Protesta del Movimento 5 Stelle e del presidente Giuseppe Conte a Strasburgo: “Basta soldi alle armi”
Il Movimento 5 Stelle, guidato da Giuseppe Conte, protesta a Strasburgo contro il piano Rearm EU. "Basta soldi alle armi": manifestazione davanti al Parlamento europeo e protesta silenziosa in aula.
Protesta del Movimento 5 Stelle e del presidente Giuseppe Conte a Strasburgo: “Basta soldi alle armi”
Nella giornata di oggi, Martedì 11 marzo, deputati, senatori ed europarlamentari del Movimento 5 Stelle, guidati dal presidente Giuseppe Conte, hanno manifestato davanti alla sede del Parlamento europeo di Strasburgo per esprimere la loro ferma opposizione al piano Rearm EU. Durante la protesta, il gruppo ha esposto uno striscione con la scritta “Basta soldi alle armi” per denunciare il massiccio stanziamento di fondi destinati all’industria bellica, previsto dal piano europeo. Secondo il M5S, tale iniziativa comporterebbe un sacrificio economico significativo per l’Italia, con tagli alla sanità, all’istruzione, al welfare e agli investimenti per le imprese.
La protesta silenziosa all’interno dell’Eurocamera
All’interno del Parlamento europeo, la delegazione del M5S ha attuato una protesta silenziosa. Subito dopo l’intervento dell’eurodeputato pentastellato Danilo Della Valle, che ha simbolicamente depositato una bandiera della pace sul banco dei Commissari, i parlamentari del Movimento hanno sollevato piccoli cartelli con slogan come “Basta armi”, “No al riarmo” e “Più lavoro meno armi”.
Della Valle ha successivamente dichiarato: “La presidente Von der Leyen verrà ricordata come colei che ha tradito i valori e la democrazia. L’Europa senza pace è morta. Per questo lascio nei banchi della Commissione la bandiera europea cucita con quella della pace, per non dimenticarlo mai“.
Le dichiarazioni di Giuseppe Conte
Giuseppe Conte ha inoltre criticato duramente il piano Rearm EU e il sostegno fornito dal governo Meloni, accusando l’esecutivo italiano di utilizzare risorse pubbliche per il riarmo anziché per le necessità sociali. “Da Meloni l’ennesima presa in giro. Le basta cambiare nome al piano del riarmo, ma la sostanza non cambia. Almeno Ursula Von der Leyen ci mette la faccia e parla chiaramente di riarmo“, ha affermato l’ex premier.
Conte ha ribadito che il Movimento 5 Stelle si oppone fermamente a un’Europa militarizzata e ha sottolineato la necessità di un’architettura di sicurezza basata sulla diplomazia e sulla pace. “L’Europa continua a perseverare nella sua strategia fallimentare. Se ci fossero governanti seri, si riunirebbero per elaborare un vero progetto di difesa comune, invece di alimentare l’escalation militare“, ha aggiunto.
Critiche al governo e alla strategia europea
Il Movimento 5 Stelle ha espresso la propria preoccupazione per l’aumento delle spese militari a discapito dei servizi essenziali. “Investire 30 miliardi in armi significa sottrarre risorse vitali per la sanità, l’istruzione e il sostegno alle imprese“, hanno dichiarato i parlamentari nel corso della mattinata.
Conte ha inoltre evidenziato l’assenza dell’Unione Europea nei negoziati internazionali per la pace: “Mi chiedo come mai oggi non c’è l’Ue a Ryad. Non possiamo permetterci un’economia di guerra, dobbiamo investire nella diplomazia e nella cooperazione“.
Il dibattito sull’Ucraina e la difesa europea
Durante il dibattito in aula, la delegazione del M5S ha assistito agli interventi sulla crisi in Ucraina e sul futuro della difesa europea. Conte ha evidenziato la contraddizione di una politica europea che, pur lamentando un deficit di investimenti rispetto alla Russia, continua a gestire male le proprie risorse militari. “Non è vero che l’Europa investe meno della Russia, è vero che investiamo peggio“, ha sottolineato.
La protesta del Movimento 5 Stelle a Strasburgo ha messo in luce il crescente dibattito sulla spesa militare europea e sulle sue possibili conseguenze per l’economia e il welfare dei cittadini. Il partito guidato da Giuseppe Conte, con la protesta di oggi ha dimostrato l’intenzione di voler continuare a battersi per un’Europa che investa nella pace piuttosto che nel riarmo, denunciando l’orientamento dell’attuale leadership europea.
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