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Ucraina, i leader occidentali valutano la bozza del piano USA: “Una base di partenza, ma servono modifiche per una pace sostenibile”

Le principali leadership europee e internazionali accolgono gli sforzi degli Stati Uniti per una pace giusta in Ucraina, ma chiedono garanzie sulla sicurezza di Kyiv e sul rispetto dei confini internazionali.

Ucraina, i leader occidentali valutano la bozza del piano USA: “Una base di partenza, ma servono modifiche per una pace sostenibile”

Una dichiarazione congiunta firmata dai principali leader mondiali — dal Presidente del Consiglio europeo Costa alla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen, fino ai capi di governo di Regno Unito, Italia, Francia, Germania, Spagna, Paesi nordici e Giappone — rilancia il dibattito sul futuro della guerra in Ucraina e sul nuovo piano di pace proposto dagli Stati Uniti.

Il documento, diffuso nelle ultime ore, conferma il sostegno occidentale all’iniziativa diplomatica americana, ma mette anche in evidenza una serie di criticità che dovranno essere affrontate affinché il processo negoziale possa diventare realmente percorribile.

Un piano in 28 punti: apprezzamento, ma serve lavoro aggiuntivo

I leader riconoscono l’importanza degli sforzi statunitensi:

“Accogliamo con favore i continui sforzi degli Stati Uniti per portare la pace in Ucraina.”

La bozza del piano — 28 punti che delineano un possibile quadro per un futuro accordo — viene considerata dagli alleati “una base” su cui costruire. Tuttavia, il testo evidenzia che saranno necessari ulteriori approfondimenti per garantire una pace stabile e credibile nel tempo.

Il punto centrale è il rispetto dell’integrità territoriale dell’Ucraina, ribadito con fermezza:

“I confini non devono essere modificati con la forza.”

Una posizione che risponde direttamente alle preoccupazioni sorte nell’opinione pubblica dopo alcune indiscrezioni sul fatto che il piano potesse prevedere concessioni territoriali.

Preoccupano le limitazioni proposte alle forze armate ucraine

Uno dei passaggi più critici riguarda il capitolo militare. I leader europei si dicono “preoccupati” per le limitazioni ipotizzate alle capacità difensive di Kyiv.

Secondo la dichiarazione, tali vincoli rischierebbero di:

  • indebolire la sicurezza dell’Ucraina,
  • esporla a nuovi rischi in caso di aggressioni future,
  • compromettere la stabilità stessa del piano di pace.

Una pace duratura, sottolineano, non può derivare da un mero congelamento del conflitto, ma da condizioni che garantiscano l’autonomia e l’autodifesa dello Stato ucraino.

UE e NATO: ogni decisione richiederà il consenso dei membri

Altro tema toccato è quello del ruolo delle istituzioni internazionali.

I leader ricordano che:

  • eventuali impegni riguardanti l’Unione Europea dovranno essere approvati dai suoi Stati membri,
  • lo stesso vale per gli aspetti che coinvolgono la NATO, come sicurezza, garanzie militari e adesione.

Un passaggio che sembra indirizzato a chiarire che gli Stati Uniti non possono — né intendono — decidere unilateralmente i futuri assetti di sicurezza dell’Europa.

Riaffermato il pieno sostegno all’Ucraina

La dichiarazione si conclude con un messaggio politico inequivocabile:

“Sottolineiamo la forza del nostro continuo sostegno all’Ucraina.”

I leader confermano la volontà di:

  • continuare con aiuti economici, militari e politici,
  • coordinarsi strettamente con Kyiv e Washington nei prossimi giorni,
  • proseguire sulla strada dell’unità euro-atlantica.

Una presa di posizione che risponde sia alle pressioni internazionali sia alle crescenti aspettative per una possibile svolta diplomatica nel 2025.

Un segnale politico forte: Europa e alleati non arretrano

La dichiarazione congiunta rappresenta uno dei momenti di maggiore compattezza della comunità internazionale negli ultimi mesi. I leader occidentali, pur aprendo alla discussione di una bozza USA, sono determinati a non accettare compromessi che possano:

  • legittimare l’aggressione russa,
  • minare la sicurezza del continente,
  • o trasformare un cessate il fuoco in un conflitto congelato destinato a riaccendersi.

L’Europa, dicono, “deve scegliere il futuro che vuole costruire”, evitando soluzioni affrettate e privilegiando una pace fondata sul diritto internazionale.

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