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CAMBIA LINGUA

UNA MILANO PIÙ PULITA CON L’INTERVENTO DI PERSONE IN DIFFICOLTÀ

Milanesi si nasce o si diventa? Potrebbe apparire una domanda tendenziosa o a cui è difficile rispondere ma in realtà chiunque abbia vissuto la città di Milano sa che milanesi si diventa: riguarda un modo di vivere di pensare e di agire che va oltre gli stereotipi dell’uomo d’affari sempre di corsa, degli aperitivi in zone che rimandano alla Milano da bere o ai cantieri di una città che si espande e che sale. È uno spirito di lavoro che mira al benessere personale del singolo ma anche in funzione della collettività. Sebbene una parte della cittadinanza milanese abbia sempre avuto una repulsione, più o meno giustificata, verso il forestiero (fosse egli il napoletano, l’albanese, l’africano o il rom) nel suo complesso ha, almeno nell’età repubblicana, sempre mostrato la volontà all’inclusione per un miglioramento della società nel suo complesso.

Bella Milano è un progetto che sta entrando nel suo terzo anno di attività grazie al quale persone fragili contribuiscono alla pulizia di parchi pubblici e strade. Richiedenti asilo, migranti, italiani ritrovatisi disoccupati in tarda età, persone che hanno scontato una pena in prigione sono l’anima di questo progetto grazie al quale possono muovere dei passi nel mondo del lavoro, se ne hanno bisogno fare pratica della lingua italiana e parallelamente contribuire al benessere collettivo rendendo più pulite le strade di Milano.

Ora il progetto si sta ampliando: le zone della città interessate passeranno da due a sei che potrebbero ancora aumentare sotto specifica richiesta dei cittadini, e, parallelamente alla crescita topografica, si accompagna la crescita del numero di persone fragili coinvolte nel progetto che vengono divise in squadre composte da un caposquadra, due tirocinanti e quattro volontari.

Un modello questo che la giunta del Comune di Milano, nelle persone del Sindaco Sala e dell’Assessore Majorino, portano all’attenzione di Palazzo Chigi perché possa essere attuato a livello nazionale: si richiede infatti un confronto col governo guidato dal Presidente Conte su questo tema in particolare con i Ministri Di Maio e Salvini in funzione delle loro specifiche deleghe riguardanti le politiche sul lavoro e la politica interna del paese.

Articolo di Daniel Bidussa

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