per la cooperazione europea contro la criminalità transnazionale. L’operazione dimostra, ancora una volta, l’efficacia del circuito ENFAST, capace di coniugare strumenti tecnologici avanzati, scambio informativo tempestivo e collaborazione operativa tra più Stati membri.

Il caso di Bobo Jiang conferma come il contrasto alla criminalità organizzata internazionale richieda un approccio congiunto e coordinato, nel quale la rapidità di azione e la fiducia reciproca tra polizie e magistrature europee sono determinanti per impedire ai latitanti di trovare rifugio oltreconfine.

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