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Stati Generali della Natalità: oggi la partecipazione di Papa Francesco e Giorgia Meloni

Valditara:" le conseguenze del calo della natalità si ripercuoteranno drammaticamente sull'equilibrio demografico del Paese"

Stati Generali della Natalità: oggi la partecipazione di Papa Francesco e Giorgia Meloni

Al via a Roma, all’Auditorium della Conciliazione, la due giorni della terza edizione degli Stati Generali della Natalità, a cui oggi, 12 maggio 2023,parteciperanno anche Papa Francesco e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Per l’occasione, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato un messaggio al presidente del Forum delle associazioni familiari Aps Gianluigi De Palo, ricordando che “alle istituzioni compete la responsabilità di attuare politiche attive che permettano alle giovani coppie di realizzare il loro progetto di vita, superando le difficoltà di carattere materiale e di accesso ai servizi che rendono ardua la strada della genitorialità”.

Il presidente della Repubblica ricorda che “si tratta di una puntuale prescrizione della Costituzione che all’articolo 31 richiama la Repubblica ad agevolare con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi con particolare riguardo alle famiglie numerose. Proteggendo la maternità, l’infanzia, la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo”. Il capo dello Stato poi aggiunge: “La coesione sociale del Paese si misura sulla capacità di dare un futuro alle giovani generazioni creando un clima di fiducia. Politiche abitative, fiscali e sociali appropriate, conciliare l’equilibrio tra vita e lavoro sono questioni fondamentali per lo sviluppo delle famiglie”.

Sergio Mattarella
Sergio Mattarella

 

“Abbiamo bisogno di una vera rivoluzione culturale, di un cambiamento significativo per quanto riguarda la genitorialità. Siamo di fronte a un mondo diverso da quello dei nostri padri e anche dal nostro, ed è su questo che dobbiamo misurarci, perché non vogliamo tornare indietro, ma andare avanti”, ha detto la ministra alla Famiglia, alla Natalità e alla Pari Opportunità Eugenia Roccella aprendo gli Stati Generali. “Noi abbiamo in campo un provvedimento di accompagnamento alla maternità insieme al ministero della Salute che sarà pronto prima dell’estate”, ha annunciato.

“C’è l’esigenza primaria di conciliare il lavoro femminile con la maternità. Perché tutte le indagini sono concordi nel dire che le donne italiane desiderano fare figli, in prevalenza due – ha detto ancora Roccella – Se questo desiderio non si realizza, perché non ne fanno nessuno o ne fanno uno e tardi, è perché si sentono poste di fronte all’alternativa tra la realizzazione professionale e il diventare madri”.

“Senza nulla togliere al ruolo fondamentale dei padri, ma considerando l’impegno che un figlio rappresenta per la madre non foss’altro che per la gravidanza, il parto e l’allattamento al seno, bisogna costruire ambienti lavorativi che sappiano accogliere la maternità, plasmarsi su di essa, non sfavorirla – ha aggiunto la ministra – Perché dire che mamma e papà sono entrambi importanti è ovvio. Ma dobbiamo prendere atto che sono le madri a dimettersi dal lavoro dopo la nascita di un figlio, sono le madri a usufruire dei congedi parentali a cui entrambi i genitori avrebbero diritto, sono le donne che pagano il prezzo della maternità, senza nemmeno il contrappeso del riconoscimento sociale”.

Agli Stati Generali della Natalità è intervenuto in video anche il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara: “Dati alla mano vediamo quale impatto il futuro demografico avrà sulla scuola e sull’istruzione per il prossimo decennio. Il quadro è effettivamente allarmante. Fra 10 anni dagli odierni 7,4 milioni di studenti, dato del 2021, nell’anno scolastico 2033/34 si scenderà a poco più di 6 milioni, ad ondate di 110/120mila ragazzi in meno ogni anno”. E se continuerà il calo delle nascite “l’organico docente, che è una variabile dipendente degli studenti, rischierebbe di passare dalle attuali oltre 684mila cattedre a circa 558mila nel 2033/34. Una riduzione di 10/12mila posti di lavoro ogni anno, ma dobbiamo dare risposte su questo tema”.

“Fin dall’inizio del terzo millennio l’Italia si è trovata ad affrontare un consistente calo della natalità, negli ultimi anni ulteriormente aggravatosi. Sappiamo bene che le conseguenze di questo fenomeno si ripercuoteranno drammaticamente sull’equilibrio demografico del Paese con riflessi diretti sul piano economico e sociale”, ha detto ancora Valditara. “Cruciale – ha proseguito – è il progressivo invecchiamento della popolazione. L’incremento della popolazione anziana determinerà una costante diminuzione del numero dei lavoratori attivi in grado di garantire l’equilibrio dell’economia del Paese e di mantenere costante il livello del Pil andando così a minacciare la sostenibilità del debito pubblico. L’aumentata aspettativa di vita condurrà ad un rapporto sempre più sfavorevole fra popolazione attiva e non attiva con un notevole onere socio-economico correlato alla cura, all’assistenza e alle spese previdenziali destinate agli anziani causando il cosiddetto longevity shock”.

Giuseppe Valditara
Giuseppe Valditara

 

“Da un pò di anni a questa parte siamo un Paese con più morti che nati: gli ultimi dati sono 713mila morti a fronte di 393mila nascite. Le previsioni per i prossimi anni: i 59 milioni di italiani di oggi scendono a 48 milioni scarsi, spariranno 11 milioni di persone. Se non cambiano le cose questo è uno scenario che va a realizzarsi”, ha spiegato Gian Carlo Blangiardo, già presidente dell’Istat. “È chiaro che la popolazione produce la dimensione del Pil, quindi i cambiamenti demografici, il minori numero di abitanti, la loro modifica rispetto all’età della popolazione, non succederà, ma se le cose dovessero muoversi come abbiamo visto perderemo quasi 500 miliardi di Pil.”

Agli Stati generali della natalità ha partecipato anche il ministro per l’Agricoltura, Francesco Lollobrigida: “Credo che sia evidente a tutti che non esiste una razza italiana. È un falso problema immaginare un concetto di questa natura. Esiste però una cultura, un’etnia italiana, quella che la Treccani definisce raggruppamento linguistico culturale, che immagino che in questo convegno si tenda a tutelare. Perché sennò non avrebbe senso”, prosegue,  “La popolazione del mondo cresce e tanti di quelli che nascono nel mondo vorrebbero venire a vivere in Italia. E allora perché preoccuparsi delle nascite in Italia? Se la risposta è incrementare la natalità, è probabilmente per ragioni legate alla difesa di quell’appartenenza, a cui molti sono legati, io in particolare con orgoglio, a quella che è la cultura italiana, al nostro ceppo linguistico, al nostro modo di vivere”, ha concluso Lollobrigida.

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