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Sito sessista chiuso dopo valanga di denunce. Meloni: “Sono disgustata”

Foto rubate e manipolate diffuse online con commenti volgari e sessisti. Coinvolte Giorgia Meloni, la sorella Arianna, Elly Schlein e molte altre. Il governo annuncia nuove norme contro la violenza digitale.

Sito sessista chiuso dopo valanga di denunce. Meloni: “Sono disgustata”.

Si è abbattuta come un vero terremoto mediatico e politico la vicenda del sito Phica.eu, finito al centro delle cronache dopo che migliaia di foto private di donne, rubate dai social o manipolate, sono state pubblicate e accompagnate da commenti sessisti e volgari.

Un fenomeno che ha scosso l’opinione pubblica e che ha coinvolto anche i vertici delle istituzioni italiane: nel mirino, infatti, sono finite la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, la sorella Arianna Meloni, responsabile della segreteria politica di Fratelli d’Italia, insieme a figure di primo piano come Elly Schlein, Beatrice Lorenzin, Daniela Santanchè, Marianna Madia, Maria Stella Gelmini, Fabiana Dadone e molte altre.

Accanto alle politiche, anche attrici, giornaliste, influencer e donne comuni hanno scoperto con orrore le proprie immagini diffuse senza consenso e trasformate in oggetto di pubblico ludibrio.

Le parole di Giorgia Meloni e Arianna Meloni

“Sono disgustata da quanto accaduto. Esprimo solidarietà e vicinanza a tutte le donne offese, insultate, violate nell’intimità da gestori e utenti di quel sito dai contenuti osceni. Non dobbiamo subire, ma reagire, denunciare”.

La premier ha sottolineato come il fenomeno non sia soltanto una questione privata, ma un vero problema sociale che colpisce indistintamente figure pubbliche e donne comuni.

Anche la sorella Arianna Meloni ha fatto sentire la sua voce, ribadendo che non ci si deve arrendere alla violenza digitale e che serve una reazione compatta delle istituzioni e della società.

Una valanga di denunce e la chiusura del sito

Il caso è esploso dopo che due esponenti del Partito Democratico, Alessandra Moretti e Valeria Campagna, hanno denunciato la presenza dei loro scatti manipolati sul forum, definito da molti “un pozzo senza fondo”.

Da lì, una valanga: denunce alla Polizia Postale, esposti, segnalazioni e indignazione social hanno travolto Phica.eu, che nel giro di poche ore ha annunciato la chiusura definitiva.

I gestori hanno pubblicato una nota di auto-difesa:

“Phica è nata come piattaforma di discussione e di condivisione personale, con uno spazio dedicato a chi desiderava certificarsi e condividere i propri contenuti in un ambiente sicuro. Purtroppo, come accade in ogni social network, ci sono sempre persone che usano in modo scorretto le piattaforme, danneggiandone lo spirito e il senso originario. Sono sempre stati vietati, bloccati e denunciati post con violenza, pedopornografici o offensivi nei confronti delle donne, e spesso abbiamo collaborato con le forze dell’ordine. Phica è stata una comunità, con luci e ombre, ma soprattutto con la volontà di creare uno spazio diverso”.

Parole che hanno però suscitato ulteriori polemiche, considerate da molti un tentativo di auto-assoluzione.

Le altre voci politiche e istituzionali

Le reazioni non si sono fatte attendere.

La ministra per la Famiglia Eugenia Roccella ha annunciato che il governo è pronto a intervenire:

“Stiamo lavorando a misure specifiche, con norme rigide e severe, per contrastare questa barbarie del terzo millennio. È necessario un quadro normativo chiaro e strumenti efficaci per fermare chi usa la rete per umiliare e violare le donne”.

Dal Partito Democratico è arrivata la proposta di una denuncia collettiva. La deputata Lia Quartapelle ha scritto sui social:

“Ho deciso di reagire presentando denuncia, non solo per me ma soprattutto per tutte le altre donne vittime di questa violenza”.

Anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha espresso il suo sdegno:

“Desidero esprimere la ferma condanna per la vicenda di sessismo online che ha coinvolto numerose donne – personaggi pubblici, politici ma anche tanta gente comune – a cui sono state rubate foto dai profili social e diffuse su un sito per adulti dopo essere state ritoccate. È un fatto gravissimo, che suscita profondo sdegno, e per il quale mi auguro che le autorità preposte possano presto individuare i responsabili. Alle tante donne coinvolte e alle loro famiglie rivolgo la sincera vicinanza, mia personale e del Senato della Repubblica”.

Anche il vicesegretario della Lega Roberto Vannacci ha annunciato di aver scoperto sue immagini caricate a sua insaputa sulla piattaforma e di voler passare alle vie legali.

Un problema culturale e sociale

 

Al di là degli aspetti legali, la vicenda riporta al centro del dibattito il tema della cultura sessista sul web.

Secondo le parlamentari del Pd, si tratta di un chiaro esempio della “cultura dello stupro”, che degrada le donne trasformandole in oggetto di consumo e umiliazione pubblica.

La chiusura di Phica.eu non basta a sanare il danno: le immagini, una volta diffuse, possono rimanere in circolazione a lungo e riemergere su altre piattaforme.

Il caso Phica.eu segna un punto di svolta nella consapevolezza politica e sociale sul tema della violenza digitale di genere. La reazione trasversale del mondo politico e l’annuncio di nuove leggi mostrano la volontà di affrontare il problema con serietà.

Resta però la sfida più difficile: cambiare la cultura del web e rendere la rete uno spazio sicuro per tutte e tutti.

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